Coldiretti: «Produzione di miele in crescita». In provincia 12mila alveari

Secondo l’associazione di categoria il 2018 per l’Emilia-Romagna segna una inversione di tendenza rispetto all’ultimo biennio, ma non è così per tutta Italia. Aumentano i prodotti di nicchia

ApiSorridono i 320 apicoltori della provincia di Ravenna: secondo le stime di Coldiretti i loro 12mila alveari, come le altre migliaia in regione, avranno una produzione di miele in crescita quest’ano dopo il biennio 2016-2017 in cui l’andamento climatico aveva ostacolato l’attività degli insetti.

La regione Emilia-Romagna è un po’ in controtendenza rispetto al resto d’Italia con un aumento della produzione, «comunque non ancora ai livelli ottimali a causa comunque di gelate primaverili, bombe d’acqua e grandine che hanno colpito le campagne a macchia di leopardo». In provincia si stima una buona produzione di millefiori grazie alla produzione di pianura, mentre la collina dovrebbe garantire produzioni soddisfacenti per il castagno. Ancora in crisi, invece, l’acacia. In crescita, però, alcune produzioni di nicchia, come il miele di Facelia, una pianta mellifera la cui superficie è più che raddoppiata in tutta l’Emilia-Romagna grazie al progetto della Società Italiana Sementi che, in collaborazione con Coldiretti, fornisce ai produttori agricoli oltre al seme di mais anche seme di Facelia nella misura di un ettaro per ogni dieci ettari di mais, in modo che i fiori di questa pianta, che sbocciano alla fine di maggio e ai primi di giugno, possono rifornire le api di polline in un periodo in cui è difficile trovare altri fiori.

L’andamento a singhiozzo della produzione italiana negli ultimi anni ha favorito le importazioni di miele. «Per non cadere nell’inganno dei prodotti stranieri spacciati per nazionali e garantire un futuro alle api italiani il consiglio è di verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale, mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta – continua Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”».

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