Ravenna in Comune: «Serve subito un ragionamento di lungo periodo sui trasporti»

Secondo il gruppo la città dovrebbe aprire una riflessione per rendere più sostenibile il modo di muoversi dei ravennati

Autobus 4Servono soluzioni serie per la situazione della viabilità ravennate. Lo chiede Ravenna in Comune in una nota in cui, partendo dal caso Ravegnana, si dà atto all’amministrazione di «non aver adoperato toni trionfalistici e facili promesse nel presentare il problema alla cittadinanza» ma, in sintesi, di non voler aprire «una discussione seria e avviare proposte concrete per affrontare il problema della mobilità sostenibile in un orizzonte di medio periodo e – ancor più – di lungo periodo». .

Ravenna in Comune scrive: «Crediamo che non si possano rimandare in eterno la discussione e la proposta su come debbano essere i trasporti del futuro (ma non solo il futuro lontano, anche quello prossimo). E’ proprio impossibile mettere all’ordine del giorno un serio ragionamento sul potenziamento del trasporto pubblico, che renda possibile, conveniente e attraente lasciare la macchina a casa e prendere l’ autobus ? E’ così irrealistico predisporre più punti parcheggio per chi viene dal forese, dai quali far partire un vero servizio di bus-navetta per l’interno della città, in modo da limitare consistentemente il numero dei veicoli che si infilano verso il centro urbano ?»

Ancora: «È così insensato riprendere in mano una vecchia proposta dell’ambientalismo degli anni 80-90 (ma che aveva suscitato notevole interesse anche a livello dell’Amministrazione Regionale di allora, per esempio) per la costruzione di un sistema di “metropolitana di superficie”, a orario cadenzato, nella tratta Ravenna – Forlì, lungo l’asse dei lidi e in altri tratti “scoperti” del territorio urbano ed extraurbano? Ed è così assurdo mettersi a lavorare per l’organizzazione seria di un sistema di trasporto privato condiviso anziché esasperatamente individualista?»

Il gruppo sa che «non è nei poteri del Comune risolvere da solo questi problemi». Ma il Comune «potrebbe e dovrebbe – in tempi stretti – chiamare attorno a un tavolo tutti i soggetti interessati (Stato, Regione, Provincia, Agenzie della mobilità, Decentramento, comuni limitrofi, partecipazione popolare) e avviare un serrato confronto fin da subito. Il che sicuramente avrebbe un effetto a macchia d’olio e indurrebbe anche altri comuni a fare altrettanto. E siamo perfettamente consapevoli del fatto che ci vorrà anche una profonda “riforma” del modo di pensare e dei comportamenti delle comunità e dei singoli cittadini. Ma se non si comincia mai non si fa mai nulla, e saremo sempre più costretti a cimentarci, un’emergenza dietro l’altra, con una mobilità insostenibile e impazzita».

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