Sindacati, corteo a Roma contro la legge di Bilancio: pronti 10 pullman da Ravenna

Appuntamento il 9 febbraio con una manifestazione unitaria per contestare le scelte del Governo Conte in materia di lavoro, pensioni, welfare

Festa Dei LavoratoriSono dieci i pullman che partiranno dalla provincia di Ravenna con i manifestanti che parteciperanno alla manifestazione nazionale unitaria organizzata da Cgil, Cisl e Uil a Roma il 9 febbraio per protestare contro le scelte del Governo Conte in materia soprattutto di lavoro e welfare. Nella capitale il corteo partirà alle 9 da piazza della Repubblica (dove è previsto il concentramento), mentre il comizio conclusivo, con l’intervento dei segretari nazionali, si svolgerà alle 11 in piazza San Giovanni in Laterano. Orari e i luoghi di partenza (previsti da tutta la provincia) e prenotazioni sono disponibili: www.cgilra.it oppure telefonare allo 0544-244256 o 0544 244280; www.cislromagna.it oppure telefonare allo 0544 261800, segreteria@uil-ravenna.it oppure telefonare allo 0544 292257. Le prenotazioni dovranno pervenire entro giovedì 7 febbraio alle 12.

“Futuro al lavoro”, il titolo del corteo. I sindacati chiedono interventi per lavoratori e pensionati, per i giovani, per lo sviluppo e la crescita: «Le scelte fino ad ora adottate dal Governo comporteranno pesanti ripercussioni anche per il territorio romagnolo. La legge di bilancio – spiegano i rappresentanti territoriali di Cgil, Cisl e Uil – varata dal Governo è inadeguata rispetto alle esigenze del lavoro e dell’equità sociale e carente di visione strategica. Lascia irrisolte questioni fondamentali per lo sviluppo e per il futuro del Paese, a partire dai temi del lavoro, delle pensioni, del fisco, degli investimenti in infrastrutture, delle politiche per giovani, donne e Mezzogiorno».

Cgil, Cisl e Uil hanno presentato le proprie richieste al Governo e le hanno discusse con migliaia di lavoratori e pensionati. La Legge di bilancio invece non dà risposte, è miope e recessiva. I sindacati vogliono interventi per lavoratori e pensionati, per i giovani, per lo sviluppo e la crescita.

Questi i grandi temi al centro della mobilitazione delle organizzazioni sindacali:

Lavoro e sviluppo Il lavoro si crea: abbiamo chiesto più investimenti pubblici, che aumentino occupazione e crescita. Gli investimenti in infrastrutture materiali, digitali e sociali sono uno strumento fondamentale di sviluppo, innovazione e rilancio del Paese. Ma la manovra non aumenta gli investimenti pubblici, anzi li riduce. Il governo ha scaricato sulle nostre spalle il peso di 53 miliardi di tasse in più per il 2020 e 2021: o si trovano le risorse (con nuovi tagli) o aumenterà l’Iva (e altre tasse). In ogni caso pagheremo sempre noi e ci sarà poco o nessuno spazio per creare lavoro, per nuovi investimenti e per aumentare i salari nella pubblica amministrazione nelle prossime leggi di bilancio.

Fisco Vogliamo meno tasse su lavoratori e pensionati, che già contribuiscono al gettito Irpef per il 94,8%. Lotta all’evasione fiscale. La scelta del Governo invece è stata flat tax per gli autonomi, partite Iva e piccole imprese, che pagheranno meno dei lavoratori dipendenti e pensionati, oltre che nuovi condoni fiscali e rimozione del blocco degli aumenti dei tributi locali. Mezzogiorno: servono interventi che rilancino il lavoro e nuove produzioni che rispondano ai bisogni sociali. Nella manovra ci sono tagli consistenti alle risorse finalizzate al Mezzogiorno e misure “spot” a somma zero.

Federalismo È necessario garantire i livelli essenziali delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali dei cittadini in maniera uniforme sull’intero territorio nazionale a partire dall’istruzione e la sanità. Il Governo privilegia le Regioni più ricche e alimenta i divari territoriali, soprattutto al Mezzogiorno.

Pensioni Vogliamo il superamento della legge Fornero, con flessibilità di uscita a 62 anni, 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età per tutti, pensione di garanzia per i giovani, tutela per le donne, risposte per lavori di cura, discontinui, lavori usuranti e gravosi. La manovra non determina un cambiamento strutturale del sistema previdenziale, introduce una soluzione temporanea che riguarda pochi. Si fa cassa (3,6 miliardi) bloccando la rivalutazione sopra i 1.522 euro lordi, di chi è già in pensione.

Povertà Per contrastare la povertà occorre mettere in campo un sistema che preveda strumenti di natura economica e il rafforzamento delle reti sociali. Occorre garantire il lavoro per uscire dalla povertà. La manovra cancella il Reddito di inclusione (REI) e utilizza le risorse per una misura “sostitutiva”, complicata nell’accesso e con forti elementi di iniquità, anche fiscale, che non contrasta la povertà minorile e non premia le persone con disabilità e quasi esclusivamente improntata all’inserimento lavorativo ma senza creare nuovi posti di lavoro.

Sanità È una vera emergenza in alcune aree del paese. Occorre aumentare in modo progressivo il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale ed eliminare i super ticket, definire un piano di assunzioni e garantire un accesso equo e di qualità alle prestazioni in tutte le Regioni. Non ci sono risorse e risposte adeguate in manovra e il sistema sanitario è sottofinanziato. Istruzione e conoscenza L’istruzione, la formazione e la ricerca sono centrali per lo sviluppo del Paese e per rispondere alle disuguaglianze sociali. La manovra prevede forti penalizzazioni e tagli di risorse per i settori della conoscenza oltre alla insufficienza dei finanziamenti per i rinnovi contrattuali 2019-2021 dei lavoratori pubblici.

Pubblica amministrazione La Pubblica Amministrazione rappresenta la cerniera tra cittadini, imprese e servizi, fondamentale strumento per la crescita e lo sviluppo del Paese. La manovra stanzia risorse insufficienti per il rinnovo dei Contratti pubblici, nessun piano straordinario di assunzioni, blocca il turn over e non prevede nessuna innovazione.

SABBIONI BILLB SYBY 18 03 – 07 04 24
SAFARI RAVENNA BILLB 14 03 – 03 04 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24