Confcommercio: «Nel turismo disdette tra il 70 e il 90 percento delle prenotazioni»

Le principali associazioni di categoria chiedono di rivedere le limitazioni per non affossare il settore: riapertura musei e luoghi d’arte e misure di sostegno per le imprese come sospensione tassa di soggiorno e imposte

Galla Placidia

Turisti tra San Vitale e Galla Placidia

Un sondaggio realizzato il 26 febbraio da Confcommercio a Ravenna tra le attività associate che si occupano di ricettività, ristorazione e svago, ha rilevato una percentuale di disdette delle prenotazioni delle prossime settimane tra il 70 e il 90 percento come conseguenza della paura per la diffusione del nuovo coronavirus Covid-19. Le altre principali associazioni di categoria, Confesercenti e Cna, non forniscono numeri ma tutti sono allineati nel lanciare l’allarme per le pesanti ripercussioni delle misure straordinarie sul turismo: fino all’1 marzo sono chiusi monumenti, siti culturali, musei, teatri e cinema; sono impediti gli eventi e le iniziative di qualunque natura che comportino assembramenti o coinvolgano gruppi numerosi, fino al 15 marzo stop alle gite scolastiche in tutta Italia. E così i rappresentanti delle aziende turistiche chiedono alle autorità di allentare gradualmente le maglie delle limitazioni per non stritolare l’economia.

«Non pensiamo certo che il problema rappresentato dal coronavirus sia da sottovalutare – dice Mauro Mambelli, presidente provinciale di Confcommercio – e riteniamo che tutte le misure adottate sul piano nazionale e dalla Regione Emilia-Romagna vadano nella giusta direzione di arginare la potenziale diffusione del virus. Riteniamo, però, che sia necessario contrastare l’idea che si sta facendo strada nell’opinione pubblica, secondo cui saremmo non già di fronte ad una infezione, ma ad una pandemia letale. Confcommercio lancia un appello perché i consumatori ravennati non vengano indotti a cambiare le proprie abitudini dall’ondata allarmistica generatasi attorno al coronavirus.

La proposta che arriva da Confesercenti è di prevedere l’ingresso regolamentato e scaglionato di tutti i siti museali e culturali: «La città non deve e non può spegnersi». La presidente provinciale Monica Ciarapica fa riferimento al tavolo di crisi già attivo con il Governo «al quale è stata chiesta la sospensione dei mutui e dei versamenti tributari e contributivi, l’accesso agli ammortizzatori sociali per evitare ripercussioni importanti sui lavoratori, l’accesso agevolato al credito o ai fondi di garanzia ed una revisione». Un appello anche alle banche del territorio: «Come avvenne per il terremoto del 2012, si facciano promotori di iniziative concrete di sostegno all’economia: moratorie mutui e linee di credito specifiche». Alle amministrazioni locali invece si chiede la sospensione e posticipazione dei pagamenti delle tasse comunali, in via prioritaria la Tari. «Occorre sin d’ora ragionare pensando al “dopo” – conclude Ciarapica –: sospensione dell’imposta di soggiorno, riduzione dei biglietti museali di competenza comunale, rafforzamento della promozione degli eventi».

Per Cna bisogna lavorare in quattro direzioni, a livello nazionale e locale: maggiore coinvolgimento del mondo dell’impresa turistica nella definizione delle scelte pubbliche pur garantendo tutti i protocolli di sicurezza; nuove risorse per un piano straordinario di ristrutturazione dell’infrastruttura turistica del nostro Paese; veloce rientro alla normalità, pur nel rispetto di specifici protocolli sanitari cominciando a dare segnali positivi di riavvio a partire dalla riapertura dei musei fuori dalle zone rosse; nuove campagne globali capaci di mettere l’accento sulla bellezza, l’accoglienza e la sicurezza dell’Italia.

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