In fumo oltre 100mila pernottamenti in provincia, albergatori in grave difficoltà

Le proposte di Assohotel Confersercenti per consentire al settore di resistere e sostenere la crisi determinata dall’emergenza sanitaria

Insegna HotelLe nuove norme di contrasto alla diffusione del Coronavirus, come ampiamente previsto, non hanno allentato la stretta agli spostamenti, rendendo le vacanze alquanto difficoltose. Un danno enorme per le strutture di montagna di cui tanto si è parlato in questi giorni, ma che pesa anche sui bilanci degli operatori delle città d’arte.

In provincia di Ravenna, per esempio, l’anno scorso in dicembre si erano registrati circa 86mila pernottamenti (a cui si dovrebbero aggiungere anche gli altrettanti registrati in gennaio), di cui la metà nel capoluogo. 44mila notti (senza considerare gennaio) in hotel e strutture ricettive di Ravenna, quindi, che andranno con tutta probabilità perse (fatta eccezione per sporadiche gite fuori porta di emiliano-romagnoli).

La «disperazione degli albergatori» è certificata dal presidente regionale di Assohotel Confesercenti, il ravennate Filippo Donati. «Per salvare il settore e superare questo periodo di “fermo” delle attività – scrive in una nota – è necessario che ci venga garantita la possibilità di mantenere in vita l’impresa e di far fronte almeno ai costi di gestione e di manutenzioni ordinari. Occorre intervenire a tutti i livelli per abbattere i costi, anche a livello regionale e locale, in primis per l’azzeramento della Tari il cui pagamento sta mettendo in forte difficoltà molti di noi proprio in questo periodo».

Assohotel Confesercenti ha inviato al Governo alcune proposte per consentire alle Pmi del settore di resistere fino alla conclusione dell’emergenza sanitaria. Queste riguardano in particolare: «gli affitti, con l’estensione della possibilità di compensazione, almeno per tutto l’anno prossimo e regolare il credito d’imposta nel modo più automatico possibile per la cessione al sistema bancario, nonché allungando la moratoria sull’esecutività degli sfratti che scade a fine dicembre fino all’anno prossimo; la moratoria dei mutui per tutto il 2021; l’abolizione dell’Imu per tutto il 2021 per le attività in affitto, anche per il proprietario dell’immobile; il credito d’imposta determinato dalla differenza del fatturato del 2019 rispetto al 2020; il bonus vacanze, impiegando le risorse non utilizzate per il restante 2020 e prevedendone altre per il 2021 facilitandone la possibilità di accesso; l’estensione dell’ecobonus al 110% anche alle strutture ricettive, ma con parametri concertati con le imprese stesse».

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