Confcooperative Romagna: 100 ore di consulenza nel 2020 per aiutare 18 gruppi

A Milano Marittima la prima riunione dopo la fusione tra Ravenna-Rimini e Forlì-Cesena: 577 cooperative per un totale di 108mila soci, 39mila occupati e un valore della produzione di oltre 7 miliardi di euro

IMG 1180«I vaccini, ad oggi, sono l’unica risposta valida per un ritorno alla normalità». Lo ha ribadito Mauro Neri, presidente di Confcooperative Romagna in occasione dell’assemblea annuale che si è tenuta oggi, 21 ottobre, al centro congressi di Milano Marittima, la prima dopo la fusione tra le Unioni di Ravenna-Rimini e Forlì-Cesena avvenuta a novembre 2020. L’appuntamento assembleare è stato occasione per presentare il Bilancio di Sostenibilità 2020, un documento che rendiconta gli effetti economici, sociali e ambientali dell’attività di Confcooperative Romagna sul territorio.

Confcooperative Romagna rappresenta 577 cooperative nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini per un totale di 108.000 soci, 39.000 occupati e un valore della produzione di oltre 7 miliardi di euro (dati 2020). «La Romagna di Confcooperative è grande e, nonostante il periodo difficile che stiamo attraversando a causa dell’emergenza sanitaria, ha dimostrato resistenza e flessibilità – ha sottolineato Neri -. Certo, ci sono cooperative che hanno sofferto di più, in particolare quelle dei settori culturale, sportivo, turistico, della ristorazione collettiva, e altre, come le cooperative sociali, che hanno dovuto sostenere sforzi organizzativi immensi per garantire la sicurezza di tutti. Ma la situazione complessiva è di tenuta e di questo non possiamo che dirci soddisfatti e pronti a guardare avanti».

IMG 1181All’interno del Bilancio di Sostenibilità di Confcooperative Romagna, accanto alla parte di rendicontazione dell’attività ordinaria, ampio spazio è dedicato ad alcune tematiche cruciali per il presente e il futuro dell’organizzazione e del territorio. Diversi gli aspetti che hanno caratterizzato il 2020: l’attenzione posta alla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, con azioni dedicate alla gestione imposta dal Covid; le 100 ore di consulenza per l’accompagnamento a 18 gruppi di potenziali imprenditori cooperativi; la progettualità dedicata alle cooperative di comunità con 8 Comuni coinvolti e 12 laboratori avviati; l’attenzione all’ambiente che si è tradotta in efficientamento e risparmio energetico, mobilità sostenibile e riduzione dei rifiuti. «Stiamo vivendo a livello mondiale una delle crisi più complesse e profonde mai conosciute: la pandemia e la crisi climatica sono uno spartiacque che ci impone cambiamenti rapidi per passare dall’era dell’energia fossile a quella dell’energia rinnovabile – ha commentato il presidente di Confcooperative Romagna -. Le alluvioni in Cina e in Europa, gli incendi in Nord America, Australia e Italia, le temperature record per periodi prolungati ci dimostrano che i cambiamenti climatici sono la più grande minaccia alla sicurezza mondiale: hanno conseguenze su cibo, acqua, salute, migrazioni forzate e disuguaglianze. La transizione energetica richiederà sacrifici, bisogna mettere da parte l’ideologia e con pragmatismo passare da un modello di crescita a spese del pianeta ad un modello per il pianeta».

La responsabilità del modello cooperativo per agevolare questa transizione è centrale: «La crisi economica legata alla pandemia ha acuito i problemi cronici del nostro Paese e c’è ampio margine di crescita: la fiducia dei consumatori sta tornando e gli indici di ripresa del Pil prevedono per il 2021 un +6%. Purtroppo, però, il Pil non misura la sostenibilità: si può crescere e nel contempo distruggere l’ambiente e aumentare le disuguaglianze – ha spiegato Mauro Neri -. In questo senso è proprio la cooperazione ad avere un compito molto difficile ma cruciale: partecipare alla crescita sviluppando un’economia reale e sostenibile».

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