giovedì
21 Agosto 2025

«Illuminare di blu un monumento per solidarietà ai genitori di Charlie Gard»

L’appello di alcune associazioni che stanno seguendo la vicenda del bambino inglese

Illuminare di blu uno dei monumenti storici di Ravenna, o la facciata del municipio o qualche altro edificio simbolico del centro, come segno di solidarietà alla famiglia di Charlie Gard. È l’invito rivolto al Comune di Ravenna da Francesco Civenni della onlus La Quercia Millenaria che insieme ad altre associazioni hanno invitato tutti i sindaci delle città italiane a un gesto che mostri «la piena adesione della cittadinanza ai valori della difesa della vita e della libertà di scelta dei genitori per la terapia più idonea al proprio figlio e per testimoniare il loro appoggio alla possibilità del trasferimento del piccolo paziente in Italia, al Bambino Gesù di Roma». Le altre associazioni che hanno lanciato l’appello sono Citizen Go Italia, Steadfast Onlus, Pro Vita Onlus e Universitari per la Vita. «L’Italia è culla della civiltà e, in questa Europa modernista sempre più disumana, stretta tra logiche del profitto e ideologie inneggianti la morte, si fa straordinario baluardo dei diritti umani, cercando di tenere acceso un dibattito cruciale sul valore della vita e sulla dignità assoluta che spetta ad ogni essere vivente, sia esso sano o malato».

Così ti aiuto a cambiare lavoro (e vita)

La “escape coach” Lasaponara a Kirecò: «Molti lo sognano, ma sono pochi a poterlo fare davvero»

Lasaponara

Chi non ha mai sognato di “mollare tutto” e cambiare vita? Non necessariamente andando all’estero, ma inventandosi una professione alternativa, una via di fuga dall’ufficio e dalla monotonia e, spesso, dalla mancanza di motivazioni. Tra tanti che lo sognano c’è chi l’ha fatto davvero e ha trasformato proprio questa “fuga” in una professione. Monica Lasaponara, 43 anni ad agosto, si definisce “escape coach” e aiuta le persone a seguire una strada analoga a quella che ha già compiuto lei stessa: lasciare il posto fisso  (peraltro ben remunerato) per cercare una dimensione lavorativa più tagliata sulle sue necessità e i suoi bisogni reali. Per chi vorrà conoscerla l’occasione è quella del 14 luglio al Parco Kirecò, dove terrà un seminario di tre ore a partire dalle 16.30 (info e prenotazioni: http://kireco.eu). «Ero dirigente in una multinazionale e mi occupavo di marketing, ma da tempo non trovavo più il senso di ciò che facevo – ci racconta –, continuavo a leggere e cercare storie di chi aveva deciso di cambiare vita finché non mi sono imbattuta in Escapethecity, un’esperienza londinese nata da due ragazze che affrontava proprio quel tema attraverso incontri e seminari. Mi hanno detto che se la cosa mi interessava, potevo iniziare a organizzare seminari o incontri che si chiamano non a caso EscapeMonday e si tengono di lunedì, il giorno più nefasto per chi lavora in ufficio, e così ho cominciato. Nel frattempo ho anche iniziato a dedicarmi al volontariato per cui non avevo mai avuto tempo, in un centro per donne vittime di violenza. Ho messo a frutto in un mix le mie competenze e i miei interessi». Tutto molto bello, ma certo si tratta di una scelta che comporta anche dei costi. «Ora guadagno molto meno di quello che guadagnavo prima, è evidente che per chiunque faccia questo passo la molla non può essere economica, ma un cambiamento più profondo anche dello stile di vita. Guadagno e quindi spendo di meno, ma sento di fare qualcosa che mi sembra utile e posso organizzare liberamente il mio tempo».

«Ho visto un avvocato
diventare maestro di scacchi
on-line e un’ex dirigente
mollare tutto per fare la skipper»

Ma, spesso, per i liberi professionisti che devono rincorrere il lavoro, il tempo libero resta una chimera. «È vero, ora lavoro più di prima, ma posso decidere i miei tempi se accettare o rinunciare un incarico…». Ma quanto può essere replicabile una storia come la sua? Chi si rivolge a lei come coach? «Ho visto persone di ogni tipo, di qualsiasi mestiere. A volte arriva da me qualcuno che dice “non ne posso più, non sopporto il capo, i colleghi sono odiosi…”. Ecco, non è quella la persona con cui posso lavorare, ci vuole un altro tipo di motivazione. Bisogna essere pronti a riformulare le proprie aspettative e, molto spesso, soprattutto a mettere in discussione lo status sociale, un freno ancora più forte di quello economico. Tanti prima o poi pensano di “mollare tutto” nella propria vita, ma sono in pochi a poterlo fare davvero…». Qualche esempio di chi ce l’ha fatta? L’avvocato che diventa maestro di scacchi on line o cuoco, la restauratrice che inventa l’app per il social eating, l’ex dirigente comunale a Napoli che diventa skipper e gira per il mondo, l’ex giornalista che si trasforma in una cuoca crudista, l’ex manager che apre un emporio biologico. Il percorso? «Dipende molto dal singolo. In genere si comincia – dice Lasaponara – lavorando sulla  persona. “Qual è la sua storia? Quale il suo ideale di vita?”. E poi si passa alle competenze, non tanto o non solo su quelle certificate dal curriculum. Piuttosto bisogna chiedersi: in cosa sono brava? Per cosa mi ringraziano le persone? Infine i temi a cui ci interessiamo. Alla fine si cerca di fare un mix per provare a immaginare un possibile nucleo di business». Nello specifico, il modello è quello già in voga da tempo negli Usa di microbusiness che, dice sempre Lasaponara «a differenza delle startup, è un’attività più semplice da avviare, con costi di ingresso molto bassi». L’apporto che aggiunge Lasaponara è poi quello di una consulenza in termini di marketing, ci spiega, sfruttando una delle competenze acquisite nella sua vita prima della “fuga”.

C’è vita nella vela: a Marina tutti occupati i 600 posti dei due circoli storici

«Il diportista esce, vive la città. Nel nostro circolo trova servizi di ogni genere ma la ricaduta turistica non manca»

FOTO AEREE MARINARALa rinascita della nautica si vede anche dai tanti posti barca occupati nei due circoli velici principali di Marina di Ravenna: il Ravenna Yacht Club e il Circolo Velico Ravennate che rispettivamente da 40 e 70 anni fanno conoscere il mare agli appassionati.

La caratteristica del porto ravennate, le due grandi dighe portuali, creano un ambiente ideale per chi naviga: in qualsiasi condizione di mare e di vento le barche sono in sicurezza. «Nessun porto dell’Adriatico e credo nemmeno del Tirreno può garantire queste condizioni», spiega Gianni Paulucci, presidente del Cvr. Al circolo ci sono 600 soci e circa 350 posti barca, tutti pieni. «Abbiamo le liste d’attesa, si entra in ordine di presentazione della domanda». In caso si debba esprimere una preferenza, però, questa va ai possessori di barca a vela: «Siamo un circolo velico, di imbarcazioni a motore ne abbiamo poche, spesso sono dei soci che per ragioni d’età si trovano davanti alla scelta: o quella, o la roulotte…».

IMG 0991Non c’è però rivalità tra le due tipologie di appassionati: «Tutti aiutano e danno il loro contributo alle nostre attività». Paulucci sostiene che la forza del circolo sia nei giovani: si comincia a navigare a sei anni, sugli optimist. I velisti migliori in circolazione – a Ravenna vanno ricordati Matteo Plazzi e Jacopo Pasini – hanno cominciato così. «Nel nostro circolo – continua Paulucci – si incontrano tre generazioni di soci. Ai giovani oltre alle tecniche cerchiamo di insegnare anche la cultura del mare. In 65mila metri quadri riusciamo a fare tantissime attività». La crisi non ha spaventato il Circolo: «Tutto sommato non l’abbiamo sentita troppa, le difficoltà sono legate ad alcune questioni e costi burocratici, oltre che alle tante regole a cui il diportista deve stare attento».

Anche al vicino Yacht Club i 260 posti barca sono esauriti. In mare da 40 anni, il Ryc organizza – così come il Cvr – diversi eventi sportive e regate. Il vicepresidente Maurizio Guglielmo afferma che dopo una flessione, negli ultimi due anni gli appassionati hanno nuovamente riempito i pontili: «L’andamento delle barche presenti ha seguito il mercato». La ripresa, quindi, è presente sia a livello economico sia sportivo: «La cosa più bella è vedere i giovani, fino a sei-sette anni fa ce n’erano molto meno, ora c’è un ricambio generazionale». Guglielmo sfata il mito dell’appassionato di barche che non regala niente al turismo: «Il diportista esce, vive la città. Nel nostro circolo trova servizi di ogni genere ma la ricaduta turistica non manca».

A Ravenna oltre 40 chat di quartiere su Whatsapp: «Siamo un supporto per il 112»

Il boom di partecipazione dei cittadini che però non piace a tutti tra le forze dell’ordine

Dalle 6 di mattina a mezzogiorno sul telefonino ha ricevuto una sessantina di messaggi via Whatsapp. Il 5 luglio è una mattina come le altre per Alberto Emiliani e sulle chat di gruppo di cui è amministratore arrivano le segnalazioni da varie parti della provincia: furti, passaggi sospetti di auto, scippi, truffe porta a porta. C’è tutto il repertorio della delinquenza di bassa lega, «la micro criminalità che colpisce nell’intimità delle persone e lascia cicatrici spesso psicologiche».

Emiliani
Alberto Emiliani

Si definisce un lupo solitario ma a un certo punto, due-tre anni fa, Emiliani ha deciso di sfruttare i nuovi mezzi di comunicazione «per fare qualcosa in prima persona a favore della sicurezza nella sua città»: dalla collaborazione con altri residenti nel quartiere di viale Alberti è nato un gruppo Whatsapp in cui si sono radunati via via sempre più cittadini per moltiplicare gli occhi e le orecchie e scambiarsi segnalazioni e aiuto.

«Quando siamo partiti so che in città esistevano già iniziative simili in via Simmaco e via Vicoli, siamo tutti esempi di cittadinanza partecipata: volontariato senza etichette di partito, senza schieramenti religiosi, senza razzismi».Nel frattempo il fenomeno si è espanso a macchia d’olio e ora quasi ogni quartiere della città ha la sua chat, in alcuni casi anche la singola via ha creato un suo gruppo. Nel forese la cosa ha preso piede in modo anche più radicato: «Nel paesino ci si conosce tutti, c’è più fiducia tra le persone e soprattutto si avverte molto di più il problema dei furti».

Uno dei fondatori dei gruppi:
«Siamo solo un supporto,
la prima cosa è chiamare il 112»

Il proliferare delle iniziative ha fatto nascere anche una sorta di coordinamento superiore: «Abbiamo creato un gruppo che si chiama Ravenna Sos Chat, che ha anche una pagina Facebook, dove oggi sono inseriti una quarantina di referenti di singoli quartieri in modo tale che la segnalazione partita da una zona della città possa propagarsi anche altrove nell’interesse di tutti». Per non perdere tempo e mandare tutto a ramengo è stato necessario mettere in fila un po’ di regole: «Non ci si scambia messaggi sulla Juventus, non si mandano faccine, non si parla di sciocchezze o dell’asilo».

E su una cosa in particolare Emiliani ci tiene a fare chiarezza: «Non facciamo ronde e non ci sostituiamo a polizia o carabinieri. Sappiamo che a qualcuno delle forze dell’ordine non piacciamo e altri invece apprezzano il nostro contributo. Nel decalogo che ci siamo dati è scritto ben chiaro che in caso di avvistamenti di situazioni sospette la prima cosa da fare è la telefonata al 112 e solo dopo inviare una segnalazione sul proprio gruppo. Il ladro fa il ladro e noi cerchiamo di tenere vivi i quartieri creando una maglia stretta che renda difficile la vita ai delinquenti. Chiamateci volontari, patrioti o come vi pare».

Poggiali assolta, la difesa: «Un processo da un contagio collettivo di pregiudizi»

In primo grado l’ergastolo, in appello “il fatto non sussiste”: nel 2014 la 45enne ex infermiera non ha ucciso la paziente morta nel suo reparto all’ospedale di Lugo. L’avvocato Valgimigli: «Decesso per cause naturali. Era mancato il diritto a un giusto processo». La donna torna a casa «tra gli affetti dei suoi cari che non sono mai mancati in tre anni di carcere»

Daniela Poggiali in aula a Ravenna

«Non è stato un omicidio, non c’è stata una iniezione letale di potassio: Rosa Calderoni è morta per cause naturali e Daniela Poggiali è finita a processo per un contagio collettivo di pregiudizi ma ora è una donna libera dopo l’ergastolo di primo grado». L’avvocato Lorenzo Valgimigli, raggiunto al telefono, traduce così la formula “il fatto non sussiste” con cui la corte d’assise d’appello dopo una camera di consiglio di due ore e mezzo ha assolto la 45enne ex infermiera dell’ospedale di Lugo condannata in primo grado al fine pena mai per l’omicidio di una paziente 78enne deceduta l’8 aprile 2014 durante il ricovero nel suo reparto all’Umberto I. «Avevo parlato di scalata dell’Himalaya quando ho preso in mano il caso… pare che ci siamo riusciti anche se è un giudizio provvisorio e potrà esserci ricorso in Cassazione».

La lettura del dispositivo di assoluzione ha reso immediatamente esecutiva la scarcerazione: la donna è stata riaccompagnata in carcere per le pratiche burocratiche e ora è libera di tornare alla propria abitazione di Giovecca. In cella era entrata la prima volta a ottobre del 2014 in custodia cautelare. «Non ho avuto modo nemmeno di scambiare due battute dopo la sentenza – dice il legale che ha preso la difesa dell’imputata solo dopo il primo grado – ma ho incrociato i suoi occhi e aveva uno sguardo che era tutto un programma».

La perizia medico-legale richiesta dai giudici d’appello e depositata a fine giugno aveva aperto uno spiraglio importante a favore della difesa: «Prima di tutto ci tengo a ricordare che parliamo di una perizia disposta dalla corte accogliendo una nostra istanza. Dopo averla letta le speranze sinceramente c’erano ma fino alla lettura del dispositivo era difficile potersi sentire sicuri». La perizia in buona sostanza afferma che non è imputabile con certezza la morte a cause esterne: «In primo grado è mancato l’approfondimento scientifico, il giudice ha deciso di fare il perito dei periti senza avvalersi di una consulenza super partes ma decidendo sulla scorta di quanto fornito dalle parti. Al primo vaglio terzo e imparziale è arrivato un parere importante. Voglio ringraziare gli straordinari professonisti che hanno collaborato con noi permettendoci di costruire un’istanza che ha portato la corte ad approfondire». Perché su questo si è giocato il tutto: «In parole povere abbiamo detto ai giudici “voi dovete approfondire il caso perché a Ravenna è mancata una perizia”. Daniela aveva diritto al giusto processo e per dimostrare che così non è stato l’unico modo era fare una perizia».

Quasi tre anni di carcere, una reputazione schiacciata da un’accusa pesantissima, una vita stravolta in tutto e ora una sentenza di assoluzione. Il ritorno alla vita normale è ora il passo più complesso: «La libertà tanto agognata non sarà facile da affrontare ora – conclude Valgimigli –. Ma Daniela è una donna di Giovecca e le donne di Giovecca sono abituate a soffrire, discendenti di quelle donne che subirono un pesante martirio durante la guerra di Resistenza. Daniela ha dimostrato di saper reggere la pressione con una forza di carattere del tutto inusuale, una fierezza femminile che da molti è stata interpretata a suo danno. Le servirà tempo ora ma può contare sugli affetti dei suoi cari che non sono mai mancati».

Alberto Angela a Ravenna «per un viaggio dinamico nel tempo». In tv il 26 luglio

Le telecamere di Superquark hanno accompagnato il celebre divulgatore per diversi giorni tra monumenti e mosaici e siti culturali della città: «Per rendere tutti orgogliosi del proprio patrimonio». Le immagini andranno su Rai Uno in due puntate

RAVENNA 07/07/17. ALBERTO ANGELA
Alberto Angela alla Domus dei tappeti di pietra

«La grande storia è fatta di piccole storie», evidenzia Alberto Angela. Raccontarle è importante perché solo così si può avere un quadro completo: «Il nostro Paese ha un patrimonio incredibile, ma non basta avere il patrimonio. Lo puoi unire e fare un racconto che passa da un sito Unesco a un altro. Il nostro Paese è come un grande libro di storia che si può sfogliare». Ravenna permette di compiere questo grande viaggio, un viaggio «dinamico nel tempo», tenendo conto, precisa Angela, che «il passato è uno specchio del presente. Non esiste il passato. Esiste un eterno presente».

Il celebre divulgatore scientifico e conduttore televisivo ha trascorso alcuni giorni in città per realizzare le riprese che la trasmissione Superquark manderà in onda su Rai Uno in due puntate, il 26 luglio e il 23 agosto. In un momento di pausa all’interno della Domus dei tappeti di pietra ha incontrato la stampa locale.

«Il nostro è un paese dove ogni volta puoi raccontare la storia attraverso la bellezza. A volte la storia la riesci a raccontare attraverso la bellezza dell’arte», dice Angela, e in questa prospettiva, Ravenna ha tanto da dire, un patrimonio del quale andare orgogliosi. Ed è proprio su questo aspetto che punta Alberto Angela con la sua èquipe: «Rendere tutti orgogliosi del proprio patrimonio», andando oltre alla distrazione e all’abitudine ad avere a disposizione, quotidianamente, tali ricchezze. In questo, verrebbe da dire, ci sta riuscendo più che bene. Se in tanti, in questi giorni, hanno voluto incontrarlo, farsi un selfie con lui, è anche per questo. Non solo perché è una persona famosa, ma perché racconta la bellezza del nostro Paese, perché l’arte parla alle generazioni, perché, come sottolinea «dall’inanimato può venire fuori la vita».

Non solo tessere, dunque, bensì la vita. «Ci si appassiona tutti quanti. Queste cose sono un piacere per gli occhi e per l’anima» racconta, e vedi che gli si illuminano gli occhi. Questo a Ravenna lo sappiamo bene, lo sperimentiamo ogni giorno, quando vediamo i turisti ammirati e colmi di stupore. La vita, dicevamo, perché «dietro queste opere ci sono persone, persone come noi». Ecco allora sorgere tante domande: «Chi le ha realizzate? Chi erano quelli che mettevano le tessere? Che fine hanno fatto? Dove sono? Chi erano? Come avevano imparato il mestiere? C’era una bottega, certo. Chi è che gliele ha ordinate? Come concepivano il mondo allora?».

Alberto Angela incontra la stampa locale durante le riprese di Superquark alla Domus dei tappeti di pietra

Se Alberto Angela oggi è a Ravenna è perché Ravenna, da sempre, è stata raccontata. Illustri viaggiatori lungo il corso dei secoli hanno riportato nei loro taccuini di viaggio impressioni su questa antica città, descritta come quieta e silenziosa, splendente nell’oro dei suoi mosaici. Ravenna fa parte dei grandi repertori dell’arte dei primi secoli. Giovanni Ciampini, alla fine del ‘600, pubblica Vetera Monimenta, una ricerca sui grandi monumenti dell’antichità, un’opera sublime, preziosissima, nella quale la nostra città non teme assolutamente il confronto con altri autorevoli contesti storici; meravigliose incisioni corredano i due volumi. Poi Raffaele Garrucci, gesuita indefesso, che pubblica nella seconda metà dell’800 un’opera monumentale sulla storia dell’arte cristiana, dove le immagini dei nostri Battisteri e delle nostre Basiliche sono splendidi disegni ricavati dalle foto di Luigi Ricci, padre di Corrado Ricci.

Numerose le guide per accompagnare i forestieri, ma anche i ravennati, alla scoperta della nostra bella città. Sull’imbrunire del ‘700 Francesco Beltrami, prete ravennate, suddivide la sua opera in tre giornate. Tre giorni a Ravenna! È il minimo, per poterla ammirare tutta. Negli anni ’20 dell’800 Francesco Nanni accompagna Il forestiere in Ravenna: ci voglio almeno due giorni per scoprirla! Anche Corrado Ricci racconta la nostra città, nella sua Guida di Ravenna, opera sulla quale più volte è tornato per arricchirla e correggerla, ampliarla e modificarla, un testo che fa ancora oggi storia. Quanti gli autori che andrebbero ricordati, di ieri e di oggi.

Se un tempo, per descrivere Ravenna, c’era bisogno di ampi carteggi e di pesanti lastre di rame, disegni e foto all’albumina (fino al 3 settembre al Museo Nazionale di Ravenna sono visibili le matrici della prima guida del Ricci), oggi nuovi sguardi e prospettive schiudono le bellezze della nostra città.

Marinara va a ruba, l’agenzia: «Tutti gli appartamenti sono occupati per l’estate»

Dieci anni dopo l’inaugurazione, il porto turistico a Marina di Ravenna pare aver conquistato l’appeal di villeggianti disposti a spendere: un locale da sei persone si paga 280 euro a notte. La testimonianza di chi gestisce 42 immobili

IMG 1025Nata per dare alloggio ai diportisti, la crisi ha portato Marinara a cambiare i suoi piani. Oggi il porto turistico è con ogni probabilità la struttura ricettiva più importante di Marina di Ravenna. A gestire i 42 appartamenti di proprietà di Tim (Terza Iniziative Marinare), più altri che sono invece di singoli cittadini, è Halldis, società milanese specializzata in questi servizi e tra le più importanti a livello internazionale nella gestione di case vacanze. Ad occuparsene, da tre anni, è Anna Neri che dice di essere molto soddisfatta di come sta andando il mercato delle locazioni a Marinara: «Per quanto riguarda l’estate del 2017 siamo praticamente overbooking». Tutto esaurito.

«Essere riusciti a mettere sul mercato questi appartamenti è stato un successo importante. La crescita è stata costante», spiega Neri. Le recensioni dei siti specializzati sono positive: sul sito Booking gli appartamenti Halldis ottengono un voto medio di 8,9, con apprezzamenti particolari per l’ampio parcheggio e la posizione a pochi passi dal mare. Gli appartamenti conquistano in particolare le coppie. Il turista che arriva, poi, dovrebbe essere quello che piace ai commercianti: «Parliamo di persone che possono permettersi una fascia di prezzo medio-alta», conferma Neri. Per un appartamento da sei persone si parla di circa 280 euro a notte in alta stagione.

La novità degli ultimi dodici mesi riguarda invece il periodo non tipicamente vacanziero: «Abbiamo avuto diverse prenotazioni anche in inverno da parte di tecnici che venivano a Ravenna per lavoro. Quando si parla di Marina si guarda soprattutto al periodo estivo ma a volte ci si dimentica che attorno al paese ci sono tante altre attività». Chi viene in vacanza se ne va con un’impressione positiva: «Le persone apprezzano, sono contenti dei servizi di Marinara. Certo, inizialmente gli appartamenti erano stati acquistati per essere rivenduti ma poi ci si è dovuti adeguare al mercato dell’edilizia».

Faenza fa festa il martedì sera: negozi aperti, teatro e concerti itineranti

In arrivo anche musica e spettacoli per famiglie

A Faenza l’appuntamento con gli eventi estivi in centro storico è al martedì, a partire dal 4 luglio e fino al termine del mese di agosto, tra arte, cultura, gastronomia e spettacolo con mercatini e negozi aperti a partire dalle 19.30 (info e programma su www.faenzacentro.it). Tornano poi rassegne consolidate come “Teatro Masini Estate”, dedicata quest’anno ai giovani e alle famiglie con cinque appuntamenti sotto al cielo stellato del “salotto” di piazza Nenni nei lunedì sera del mese di luglio, scelti tra le migliori produzioni nazionali del teatro ragazzi. Giunge alla sesta edizione, infine, la rassegna di concerti itinerante “In tempo”, organizzata dalla scuola di musica Sarti in collaborazione con associazioni e festival musicali del territorio per un programma denso di appuntamenti che spaziano, come di consueto, dalla musica classica al jazz, dalla lirica al contemporaneo sotto la direzione artistica di Donato D’Antonio. Dopo l’anteprima del 21 giugno il primo appuntamento è il 5 luglio con “Le stagioni di Vivaldi” in piazza Nenni, a eseguirle al violino solista il maestro Roberto Noferini e l’Ensemble Faventia (info e programma su www.scuolasarti.com).

Il vicesindaco: «In quattro anni assumeremo 43 agenti di polizia municipale»

Fusignani: «La task force  antiabusivi sui lidi funziona, stiamo pensando a corsi di formazione per i referenti dei gruppi Whatsapp»

Fusignani2
Il vicesindaco Eugenio Fusignani

«La nostra intenzione è portare la polizia municipale di Ravenna a pieno organico. Al momento abbiamo 177 agenti, ce ne servono 220». Il vicesindaco con delega alla Sicurezza, Eugenio Fusignani, traccia un bilancio del primo anno di azioni svolte dall’amministrazione. L’8 luglio, annuncia, entrerà in servizio il nuovo comandante Andrea Giacomini, «con il quale abbiamo già portato avanti diversi ragionamenti».

Vicesindaco, partiamo dal concorso per le nuove assunzioni dei vigili per fare il punto sull’organico della municipale.
«Siamo ancora abbastanza distanti dal pieno organico, il comando è sotto di 43 unità. Al momento ci sono 177 agenti ma per presidiare il territorio ne servono 220. In questo senso il concorso è un passo importante: quest’anno nel piano assunzioni del Comune sono previste 12 unità di personale in più. Di queste, dieci sono vigili: sette usciranno da questo concorso, gli altri tre sono arrivati dalla mobilità esterna. Il nostro piano è di recuperare il gap entro la fine della consiliatura. Il mio ideale, una volta concluso il concorso che porterà ad una nuova graduatoria, sarebbe di dieci assunzioni annue. Un dato di massima che deve naturalmente tenere conto dei fabbisogni totali dell’amministrazione».

Ravenna E DintorniL’opposizione, con Cambierà, dice che i funzionari (17) e soprattutto gli ispettori (46) sono troppi e poco utilizzati nel presidio del territorio. Come risponde?
«Non voglio dare troppo peso alle polemiche ma Cambierà deve informarsi meglio: gli ispettori sono agenti di polizia municipale che non sono in ufficio ma in strada. Proprio la presenza di agenti in centro e in spiaggia è stata una delle azioni che abbiamo messo in campo. Alle nuove assunzioni a tempo indeterminato, che svecchieranno il corpo, si aggiungono i rinforzi estivi a tempo determinato che quest’anno sono passati da 20 a 38».

La task force antiabusivismo sta funzionando?
«Le iperboli non mi piacciono ma devo dire che in questo caso è azzeccata: si tratta proprio di una task force. Lo scorso anno ci siamo concentrati su Lido di Classe e Lido di Savio, dove il tema era molto sentito, quest’anno abbiamo esteso il controllo agli altri lidi. Presto per fare bilanci, però credo che le forze messe in campo si vedono; i venditori abusivi sono molti di meno ma rendiamoci conto che zero non saranno mai. Alle azioni sul campo alterniamo anche quelle a monte, sequestrando la merce dai fornitori».

Multe agli accattoni in centro:
«Queste persone devono capire
che così non risolvono problemi»

Ha destato invece qualche polemica, soprattutto a sinistra, la scelta di contrastare con le multe l’accattonaggio in centro. Funzionano davvero?
«Non sono le multe che mi interessano. Certo, dobbiamo agire nella cornice delle leggi di questo Paese ma il punto è far capire che questa città ha le strutture e i servizi sociali in grado di accogliere e aiutare tutti. A queste persone va spiegato che la soluzione ai loro problemi non è quella di stare fermi in piazza a chiedere un euro. Allo stesso modo la città non si può lavare la coscienza con lo spicciolo al questuante ma deve essere in grado di rispondere a queste situazioni. Al momento abbiamo comunque spostato il pattugliamento dei vigili verso il mare perché con questo organico siamo costretti a fare delle scelte. In ogni caso stiamo stringendo anche accordi con i volontari, ad esempio con l’Associazione nazionale carabinieri, che ci potranno dare una mano anche per la professionalità maturata durante gli anni del servizio».

WhatsappA proposito di volontariato, a che punto siamo con l’istituzionalizzazione dei gruppi Whatsapp?
«In ritardo. È un percorso che va fatto insieme ai consigli territoriali, ed era iniziato con quelli in carica lo scorso anno. L’insediamento dei nuovi ha rallentato il processo che ora ricomincerà. Intendiamoci: si tratta di gruppi spontanei, non è nostra intenzione guidarli direttamente. Ci piacerebbe però individuare un paio di responsabili che si interfaccino con i consigli territoriali e le forze dell’ordine, magari dotandoli di un’app. Pensiamo a dei corsi di controllo del vicinato e ad una comunicazione ordinata che eviti allarmismi come quello accaduto tempo fa a Roncalceci quando arrivarono diverse chiamate al numero d’emergenza  per segnalare una persona incappucciata con un zaino che si aggirava per le case. Alla fine era un ragazzo uscito dalla palestra che si stava proteggendo dal freddo».

In campagna elettorale si è parlato anche di incentivi per chi investe su sistemi di allarme e telecamere. L’idea è ancora sul tavolo?
«Sì, l’idea di incentivare anche i sistemi di sorveglianza privata esiste ma dobbiamo ragionarci in termini di fattibilità economica. Intanto ci piacerebbe ammodernare il sistema di videosorveglianza pubblico con tecnologie da installare in punti strategici che siano in grado di sventare i furti in tempo reale, non soltanto di aiutare nelle indagini una volta compiuto il reato».

Vie dell’Amicizia: Riccardo Muti da Tehran a Ravenna sulle note della fratellanza

Muti Iran Sala TehranGrande successo per il concerto in Iran. L’evento riproposto al Pala De Andrè, sabato 8 luglio, alle 21

Vent’anni dopo il primo viaggio a Sarajevo de “Le Vie dell’Amicizia”, la XXVIII edizione del Festival ha raggiunto l’antica Persia: da Ravenna è partita la “missione” che ha portato oltre 200 musicisti italiani e iraniani a esibirsi presso la Vahdat Hall di Tehran il 6 luglio, con un programma interamente dedicato all’italianissimo Giuseppe Verdi. Nello spirito di fratellanza che fin dal 1997 anima il progetto in luoghi simbolo della storia antica e contemporanea, gli artisti iraniani seguiranno i loro colleghi italiani a Ravenna, per il concerto di sabato che vedrà Oriente ed Occidente salire una volta ancora sullo stesso palco, accompagnati dall’eco dei calorosi e scroscianti applausi che hanno salutato l’esecuzione a Tehran e di fronte a una platea di quasi 4000 spettatori.
Due civiltà millenarie fiorite a migliaia di chilometri di distanza; due lingue di poeti  – quella di Dante Alighieri e quella di Omar Khayyam; due città, l’una piccolo gioiello tempestato di mosaici, l’altra metropoli da quindici milioni di abitanti abbracciata da ogni parte da montagne desertiche. Una sola orchestra e un solo coro, diretti da Riccardo Muti nella lingua universale – e nell’universo sentimentale – di Giuseppe Verdi.
«Fra i più importanti appuntamenti di sempre de “Le Vie dell’Amicizia”», ha affermato Riccardo Muti, il concerto già applaudito a Tehran è riproposto a Ravenna sabato 8 luglio (alle 21 al Pala De André), rinnovando l’unione fra artisti italiani e iraniani, là dove l’amore per la musica prevale su qualsiasi differenza.

Scritta Iran Muti

Il progetto per un doppio concerto a Tehran e Ravenna è arrivato a meno di due anni dalla ricostituzione dell’Orchestra Sinfonica e del Coro di Tehran, formazione i cui ottant’anni di storia hanno accompagnato le vicende del Paese. Per Ravenna Festival, la TSO si è unita all’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” e a musicisti delle principali Fondazioni Lirico Sinfoniche (Petruzzelli di Bari, Comunale di Bologna, Maggio Musicale Fiorentino, Carlo Felice di Genova, San Carlo di Napoli, Scala, Massimo di Palermo e Opera di Roma). L’orchestra di oltre 100 elementi così costituita, accanto all’altrettanto numeroso coro (composto per metà da artisti italiani del Coro del Teatro Municipale di Piacenza e per l’altra metà da artisti iraniani) si esibisce in un programma di arie, sinfonie e cori, solisti il tenore Piero Pretti, il baritono Luca Salsi e il basso Riccardo Zanellato.
Dal primo storico concerto a Sarajevo i passi del Festival si intrecciano a quelli de “Le Vie dell’Amicizia”, ponti di fratellanza che rappresentano lo spirito profondo della manifestazione e il culmine del suo progetto culturale: costanti dei concerti la direzione di Riccardo Muti – da sempre ambasciatore di cultura nel mondo – e il coinvolgimento di musicisti delle città meta del viaggio.
Questo nuovo appuntamento del Ravenna Festival è stato reso possibile grazie alla partnership con la Fondazione Roudaki e la collaborazione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, del Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, della Regione Emilia-Romagna, dell’Ambasciata d’Italia a Tehran, dell’Ambasciata e dell’Istituto Culturale della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia. Il concerto di Ravenna è realizzato con il contributo della Fondazione e della Cassa di Risparmio di Ravenna.
Si rinnova inoltre la collaborazione con la RAI, testimone d’eccezione dei “Viaggi dell’Amicizia”, con la diretta di RadioTre da Ravenna l’8 luglio e la ripresa televisiva trasmessa il 21 luglio in seconda serata da Rai1.

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org . Biglietteria serale al Pala de André dalle ore 19: tel. 331 1795599. Il servizio navetta gratuito per il Palazzo de Andrè, realizzato in collaborazione con Start Romagna e con il contributo di Tecno Allarmi Sistemi, percorrerà 2 volte la tratta Stazione – Palazzo M. De André, con partenza da Piazza Farini, alle ore 20.15 e 20.30. Al termine dello spettacolo due corse riporteranno gli spettatori al capolinea.


Sotto una fotogallery dal reportage di Silvia Lelli

Mirabilandia compie 25 anni e vuole regalarsi un albergo e due milioni di visitatori

Il parco è stato costruito nel 1992: per il 2017 insegue il record di ingressi finora superato solo nel 2008 e 2009. Pronto il progetto per un albergo da 150 stanze. Parla il direttore Giampaolo

Mirabilandiajpg01
Il direttore Bernard Giampaolo

Mirabilandia resterà per la prima volta aperta anche in inverno, in occasione del Natale, nei weekend e nei giorni di festa dall’8 dicembre fino all’Epifania. Una novità dettata dal grande successo che sta ottenendo il parco dei divertimenti della Standiana in occasione di Halloween quando, l’anno scorso, è stato registrato il record assoluto di visitatori in una sola giornata, 33mila, a fronte dei circa 30mila dei picchi dell’estate (quando è compresa oltretutto l’area “beach”). L’annuncio è arrivato direttamente da Bernard Giampaolo, direttore del parco dal novembre del 2015, nel corso di un incontro con la stampa organizzato per dare simbolicamente il via ai festeggiamenti del 25esimo anniversario di Mirabilandia, inaugurata appunto nel 1992. «Un compleanno importante – dice Giampaolo – che abbiamo deciso di celebrare rinnovando tutti i nostri spettacoli (in particolare il “night show” delle 22 con proiezioni sull’acqua, giochi di luce,fontane danzanti e fuochi di artificio, ndr) e offrendo ai nostri visitatori un’emozione supplementare, quella della realtà virtuale, da vivere su un roller coaster». Il riferimento è alla novità di questa stagione estiva, la realtà virtuale applicata (indossando gli appositi visori) a una delle montagne russe già presenti nel parco, il Master Thai, per un investimendo di oltre mezzo milione di euro.

Uno degli sforzi messi in campo dalla proprietà – dal 2006 il gruppo spagnolo Parques Reunidos – per tentare di raggiungere nuovamente l’ambizioso obiettivo (da sempre sbandierato) dei 2 milioni di visitatori annui (calcolati da ottobre a settembre), soglia superata solo nel 2008 e nel 2009. L’obiettivo concreto per il 2017 , in particolare, è quello di superare almeno il tetto di 1 milione e 600mila visitatori, dopo che il 2016 si è chiuso con circa 1,4 milioni di presenze, il dato peggiore dal 2012, comunque a debita distanza dai primi fallimentari anni novanta. «Ora siamo impegnati a portare Mirabilandia ai fasti del passato e quest’anno è partito molto bene. Il calo degli ultimi anni in termini di visitatori – commenta Giampaolo – è dovuto in particolare alla crisi globale che ha colpito l’Italia, dal 2009 in avanti, e dall’aumento della concorrenza, anche se credo che alla lunga quest’ultimo aspetto sia un bene, se i parchi funzionano, al contrario invece delle critiche sul web anche a una sola struttura, che diventano poi un danno per tutti i parchi».

DCIM100GOPROG0011431.JPG
I nuovi visori per la realtà virtuale del Master Thai

Altro obiettivo di Mirabilandia è quello di raddoppiare a breve il numero di visitatori stranieri, che al momento rappresentano circa l’8 percento del totale. «Il mio sogno è che si arrivi al 50 percento, dobbiamo diventare un parco di destinazione europea», continua Giampaolo, che sottolinea però come Mirabilandia sconti l’ormai cronico problema delle infrastrutture e dei collegamenti stradali e ferroviari, a partire dalla mancanza dell’alta velocità. «Ci stiamo arrangiando andando a prendere i turisti direttamente in hotel, da Cattolica fino a Marina di Ravenna, con viaggi in pullman di andata e ritorno. Un esperimento che sta funzionando molto bene». Così come il direttore pare essere soddisfatto della collaborazione più stretta avviata l’anno scorso in occasione di Halloween con il Comune di Ravenna e la città d’arte. «Abbiamo organizzato una parata in centro e continueremo a collaborare: credo sia normale offrire a una famiglia come destinazione turistica il divertimento e i mosaici allo stesso tempo».

E a proposito di turismo, arriva dal direttore la conferma dell’intenzione di realizzare un albergo all’interno del parco. «Abbiamo già firmato un accordo con le istituzioni per un progetto da 150 stanze e una capienza complessiva di 800-900 persone ma non riesco ancora a dare tempi più precisi: ci lavoriamo senza fretta, per fare le cose per bene, sperando che anche le normative in materia, nel frattempo, si adeguino ai tempi: non è un caso che in questa zona nessuno costruisca più nuovi alberghi…».

L’ultima battuta è sul Natale. «Vogliamo essere un’alternativa a quanto già viene offerto in zona per le feste. Non abbiamo paura del freddo, il periodo natalizio renderà ancora più magico il parco, che verrà interamente tematizzato. Ho sentito spesso la gente lamentarsi per la mancanza di parcheggi o i prezzi troppo elevati delle attrazioni nelle varie città in occasione del Natale, noi offriremo invece un pacchetto all-inclusive con tanto di parcheggio e attrazioni compresi, a un prezzo molto vantaggioso. Diciamo che sarà un regalo anticipato ai nostri abbonati, a cui teniamo molto». Abbonati – quasi tutti della provincia, o comunque romagnoli – che quest’anno sono circa 25mila.

Paziente morta, in appello assolta l’ex infermiera Poggiali accusata di omicidio

A Bologna il giudizio di secondo grado ribalta l’ergastolo di Ravenna per il decesso di una 78enne in ospedale a Lugo nel 2014. La 45enne torna in libertà dopo quasi tre anni passati in cella

RAVENNA 29/01/16. PROCESSO DANIELA POGGIALI
Daniela Poggiali in aula con il suo avvocato, Stefano Dalla Valle

La 45enne ex infermiera Daniela Poggiali è stata assolta in appello dall’accusa di omicidio volontario di una sua paziente, la 78enne Rosa Calderoni deceduta l’8 aprile del 2014 all’ospedale di Lugo. La corte d’assise d’appello di Bologna ha quindi ribaltato la sentenza di primo grado che a Ravenna aveva inflitto l’ergastolo alla donna ritenendola colpevole di aver ucciso l’anziana con una dose massiccia di potassio iniettato tramite una flebo. Poggiali si trovava in carcere da quasi tre anni: prima in custodia cautelare e poi in esecuzione della condanna subita in primo grado. Dopo la lettura del dispositivo a Bologna verrà accompagnata al carcere della Dozza e potrà tornare a casa.

La perizia disposta dalla corte d’assise d’appello di Bologna e depositata nei giorni scorsi lasciava spazio a vari dubbi. In particolare i periti incaricati non individuano con certezza le cause della morte. Non è cioè sicuro al cento per cento se la 78enne di Russi l’8 aprile di tre anni fa sia morta per cause naturali o per la somministrazione di potassio che, secondo la tesi dell’accusa accolta in primo grado dai giudici, le avrebbe somministrato l’infermiera condannata. Il quadro clinico sarebbe infatti solo in parte compatibile con una somministrazione letale di potassio.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi