Il 2017 del Mar senza mostra fa discutere «Solo i privati possono salvare il museo»

La ricetta di Bucci (La Pigna) per il rilancio della loggetta. E anche Cambierà attacca. Il prossimo grande evento nel 2018, dopo la Biennale

«Lasciare un museo senza la grande mostra annuale è una bestemmia inaudita che dimostra la totale mancanza di capacità organizzativa nella predisposizione degli investimenti e la mancanza di lungimiranza, nonché di obiettivi». Non usa mezzi termini Samantha Tardi, consigliera comunale di opposizione del gruppo Cambierà (il comunicato integrale tra gli allegati) per commentare una notizia in realtà già nota da tempo: nel 2017 – per la prima volta dal lontano 2003 – non sarà allestita la grande mostra al Museo d’Arte della città di Ravenna. Dopo la fine dell’era Spadoni (vedi intervista tra gli articoli correlati) e il cambio di Amministrazione, il futuro del Mar appare incerto da mesi e il sindaco Michele de Pascale, già poco dopo il suo insediamento, aveva dichiarato l’intenzione di puntare come primo obiettivo al rilancio della Biennale del Mosaico, che si terrà nell’autunno di quest’anno. Per le grandi mostre ci sarà quindi spazio negli anni in cui non ci sarà la Biennale, nel 2018 e nel 2020. Intenzione questa confermata recentemente anche in un’intervista al Carlino.

«Confinare l’attività del Mar a mere esposizioni biennali – è la critica anche di un altro consigliere comunale, Maurizio Bucci della Pigna – significa procurare una lenta agonia a una istituzione tanto prestigiosa a livello nazionale e internazionale e entrata, con i suoi appuntamenti, nel cuore dei ravennati».

Bucci in particolare se la prende con la politica di centrosinistra per aver sperperato risorse nel progetto Capitale della Cultura 2019 e in piccoli centri di potere «a beneficio di rappresentanti del Pd», piuttosto che finanziare un’istituzione come il Mar e ora auspica l’intervento dei privati.

«Per la messa a norma della Loggetta – continua Bucci entrando nel dettaglio – tra impianti di riscaldamento, raffrescamento e altre opere occorrerebbero oltre 500mila euro, impegno finanziario che una mostra biennale non sarebbe certo in grado di sopportare. Da parte del sottoscritto si rinnova la disponibilità, offerta già in passato alla giunta, a collaborare in chiave gestionale-promozionale-manageriale, avanzando serie e concrete proposte, ma il Pd non ha mostrato l’umiltà di ascoltare e valutare nuove idee: preferisce chiudere. Il progetto, in sé assai semplice, consiste nell’affidamento della Loggetta Lombardesca in contratto trentennale e nell’individuazione di una fondazione o istituto, di livello internazionale, per il rilancio del Mar. Solo i privati possono salvare la loggetta lombardesca e il Mar dalla fine che la politica ha già decretato».

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