Ancarani: «Per il Pd è più facile chiedere verità per Regeni che per Rossi di Mps»

Il consigliere comunale di Forza Italia commenta la bocciatura del suo ordine del giorno che proponeva di esporre uno striscione sul balcone del municipio sul caso controverso della morte del dirigente bancario, sulla scia di quanto fatto per il ricercatore ammazzato in Egitto

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David Rossi: a sinistra il suo corpo dopo la caduta dalla finestra

«Per la maggioranza che governa Ravenna chissenefrega se un poveretto probabilmente è stato buttato giù dalla finestra perché sapeva cosa che non andavano dette, meglio parlare di un ricercatore ucciso in un paese straniero da un regime non democratico». Alberto Ancarani, consigliere comunale di Forza Italia, commenta così la bocciatura del suo ordine del giorno con cui chiedeva di esporre al balcone del municipio uno striscione con la scritta “Verità e giustizia per David Rossi” sull’esempio di quanto accaditp a gennaio per Giulio Regeni.

«Il voto rappresenta la certificazione della totale disonestà intellettuale che alberga dalle parti della maggioranza – attacca il forzista –. La tesi con la quale il Pd ha bocciato la richiesta è la seguente: la magistratura italiana ha deciso che Rossi, capo comunicazione della banca Montepaschi di Siena, si è suicidato mentre Regeni è stato assassinato. Le arcinote ipotesi alternative, comprese certe possibili lacune investigative della magistratura senese, in questo caso non sono state prese in considerazione. Com’è noto Mps era un feudo politico del Pd che attraverso l’omonima fondazione ne ha governato i destini, e dunque ne ha causato le perdite, per decenni. Probabilmente i colleghi di partito di Ravenna preferiscono che della loro ex banca non si parli più».

Ancarani ricorda poi che nella consiliatura precedente la maggioranza dello stesso colore aveva bocciato un altro odg a firma azzurra per chiedere di appendere uno striscione per chiedere la liberazione dei Marò, «dopo che ne erano stati appesi vari per Rossella Urru, per le due Simone e per varie cause terzomondiste e dunque considerate sufficientemente politically correct da avere dignità per poter deturpare il balcone di un municipio governato dal Pd. Per Forza Italia la facciata del municipio non dovrebbe mai essere usata per simili campagne. Ma se si sceglie di farne una a maggioranza, non ci si indigni se l’opposizione ne propone un’altra».

Lo striscione per Regeni, nell’ambito della campagna sostenuta da Amnesty, era stato al centro di un equivoco innescato da una mossa maliziosa di Ancarani su Facebook. Il messaggio venne esposto in occasione dei due anni dalla morte e quando un messo comunale lo rimosse come previsto dalla tempistica, il forzista fece una foto e la pubblicò sui social scatenando la reazione di chi interpretarono quella foto con un messaggio ambiguo come la celebrazione di un blitz autonomo per la rimozione. In quel caso il sindaco dichiarò che «la facciata del Comune è a disposizione di tutte le battaglie di civiltà».

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