Interrogazione in Regione: «Bisogna tutelare lo sciacallo avvistato a Brisighella»

Intervento di Gibertoni (Misto) per chiedere la protezione del canide comparso per la prima volta sulle colline faentine a febbraio 2022

Canis Aureus Syriacus 114837596Sulle colline di Brisighella è stato avvistato lo sciacallo dorato e la capogruppo del Misto in consiglio regionale, Giulia Gibertoni, ha presentato un’interrogazione per chiedere alla giunta Bonaccini di tutelare il canide simile alla volpe nel territorio dell’Emilia-Romagna. «Vive in branchi di piccole dimensioni, proveniente dall’Europa orientale e sta espandendo spontaneamente il suo areale in Italia, in cui si stimano un centinaio di esemplari».

In Emilia-Romagna, spiega la consigliera, il primo avvistamento, tramite fototrappole, risalirebbe al febbraio 2022 ai confini del Parco regionale della Vena del gesso romagnola nel comune ravennate di Brisighella. Gibertoni riporta le parole del sito istituzionale della Regione Emilia-Romagna: «Questo piccolo canide non è pericoloso per l’uomo e si comporta principalmente da spazzino, alimentandosi prevalentemente di carogne, il suo arrivo rappresenta quindi una novità importante per la biodiversità del Parco regionale della Vena del gesso romagnola e di tutto il territorio regionale. Conformemente ai suoi compiti istituzionali, l’Ente di gestione dei Parchi e la Biodiversità Romagna avvierà un’azione di monitoraggio di questa importante specie che arricchisce il già straordinario patrimonio faunistico del Parco».

La consigliera Gibertoni vuole, quindi, sapere dall’esecutivo regionale “quale sia la presenza e la distribuzione della specie in Emilia-Romagna, se siano in corso azioni di monitoraggio e di studio dello sciacallo dorato, e con quali risultanze, e se si preveda l’attivazione di campagne informative per agevolare la convivenza con questo animale”. In particolare, poi, la capogruppo chiede alla giunta “se non reputi necessario utilizzare lo stesso atteggiamento che ha visto nell’arrivo dello sciacallo dorato ‘una novità importante per la biodiversità del Parco regionale della Vena del gesso romagnola e di tutto il territorio regionale’ anche per altre specie che, invece, di volta in volta, vengono definite parautoctone o alloctone, di cui si pianifica l’eradicazione totale”.

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