Com’è cambiata Ravenna da quel lontano 2006?

La morte di Fabrizio Matteucci ci ha spinto tutti ad andare a ripercorrere dieci anni della nostra città. Cercando poi magari di capire anche come Ravenna sia cambiata dal 2006 a oggi, considerando pure i (quasi) quattro anni dell’Amministrazione guidata dal suo successore, Michele de Pascale.

Il modello Marina di cui tanto si era discusso nell’era Matteucci, per esempio, è stato finalmente ridefinito? Tramontata l’ipotesi di portare un turismo più facoltoso a Marinara (sempre che qualcuno, davvero, ci abbia mai creduto) e allentate le catene delle famose ordinanze anti-sballo, gli ormai mitologici “emiliani degli happy hour” non sono tornati e la località è cresciuta grazie quasi esclusivamente solo ad alcuni operatori, senza però riuscire ancora, come d’altronde il resto dei lidi, a trovare un’identità chiara, in grado di attirare turisti che non siano i soliti, grossomodo. Senza interventi strutturali da parte dell’Amministrazione (e ancora un “cratere” al posto dell’ex Xenos) che ha deciso di puntare tutto sulla riqualificazione degli stradelli retrodunali, l’intervento per cui pare possano essere ricordati invece De Pascale & Co., i cui primi risultati però si potranno osservare solo tra un anno almeno, quando da queste parti si dovrà tornare al voto.

Turisticamente parlando, a fronte di un calo dei lidi c’è la città d’arte che continua ad attirare sempre più visitatori, con il centro storico che è sicuramente più bello (grazie anche alle nuove piazze Kennedy e dell’Unità d’Italia, fortemente volute da Matteucci) e con più locali rispetto al 2006, ma con i negozi tradizionali, vera cartina al tornasole della vitalità di un centro storico, sempre più in crisi. Una crisi che ha toccato anche la grande distribuzione e in generale l’economia (edilizia in primis) di Ravenna (con tassi di crescita e occupazione al di sotto della media regionale), ancora in una sorta di coma farmacologico, aspettando magari l’escavo dei fondali del canale, che il porto attende sempre da quel lontano 2006 almeno.

E a proposito di infrastrutture – il tasto dolente secondo lo stesso Matteucci della propria lunga legislatura, come aveva ammesso lo stesso ex sindaco nella nostra intervista di fine mandato del 2016 – siamo ancora al punto che non riusciamo a sbloccare milioni di euro dell’Anas per una sorta di tangenziale (promessa a più riprese in campagna elettorale anche dall’attuale sindaco), parliamo di alta velocità come di una chimera e il neoassessore alle Infrastrutture della Regione, che è diventato nei giorni scorsi il nostro concittadino Andrea Corsini, si pone come obiettivo quello di riportare tra le priorità l’E55.

E niente, non credo proprio che sia questioni di sindaci, ma chi si entusiasma per la nostra Ravenna, di certo, sa guardare il bicchiere mezzo pieno…

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