Cercavamo gli untori in strada e intanto negli ospizi…

Andrea AlberiziaSi temeva la grande fuga verso le seconde case al mare per godersi il sole del weekend pasquale e invece non è stato così. Lo dicono i numeri ufficiali dei controlli eseguiti dalla polizia locale a Ravenna e Cervia: nel ponte di tre giorni sono stati impiegati 270 agenti a turni che hanno controllato 921 persone per verificare che rispettassero le disposizioni richieste per contrastare il diffondersi della Covid-19 e ne sono venute fuori 40 sanzioni. A spanne poco più di quattro ogni cento.

Ribaltando il punto di vista vuol dire che 96 persone su cento fuori di casa, trovate soprattutto nei supermercati, avevano il diritto di starci. Un po’ come le auto incolonnate verso il litorale laziale: a creare l’ingorgo sono stati i massicci controlli delle forze dell’ordine che hanno verificato come la quasi totalità degli automobilisti fosse al volante con un valido motivo tra quelli previsti dalle autorità.

Certo, com’è comprensibile sul web ha circolato molto di più la notizia del francese – a Ravenna per questioni di lavoro – sorpreso dai vigili urbani mentre si faceva un bagno in mare a Marina. Eppure sono ancora tanti che chiudono ogni loro post sui social – a prescindere dal tema di cui si disquisisce – con il matra STATE A CASA. Scritto così, tutto maiuscolo come ormai pretende l’alfabeto troll.

Forse torna utile un dato misurato dall’Istat: a fine marzo, dopo l’avvio del lockdown e prima delle ultime timide concessioni che riguardano librerie e non solo, più della metà degli italiani continuava ad andare al lavoro. Uno su due usciva di casa per lavorare. Perché si fa presto a dire “smart worki” (premier dixit).

Quindi a parte la parentesi delle festività pasquali, negli altri giorni feriali la gente esce di casa perché lavora. Eppure la caccia fai da te ai trasgressori del lockdown è andata avanti senza sosta. Con la vetta altissima toccata dal post su Facebook di una lombarda trapiantata nella Bassa che metteva foto e identità di un 19enne del Gambia allontanatosi dall’ospedale di Lugo con sintomi da coronavirus prima di avere l’esito del tampone poi risultato positivo. Ma mentre cercavamo gli untori per strada, ci siamo dimenticati di tenere d’occhio i nostri vecchi. Ci ritroviamo con una casa protetta a Russi che ha più di un terzo di ospiti positivi e un’altra manciata di casi in una comunità alloggio di Ravenna. Solo due situazioni e sono sotto controllo. Ma potenzialmente molto rischiose. Con una aggravante: la delicatezza delle strutture per anziani doveva essere ormai chiara a chiunque abbia letto le cronache dalla Lombardia.

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