Il datore di lavoro del sindaco e le accuse dell’opposizione

La domanda è se l’assunzione del sindaco di Ravenna in una cooperativa vicina al Pd sia stata una furbata orchestrata da partito e diretto interessato per avere una pensione più consistente grazie a contributi pagati con soldi pubblici del Comune. Se lo chiede la Pigna, lista civica di opposizione. In caso affermativo ci si muove nei paraggi del reato di truffa. In cerca di una risposta alla domanda – sorta da valutazioni maturate con la consulenza di un avvocato sulla base di documenti acquisiti dagli uffici comunali – la consigliera comunale Veronica Verlicchi ha presentato un esposto alla procura. Michele de Pascale ha assicurato che è tutto regolare e ha messo in campo i suoi legali.

PRESENTAZIONE CON SINDACO MICHELE DE PASCALE PARCO IN EX CASERMA MILITARE RAVENNABreve riepilogo necessario dei fatti (a questo link più dettagli). Nel 2013 De Pascale diventa segretario provinciale Pd e il partito lo assume a tempo indeterminato (l’ultimo a godere dell’opportunità, non è stato così per i successori Proni e Barattoni). De Pascale diventa sindaco nel 2016 e, come previsto dalle norme, va in aspettativa non retribuita dal suo datore di lavoro (il Pd). Il Comune paga l’indennità di carica (circa 65mila euro annui) e versa all’Inps i contributi pensionistici e Tfr parametrati sull’inquadramento contrattuale esistente (16mila euro all’anno). Nel 2019 cambia il datore di lavoro del primo cittadino: non più Pd ma Sercoop che è roba del Piddì. Qui è il fulcro di tutto. La consigliera comunale ci vede uno stratagemma per migliorare i contributi percepiti. Il cervese che siede a Palazzo Merlato spiega che si trattò di trasferimento di personale per logiche riorganizzative.

In attesa che la magistratura valuti, sono legittime le riflessioni politiche che non hanno bisogno di indagini giudiziarie. Partiamo da ciò che sta a monte. La carica di sindaco non prevede un vitalizio. Cosa piuttosto anomala. E così i partiti ci mettono una pezza con le assunzioni. O meglio, ci mettevano: il Pd non ha più le forze per assumere nemmeno il suo segretario (e anche questo è un segnale dei tempi) e lo fa tramite una coop. Però diciamoci anche che il mestiere di De Pascale è il politico (entrò in consiglio comunale a Cervia a 19 anni, diventò assessore 26, nel cv risulta un solo anno di lavoro come impiegato nel 2011) e per farlo è legittimamente in aspettativa da un contratto a tempo indeterminato di un lavoro che in linea teorica potrebbe anche non fare mai.

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Veronica Verlicchi della Pigna

Sul caso specifico sollevato dalla Pigna invece la questione è tutta nelle cifre. I ravennati pagano più di 16mila euro di contributi da quando il loro sindaco è dipendente di Sercoop? Se sì, quanto di più? Immaginiamo che sarà lo stesso De Pascale a rendere noto il confronto fra le due cifre. Infine non si può fare a meno di notare un pasticcio nei metodi della Pigna. Se lo stile degli interventi oscilla tra critiche circostanziate con il supporto delle carte e interventi sguaiati un tanto al chilo, finisce che i destinatari degli attacchi politici si indignano per i toni e rispondono anche senza entrare nel merito.

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