Andate a votare, riguarda casa vostra

Fausto PiazzaCari lettori ed elettori, andate a votare il 26 gennaio per le elezioni regionali perché riguardano casa vostra e chi la governerà al meglio.

L’amministrazione regionale ha un notevole potere decisionale e normativo, fiscale e finanziario (ha un bilancio miliardario) capace di determinare il benessere dei cittadini che abitano il territorio. L’Emilia-Romagna oggi è con Lombardia e Veneto fra le regioni più ricche e dinamiche d’Italia e di tutta Europa. Immagino che ogni cittadino emiliano-romagnolo ne sia consapevole e auspichi che sia consolidato e migliorato questo primato. È quello che c’è in palio con queste elezioni.

La propaganda elettorale è frastornante e mai, come da decenni a questa parte, è così scarrocciata fuori da un eloquente e necessario confronto fra visioni, idee e programmi di governo della Regione. Soprattutto la coalizione di centro-destra (punta di diamante la Lega) ha innescato una battaglia epocale a suon di scontento e piagnisteo, mirando a una ideologica necessità di alternanza, se non vuota, spesso banale o fuorviante per quanto riguarda i contenuti. Il candidato Bonaccini del centrosinistra, in lizza per il secondo mandato, può contare su diversi risultati positivi ottenuti in campo economico e occupazionale, nella sanità e welfare, per la cultura e il turismo. Gli basta promettere un up grade, un miglioramento, delle strategie vincenti già avviate. Invece, per contendere tale “buon governo”, dalla sua avversaria Lucia Borgonzoni ci si aspettava, non dico proposte “rivoluzionarie”, ma almeno di segno evidentemente alternativo. Gli unici indirizzi degni di nota nel programma del centro-destra sono di carattere iperliberista, quali una spinta alla privatizzazione del sistema sanitario, su modello della Lombardia, e una sorta di flat tax per l’imposizione fiscale. Non tante e non proprio idee lungimiranti per provare a ribaltare il destino della Regione.

Con il massimo rispetto per la signora Borgonzoni candidata a presidente dell’Emilia Romagna – si direbbe con understatement anglosassone –, chi vale in questa contesa politica però è il suo ventriloquo Matteo Salvini. Coi suoi comizi dedicati all’ormai stucchevole questione dell’invasione di profughi, alla presunta abolizione di Quota 100, a queste elezioni da considerare “storiche” come il referendum Monarchia-Repubblica: tutte argomentazioni che non c’entrano un fico secco con i poteri dell’amministrazione regionale.

E poi – mi permetto di esprimere un’irritazione del tutto personale – ritengo un sbruffonata priva di fondamento che Salvini e sodali dicano di venire a liberarmi a casa mia come se fossi oppresso dalla dittatura dei soviet: mi ritengo libero, vedo intorno migliaia di concittadini liberi e lavoro per un giornale libero e indipendente. Ma siamo per l’appunto in un Paese libero e ognuno la può raccontare come gli pare. Beato chi ci crede.

Qualunque cosa sia quella in cui credete però andate a votare, spero con la ponderazione del cervello e non con la gravità dell’intenstino. Vada come vada, queste elezioni restano un esercizio di democrazia.

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