Tutti quei cantieri in attesa, tra promesse e ritardi…

Abbiamo finito lo spazio a disposizione, sul numero 974 del nostro giornale, mettendo in fila una quindicina di importanti opere pubbliche del comune di Ravenna che per vari motivi sono in ritardo, tra cantieri bloccati e in altri casi addirittura progetti strombazzati rimasti al momento solo sulla carta.

Da addetti ai lavori, quali in qualche modo possiamo dire di essere, ne abbiamo sentiti davvero tanti di annunci, di promesse, di scadenze che poi devono essere aggiornate nel tempo, quando non stralciate. Rimetterle in fila tutte, o quasi, potrebbe passare per essere un’inutile provocazione, una immeritata rottura di scatole ai nostri amministratori, già alle prese con problemi ben più urgenti che la nuova sede della polizia locale.

Il concetto, però, è che lavori pubblici su cui si investono milioni di euro che fino a prova contraria sono di tutti i cittadini, dovrebbero essere coperti da maggiori “garanzie”. Dovrebbe esserci probabilmente qualcuno che ogni giorno si adoperi per far rispettare le scadenze, per dare concretezza ai progetti della politica. E che ne possa rispondere, pagandone eventualmente anche un prezzo, come capita a tutti, quando questo non succede. Qualcuno che tenga aggiornati, perché no, anche gli stessi cittadini su progetti attesi da anni in una città dove – a parte supermercati e centri commerciali, locali “rigenerati” e passerelle di legno – opere in grado di cambiarle volto non se ne vedono da tempo. Nonostante – vale la pena ricordarlo – un presidente della Regione ravennate per quasi quindici anni e ora un altro ravennate in viale Aldo Moro, come assessore alle Infrastrutture.

Certo, c’è stato il Covid, c’è la guerra, c’è il caro energia, è difficile reperire i materiali, che costano sempre di più. Ma possibile che la piscina comunale, il nuovo palazzetto, il ponte di Savarna, gli stradelli pedonali – per non parlare del cantiere degli uffici comunali di viale Berlinguer o di quello per i fondali del porto, dei progetti per l’ex dogana, per uno studentato ai giardini Speyer – il nuovo comando dei vigli urbani appunto, la caserma dei carabinieri di Marina di Ravenna, la nuova sede del Centro per l’Impiego, la riqualificazione della Rocca Brancaleone, pure un semplice giardino nell’ex caserma, tutto sia così desolatamente fermo o nella migliore delle ipotesi in ritardo?

E che nessuno stia chiedendo scusa per tutto questo, ogni giorno che si alza dal letto, anche solo con un post programmato su Facebook?

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