Tirocini retribuiti per gli under 24 Ma la Regione dimentica i rimborsi…

Alcune decine di ragazzi in provincia in attesa che l’Emilia Romagna versi il suo 70 percento dei 450 euro mensili per Garanzia Giovani

È stata la soluzione scelta dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito del progetto Garanzia Giovani nato per facilitare l’inserimento lavorativo degli under 30 ma da Bologna se la stanno prendendo comoda per rispettare gli impegni presi: partecipare per il 70 percento al rimborso spese di tirocinanti tra 18 e 24 anni. Da due-tre mesi infatti sono partiti i tirocini retribuiti (450 euro al mese) ma finora i giovani hanno ricevuto solo la parte di rimborso che spetta alle aziende partecipanti all’iniziativa (150 euro).

Per andare con ordine partiamo da Garanzia Giovani. Un progetto europeo portato avanti dal Governo a cui le singole regioni possono aderire in forme autonome. L’Emilia Romagna ha deciso di coprire per due terzi il rimborso dei giovani: si tratta di esperienze di formazione e non nell’ambito del mondo lavorativo in senso stretto. Sei mesi di tirocinio per chi ha finito la propria formazione scolastica in modo da maturare competenza sul campo e al tempo stesso, farsi conoscere da qualche imprenditore. Il meccanismo è lineare: il giovane si registra a un portale e può gia segnalare un’eventuale azienda pronta a partecipare. A quel punto uno degli enti di formazione collegati alle associazioni di categoria si occupa di fare da tramite. Il tirocinio viene avviato dando comunicazione alla Regione che lo approva se rispetta i requisiti e partecipa al rimborso versando i 300 euro mensili tramite Inps.

Perché allora il ritardo? A contribuire potrebbero essere una serie di motivazioni, come è stato possibile ricostruire consultando i responsabili di alcuni enti di formazione. Innanzitutto la procedura gestionale è piuttosto complessa. In secondo luogo si è arrivati a ridosso del periodo natalizio. Ma soprattutto a incidere può essere stato il periodo vacante in regione con le elezioni per la nuova presidenza. A parziale consolazione c’è che quasi certamente la Regione, appena accolte le domande, provvederà a rimborsare i mesi arretrati.

A segnalare la cosa alla redazione è stato Matteo Bergamaschi, titolare del Caffè Teodora in via Ricci a Ravenna e tra le aziende che hanno aderito. In provincia sono qualche decina i casi simili. «Dispiace che sia partita così – dice Bergamaschi –, l’iniziativa è interessante e utile per i giovani e per le aziende. Con noi abbiamo una ragazza di vent’anni che si sta impegnando con volontà e non è bello vedere che il rimborso mensile che spetta alla Regione non arriva. E mi dispiace non solo per la ragazza ma anche per le associazioni di categoria, nel nostro caso Confcommercio, che hanno lavorato con serietà per mettere in contatto i giovani con le aziende».

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