Estrazioni del gas in Adriatico: il sindaco difende l’accordo con Eni

Matteucci ricorda i lavoratori del comparto chimico e assicura: «La sicurezza del territorio e dei cittadini non sono in discussione»

Il sindaco Fabrizio Matteucci in una nota inviata alla stampa risponde alle polemiche di questi giorni sull’accordo con Eni approvato dalla giunta del Comune di Ravenna in merito al preliveo di idrocarburi in Adriatico (vedi articoli correlati).

«La politica di estrazione di idrocarburi – sottolinea Matteucci – è legata a una precisa scelta di approvvigionamento energetico. C’è chi continua a lavorare sul carbone, c’è chi sostiene il nucleare. C’è chi invece, è il nostro caso, esclude nucleare e carbone, ed è convinto che sia necessario lavorare su un mix di approvvigionamenti da diverse fonti che punti soprattutto sull’utilizzo delle rinnovabili. Questa scelta, a Ravenna, ha portato alla creazione di un comparto produttivo all’avanguardia che vede impegnati circa 5.000 lavoratori. C’è quindi il tema di garantire il futuro di questo comparto – che in tempi di crisi come questi è una risorsa preziosa per l’economia del nostro territorio – oltre che di tutelare un patrimonio importantissimo di professionalità delle nostre imprese che operano nel settore offshore. Imprese che sono nate a Ravenna e sono conosciute per le loro capacità e la qualità del loro lavoro in tutto il mondo. Ma c’è anche la necessità di porsi il problema, più generale, di un approvvigionamento energetico del nostro Paese che, a questo proposito, deve rendersi sempre più indipendente».

Tutto questo, secondo Matteucci, è il cuore di un documento sottoscritto il 6 ottobre, in occasione del tavolo provinciale per l’economia e l’occupazione da Provincia, Camera di Commercio, Comune, Confindustria, Confimi, Cna, Confartigianato, Legacoop, Confcooperative, Agci, Cgil, Cisl e Uil. Un documento che partendo dal riconoscimento del ruolo importante di Ravenna nel settore energetico – la nostra provincia produce infatti circa la metà del fabbisogno energetico dell’Emilia Romagna e l’estrazione del metano a Ravenna e nell’area nord est adriatica costituisce la gran parte della produzione nazionale – sottolineerebbe l’importanza di non disperdere il patrimonio ravennate e l’esigenza per il nostro Paese e per l’Europa di aprire una nuova fase nelle politiche energetiche.

«La sicurezza del territorio e dei cittadini non sono in discussione – continua poi il sindaco –, anzi, sono uno dei nodi centrali dell’accordo con Eni che contiene importanti provvedimenti di tutela ambientale, dalla protezione del cordolo dunoso ai ripascimenti costieri, sulle cui modalità e tempistica vigileremo attentamente.
Il rispetto del territorio e la salvaguardia della salute dei cittadini sono il principio cardine della nostra politica ambientale».

«Condividiamo e giudichiamo molto importante – termina la nota di Matteucci – la scelta della Regione Emilia Romagna di avviare studi e monitoraggi per escludere la relazione tra le attività estrattive e le attività sismiche che hanno colpito il territorio emiliano e romagnolo nel nel maggio 2012. Le conclusioni della commissione Ichese hanno posto l’improrogabile esigenza di elevare il livello di conoscenza come corretta declinazione del principio di precauzione, imponendo a tutti il maggior grado di prudenza possibile e la possibilità di estrarre solo dopo rigorosi studi, monitoraggi e verifiche come, ad esempio, quelle già svolte nell’area ravennate. È bene poi ricordare che le ultime attività di monitoraggio e verifica svolte dal Laboratorio Cavone nell’ambito dell’accordo di collaborazione stipulato nell’aprile 2014 tra il Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Emilia Romagna e la Società Padana Energia e rese note nel mese di luglio, hanno confutato l’ipotesi di correlazione tra gli eventi sismici registrati in Emilia Romagna con le attività della concessione “Mirandola”, proprio attraverso lo studio del sottosuolo e l’attuazione di un sistema avanzato di monitoraggio dimostrando con un vero e proprio modello fisico l’impossibilità di un’ interazione tra l’area interessata dalle estrazioni e la faglia da cui si è originato il sisma del 2012. Il costante monitoraggio delle attività estrattive e l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili restano comunque un altro degli aspetti fondamentali dell’accordo che abbiamo siglato con Eni per garantire la tutela del territorio rispetto al rischio sismicità».

Infine, per quel che riguarda il rischio subsidenza, «il livello di conoscenza è molto elevato grazie all’ attività di studio e monitoraggio che si è sviluppata nel tempo e sussiste a tutt’oggi l’impegno ad attuare in tempi certi la piena realizzazione del progetto di reiniezione Angela- Angelina, con modalità operative e volumi di reiniezione in grado di neutralizzare al maggior grado possibile ulteriori fenomeni di subsidenza insostenibili per la nostra linea di costa».

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