348 famiglie su 1.154 per la prima volta allo sportello: trai nuovi poveri ci sono più italiani. Gli stranieri hanno titolo di studio più alto

Aumentano ancora i poveri e tra le nuove famiglie che non arrivano più a fine mese aumenta la percentuale di italiani. La fotografia arriva dal resoconto annuale del centro di ascolto diocesano Caritas attivo a Ravenna dal 1999. Nel 2014 hanno bussato alla porta in piazza Duomo 1.154 nuclei familiari diversi (1.059 nel 2013, +9 percento) per un totale di 3.285 persone sostenute (3.088 l’anno prima). L’altro dato che aiuta a capire la situazione è il numero di passaggi fatti dai nuclei familiari: 6.212 volte (alcuni si sono presentati una sola volta nell’arco dei dodici mesi ma altri passano periodicamente) che significano un aumento del 12,2 percento rispetto al 2013 ma un +209 percento rispetto al 2008, l’anno considerato come pre crisi.

Chi si rivolge alla Caritas? È stata una donna 4.097 volte su oltre seimila passaggi e sulle oltre tremila persone sostenute il 32,5 percento erano italiani. Ma se si concentra l’attenzione solo su chi si è rivolto allo sportello per la prima volta nell’anno appena concluso (348 nuclei familiari) emerge che le persone italiane erano il 34 percento (su 491). In tre casi su dieci il capo famiglia ha tra 35 e 44 anni ma se si considera la fascia di età under 54 allora i capi famiglia compresi sono il 55 percento di 1.154. Le persone incontrate nel 2014 avevano 60 nazionalità diverse: la Nigeria è stata quella più rappresentata con 125 nuclei. Se si guarda al grado di istruzione del capo famiglia si vede che è più alto fra gli stranieri: 34 laureati contro 4. Un dato che si ricollega direttamente alle difficoltà per riconoscere in Italia il titolo di studio conseguito all’estero.

Tutto il dettaglio dei dati raccolti è contenuto in un dettagliato report scaricabile in formato pdf dal link in fondo alla pagina.