Smog estivo: ozono sempre più oltre i limiti

A Ravenna picchi a metà giugno e dal 10 luglio. In inverno invece incide la scarsità di pioggia sulle Pm10

Valore Ozono

In un mese alla stazione Delta Cervia l’ozono ha superato il valore medio di guardia 15 volte. Al Parco Bertozzi di Faenza il limite di 120 microgrammi al metro cubo è stato scavalcato in dieci occasioni. Una in meno a Ravenna, nella centralina Caorle. Ad Alfonsine, alla postazione Ballirana, la situazione conta soltanto sei valori oltre il limite in un mese.

Sono i dati rilevati da Arpae Emilia-Romagna dal 18 giugno al 18 luglio che riguardano il cosiddetto inquinamento estivo. Se nei mesi freddi gli occhi sono  puntati sulle pm10, le polveri sottili che schizzano ai massimi tra dicembre e marzo, in estate l’allarme, che fa meno rumore perché non comporta blocchi del traffico e targhe alterne, è invece relativo all’ozono.

Il “valore obiettivo”, quello cioè a cui si deve tendere e possibilmente stare al di sotto è appunto 120 microgrammi. A Ravenna l’ultimo mese da questo punto di vista non è stato dei più semplici. Le centraline che misurano la concentrazione di ozono hanno conosciuto due periodi di picco. Il primo a metà giugno, quando il valore era costantemente a tre cifre. La seconda negli ultimi giorni, dal 10 luglio in poi. In mezzo, un calo che coincide con la leggera rinfrescata della fine del mese scorso. La situazione peggiore è a Cervia. La stazione suburbana (posta cioè in prossimità di una strada di traffico secondario) ha già superato 38 volte il valore obiettivo. Gli sforamenti consentiti in un anno sono in tutto 25. È probabile che da qui a fine estate anche la stazione ravennate passi questo limite: in questo momento è a quota 20 superamenti.

A scanso di equivoci, va detto che l’inquinamento da ozono – lo “smog estivo” – non va confuso con il problema del buco dell’ozono. Finché infatti il gas si trova nella stratosfera è utilissimo perché, come spiegano alla stessa Arpa, impedisce di far passare i raggi pericolosi per il sole. A bassa quota è però un inquinante la cui variazione viene favorita dalle alte temperature solari. A volerla semplificare al massimo, il buco dell’ozono ad alta quota favorisce l’aumento dell’ozono a bassa quota.

Visto il tema, è bene dare un’occhiata anche al rilevamento delle polveri sottili invernali per tracciare un primo bilancio dell’anno. In questo caso è la scarsità delle piogge invernali a causare i problemi maggiori all’ambiente. Ad oggi la situazione è quasi ovunque entro i limiti di legge. I superamenti consentiti ogni anno del valore limite (50 microgrammi al metro cubo) sono 35. A Cervia e Faenza tale valore è stato scavalcato 12 volte. A Ravenna si contano 18 superamenti nella stazione Caorle, 26 alla Zalamella e 14 alla Rocca Brancaleone. La situazione più preoccupante è al Porto San Vitale, dove la centralina locale conta già 43 superamenti ed è l’unica di tutta la provincia in grado di superare, anche il 18 luglio, il valore consentito arrivando a 55 microgrammi su metro cubo. Segno che sul fronte dell’inquinamento in zona industriale, dove molti lavorano all’aperto, c’è ancora molto da fare.

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