Palestre scolastiche ancora chiuse, il Csi contro Comune di Ravenna e presidi

«Rischiamo che tanti ragazzi smettano di fare sport». E la Pigna attacca il sindaco: «Chieda scusa alle famiglie»

Palestra«È davvero preoccupante la notizia sul ritardo della pubblicazione del piano palestre e sull’effettiva disponibilità delle stesse». A dirlo è il presidente del Csi Ravenna-Lugo Alessandro Bondi, in relazione alla lettera ricevuta nei giorni scorsi dall’Ufficio Sport del Comune di Ravenna, in cui si confermava – come precedentemente annunciato – la proroga del piano palestre in vigore negli ultimi due anni, ma con l’indicazione che la decorrenza del piano a partire dal 15 settembre non è confermata, e che quindi nessuna attività sportiva extrascolastica all’interno delle palestre può essere autorizzata fino a nuova comunicazione.

«Le società sportive di base che utilizzano le palestre scolastiche rischiano di rimanere penalizzate rispetto alle società più “ricche” – aggiunge Bondi – che si possono permettere strutture private o rispetto a quelle più “fortunate” che hanno ottenuto in gestione impianti comunali. Questa penalizzazione e questa incertezza possono portare ad un consistente calo di tesserati, con giovani attratti da altre tipologie di offerte (sperando di non vedere atteggiamenti da venditori di fumo – o peggio – come purtroppo si è visto in alcuni centri estivi)».

Chissà quale sarà la situazione di queste società al 30 giugno 2021: esisteranno ancora? È la domanda che si pone il presidente del comitato territoriale del Csi. «La situazione è nota da maggio e al 14 settembre non si è ancora raggiunto un protocollo d’intesa coi dirigenti scolastici – evidenza Bondi – i quali tra l’altro, interpretando in maniera oltremodo stringente i protocolli Miur per l’educazione motoria, in più di una scuola della nostra città hanno precluso l’uso delle palestre. Ciò ha come drammatica conseguenza che i ragazzi non faranno sport né alla mattina a scuola né al pomeriggio nelle società sportive del territorio. Eppure alcuni comuni limitrofi hanno risolto il problema della sanificazione dilazionando il piano orario giornaliero per consentire le operazioni di pulizia ed igienizzazione al cambio di ogni gruppo. La nostra grande doglianza deriva dal fatto che è passato tanto tempo e si è già tremendamente in ritardo e l’impressione è che si stia navigando a vista. Dalle Istituzioni ci aspettiamo maggiore attenzione e concretezza a sostegno delle famiglie e dei giovani che trovano nello sport un’importante fonte di benessere psicofisico».

Anche il Csi regionale, attraverso il suo presidente, Raffaele Candini, ha fatto sentire il suo dissenso, con una lettera inviata alla direzione didattica regionale e ai dirigenti degli uffici scolastici provinciali, su «una situazione ancora in parte non chiara – a parità di norme vigenti ed uniformi su tutto il territorio regionale – sulla riapertura delle palestre scolastiche, comunali e provinciali. Ad oggi risulta del tutto evidente che si stanno meglio attrezzando per la ripartenza e riapertura delle palestre quei territori – scrive Candini – dove gli uffici pubblici, nel rispetto delle diverse competenze, si sono confrontati in modo costruttivo con tutti gli altri soggetti interessati, condividendo un forte orientamento al risultato». Il Csi Ravenna condivide in pieno i contenuti e i temi della lettera e fa proprio l’appello del presidente Candini sul fatto che «non devono essere i ragazzi e i giovani a fare di nuovo le spese di questa situazione, togliendo loro anche spazi di attività sportiva».

A criticare il Comune di Ravenna è stata in questi giorni anche la lista civica di opposizione La Pigna. «La gestione comunale dello sport ravennate continua a fare acqua da tutte le parti – si legge nel comunicato inviato alla stampa –. Il sindaco De Pascale si dia una mossa e acceleri il procedimento, affinché le società sportive, i ragazzi e i bambini ravennati possano iniziare l’attività sportiva al più presto. Nel frattempo, chieda  pubblicamente scusa a loro, alle loro famiglie e alle società sportive del ritardo e dei danni arrecati».

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