Cancro colorettale: una campagna della Regione per lo screening preventivo

Alle persone fra 50 e 69 anni di età una lettera dall’Ausl con l’invito a eseguire il test: ogni mille una diagnosi di tumore in fase iniziale

Prevenzione Tumore Colon 1280x720In Emilia-Romagna è partita la campagna “La prevenzione illumina” promossa dalla Regione per sensibilizzare la popolazione sullo screening per individuare possibili lesioni pretumorali sintomo di cancro colorettale, uno dei tumori più invasivi e letali per entrambi i sessi.

«Ancora molti abitanti non partecipano regolarmente allo screening – afferma Antonio Salzetta, medico di Gastroenterologia a Ravenna e presidente regionale Aigo Emilia-Romagna – e non si registra un aumento del trend di adesione, con tassi di partecipazione sostanzialmente stabili negli anni. In particolare, al termine del 2019, il 95 percento di una popolazione interessata di 1,2 milioni di persone è stato invitato allo screening del sangue occulto e solo il 53 percento ha aderito. Inoltre, si calcola che una persona su quattro nella fascia di età tra 50 e 69 anni non abbia mai eseguito alcun esame di prevenzione dei tumori del colon retto».

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Antonio Salzetta, presidente regionale Aigo Emilia-Romagna

Ogni mille persone che eseguono lo screening, 45 risultano avere il test del sangue occulto fecale positivo, a 7 viene riscontrata una lesione pretumorale e a uno viene diagnosticato un tumore del colon retto in fase iniziale. «Grazie all’attività di screening, in corso in Emilia Romagna dal 2005, ogni anno è stato possibile intervenire tempestivamente con cure efficaci, diminuendo l’insorgenza dei tumori del colon retto del 30 percento e riducendo anche il tasso di mortalità del 30 percento. Se le lesioni pretumorali o adenomi sono individuate in fase precoce, è possibile intervenire tramite asportazione durante la colonscopia, mediante una procedura sicura e indolore chiamata polipectomia endoscopica».

La campagna per la prevenzione è promossa in tutta Italia dalla Federazione italiana società malattie apparato digerente (Fismad) anche in Emilia Romagna. La campagna di rinforzo regionale si è avvalsa di diversi strumenti: opuscoli, locandine, spot radio, una landing page che consente al cittadino di contattare direttamente il Centro Screening di Riferimento, alcune miniclip postate su Facebook e YouTube e una campagna Google Display Network.

Con gli ospedali pieni per la pandemia e la precedenza che viene data ai malati in terapia intensiva, la prevenzione e l’affluenza agli screening rischiano di subire un’ulteriore battuta d’arresto. Per questo motivo nell’area dell’Ausl Romagna è stato attivato un servizio di chiamata telefonica automatica rivolta alla popolazione cui è stata inviata una lettera d’invito ad eseguire il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci, in cui viene ribadita l’importanza di eseguire il test e, qualora il cittadino non avesse ricevuto l’invito per posta, lo invita a contattare il proprio Centro Screening.

Ma come funziona il test? Innanzitutto, alle persone con un’età compresa fra i 50 e i 69 anni viene inviata una lettera, alla residenza o domicilio, dalla propria Azienda Usl. Il materiale necessario per il test può essere ritirato in farmacie o altri sedi identificate dalla propria Ausl oppure il kit arriva per posta. Il test è semplice, non necessita di diete preliminari e si esegue a casa propria. Una volta effettuato va riconsegnato nelle sedi indicate nella lettera d’invito.

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