Faenza in lutto per la morte di “Pirì”, anima della 100 Km del Passatore

Aveva 90 anni. Nel 1973 la grande intuizione della ultramaratona

PirìNella tarda mattina di domenica 19 dicembre è morto Pietro Crementi, per tutti Pirì, anima e incarnazione stessa della 100 Km del Passatore, storico direttore di gara della Cento. A darne notizia la moglie Tatiana Khitrova, segretaria della Firenze-Faenza.

Crementi era nato il 19 settembre del 1931. Appassionato di sport, nel 1969 assieme ad Alteo Dolcini e ad altri, fondò la Società del Passatore che, affiancata all’Ente Tutela Vini e al Tribunato di Romagna, ne diventò il braccio operativo quale ente di promozione per attività benefiche, artistico-culturali, enogastronomiche, sportive e ricreative come nel caso della Banda del Passatore, del Gruppo Paracadutisti del Passatore, della Scuderia automobilistica del Passatore, dei gruppi di ballerini e degli Sciucaren.

Nel 1973 la grande intuizione: una grande competizione sportiva di atletica, oggi la chiameremmo una ultramaratona di ben 100 chilometri che unisse idealmente Firenze a Faenza, attraverso l’Appennino.

Impossibile immaginare una partenza delle migliaia di atleti da via dei Calzaiuoli del capoluogo toscano senza Pirì in cima alla vettura scoperta, con il capo il suo immancabile “caplazz”, il caratteristico copricapo di feltro romagnolo, lo stesso che dopo una cavalcata attraversando l’Appennino, sfidando il freddo accumulato in 100 chilometri, faceva calzare sul capo al primo uomo e della prima donna arrivati al nastro in piazza del Popolo a Faenza.

«La biografia di Pietro Crementi – dice il sindaco, Massimo Isola – ricalca parti importanti della storia della nostra città. Pirì, come era conosciuto da tutti, ha vissuto questi 90 anni da protagonista, spendendosi sempre in prima persona e raccontando una bella pagina di storia faentina. È stato un uomo impegnato nel mondo dello sport, della politica, in quello della cultura e dell’associazionismo, spaziando in tanti campi della vita cittadina e per questo, nel 2012, Faenza lo nominò “Faentino Sotto la torre”. Enorme l’impegno profuso per il Passatore e per la sua Faenza, contribuendo alla sua crescita comunitaria. La 100 Km del Passatore è stato difatti un po’ il simbolo del suo impegno nella sua esistenza. Ho vissuto con lui questi anni difficili di pandemia e anche in questa fase, così complicata, è sempre stato molto lucido e propositivo. Con Pirì ci sentivamo con una certa regolarità e confrontarsi con lui è sempre stato molto appassionante. Amava raccontare episodi della sua vita dietro ai quali si potevano poi leggere pagine della storia della nostra società cittadina. Con la scomparsa di Pirì se ne va un grande faentino e rimarrà nella memoria di tanti ai quali ha insegnato facendo un po’ da padre. Il mio pensiero va ora alla moglie Tatiana, la compagna di una vita e il suo alter ego nella vita come nella sua attività».

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