Al Cmp apre la nuova Centrale Operativa Territoriale, una “regia” per i più fragili

Investimento da 280mila euro con fondi Pnrr. L’attiveranno i professionisti che si stanno occupando del piano di cura dei cittadini

Foto Inaugurazione Cot (1)

Ancora più integrazione tra professionisti e maggiore prossimità per garantire al cittadino una presa in carico tempestiva e globale. È l’obiettivo della nuova Centrale Operativa Territoriale di Ravenna, entrata in funzione oggi (lunedì 5 febbraio) e che funge da sede provinciale Hub con funzioni di coordinamento per le altre due che verranno attivate nei distretti di Lugo e Faenza.

Il modello organizzativo trova le sue radici all’interno del DM 77 – il decreto ministeriale che potenzia l’assistenza sanitaria territoriale e fornisce i nuovi indirizzi per la sanità del futuro – e rappresenta la chiave per l’integrazione tra la filiera dei servizi e i professionisti coinvolti nei diversi luoghi e livelli di cura, assicurando continuità, accessibilità e integrazione dell’assistenza sanitaria e socio-sanitaria.

La Centrale Operativa Territoriale (Cot) di Ravenna si trova al primo piano del Cmp di via Fiume Abbandonato in un’area dedicata e ristrutturata che ha previsto un finanziamento complessivo di circa 280.000 euro (con fondi Pnrr), costituita da 11 locali più servizi igienici, per un totale di circa 270 metri quadrati.

La riqualificazione ha riguardato le finiture edili (incluso l’esecuzione dei nuovi controsoffitti antisismici) e l’adeguamento impiantistico e tecnologico, ai fini della sicurezza antincendio. Sono stati riqualificati anche alcuni ambulatori del primo piano per liberare i locali su cui è stata poi ricavata la Cot.

Chi può contattare la Centrale Operativa Territoriale? Non il privato cittadino, ma uno dei professionisti che si stanno occupando del piano di cura e assistenza. I destinatari della sua attività sono i cittadini cosiddetti “fragili”, persone prevalentemente anziane, o con disabilità o malattie particolarmente invalidanti, che nella maggior parte dei casi presentano un quadro composto da più patologie che coesistono, e che dunque richiedono la necessità di cure.

A spiegare di cosa si tratta, è Roberta Mazzoni, direttrice del distretto sanitario di Ravenna: «La Cot mette come elemento centrale l’integrazione fra i diversi professionisti che si prendono cura delle persone e assolve al suo ruolo di raccordo attraverso funzioni distinte e specifiche, occupandosi del coordinamento tra i servizi e i professionisti coinvolti nella transizione della persona con bisogni sanitari e socio-sanitari tra i diversi setting assistenziali: rientro a domicilio dal Pronto Soccorso; dimissione da strutture ospedaliere sia verso il domicilio che in altre strutture residenziali e semiresidenziali; ammissione, dimissione o trattamento temporaneo in Casa Residenza Anziani o negli Ospedali di Comunità, lungodegenza e post-acuti. Inoltre costituiscono interfaccia continua le relazioni con la rete delle Cure Palliative Locale, i servizi socio-sanitari e l’Infermiera Referente del Progetto Dama – percorso sanitaria per l’accesso alle prestazioni specialistiche per pazienti con disturbi dello spettro autistico e disabilità intellettiva».

In altri termini, la Cot deve rappresentare una vera e propria “regia”, che si prende cura dei diversi bisogni del paziente, organizzando per lui le risposte più appropriate. Il sanitario o l’assistente sociale che per primo viene a contatto col cittadino e identifica un nuovo bisogno di salute (anche temporaneo), che cambia la situazione precedente, attiva la Cot che velocemente mette in rete le risorse per individuare la miglior soluzione.

La Centrale nella prima fase sarà operativa dalle ore 8 alle 20 dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 14 il sabato (poi si passerà a un servizio 7 giorni su 7 per 12 ore). È composta da infermieri, assistenti sociali e medici che partecipano alle valutazioni multidimensionali d’equipe e alla progettazione degli interventi.

«Si tratta di un pezzo molto importante del nuovo sistema sanitario e sociale, che cerca di essere sempre più vicino ai bisogni delle persone – sottolinea Tiziano Carradori, Direttore generale di Ausl Romagna -. La Centrale Operativa Territoriale è l’esempio lampante che per realizzare la prossimità delle cure, principio guida della sanità di oggi e di domani, servono anche cambiamenti organizzativi e non solo strutturali. Questo ulteriore tassello che inauguriamo oggi , insieme ad altri interventi già operativi, quali il Cau e l’Ospedale di Comunità, provano a dare gambe alla necessità di una potente assistenza primaria, in cui il cittadino non deve più mettere in fila tutti i passaggi e tutti i pezzi per trovare le risposte giuste ad un bisogno di cura, sia di natura sanitaria che sociosanitaria. La famosa presa in carico che altro non è che un’assunzione di responsabilità da parte del sistema. Oggi si attiva a Ravenna, dopo che sono già state attivate le Centrali Provinciali di Rimini e Forlì lo scorso 15 gennaio e, nei mesi prossimi si completerà il piano di realizzazione con le ulteriori otto Cot previste dal piano aziendale».

Nel distretto di Ravenna esisteva già da qualche anno un meccanismo di centralizzazione di percorsi per persone con fragilità sanitarie, assistenziali e sociali che aveva l’obiettivo di renderli più fluidi creando le necessarie connessioni per una presa in carico globale. Nel 2023, grazie all’integrazione interdisciplinare di vari professionisti, sono state gestite più di 4.100 persone e più di 1.700 insieme agli assistenti sociali del Comune. La Cot dovrà essere un ulteriore sviluppo organizzativo per migliorare e potenziare i servizi di transizione e di presa in carico territoriale.

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