Laboratorio Ausl intasato, accordi con privati per analizzare i tamponi

In Romagna in media 30mila test a settimana (circa seimila in provincia di Ravenna). L’azienda ha privilegiato l’attività di contact tracing per nuovi casi lasciando indietro chi aspetta il referto per essere guarito

Drive Through 1L’Ausl Romagna comunica che sono operativi accordi con aziende sanitarie private che hanno portato alla processazione, da parte loro, di 500 tamponi per coronavirus al giorno, e a breve ulteriori accordi consentiranno di processarne altri duemila. Si tratta di una misura decisa per ridurre l’intasamento del laboratorio Ausl di Pievesestina che si trova difronte a circa trentamila tamponi settimanali (il triplo rispetto a qualche mese fa), con punte di oltre seimila tamponi al giorno. Da metà agosto la media settimanale in provincia di Ravenna è seimila.

Di fronte all’intasamento del laboratorio, il dipartimento di Igiene pubblica ha scelto di muoversi per priorità, privilegiando i tamponi necessari per il tracciamento (cioè i contatti stretti delle persone positive che emergono dalle indagini epidemiologiche) e le persone sintomatiche. Questo con l’evidente obiettivo di limitare il propagarsi della patologia. «Comprendiamo bene il disagio di coloro che vedono tardare di qualche giorno il tampone “di negativizzazione” che serve per essere dichiarati guariti».

In aggiunta si sta predisponendo una differenziazione tra i classici tamponi molecolari naso-faringei, da adibire al tracciamento ed ai positivi, e tamponi antigenici, più rapidi, da utilizzarsi per le campagne di screening che vengono periodicamente effettuate (su personale sanitario, strutture per anziani, forze dell’ordine…), e per i tamponi di negativizzazione. Questo dovrebbe riportare i tempi di refertazione a tempi più brevi.

L’Ausl precisa che l’accumulo di ritardi non è dovuto a questioni economiche e non sono stati fatti tagli. «Al contrario, l’Azienda ha investito e continua ad investire risorse per potenziare il servizio. Basti pensare all’assunzione di personale sanitario e tecnico assistenziale aggiuntivo per specifiche necessità collegate all’emergenza epidemiologica; ad oggi sono presenti in azienda oltre 1.240 operatori (di cui oltre 100 medici) con contratti di lavoro attivati per l’emergenza Covid. Un certo numero di questi contratti, che era in scadenza a fine anno, è stato prorogato per 36 mesi. A fronte di questo di questo sforzo, l’Azienda si scontra con la scarsità di medici ed operatori sul mercato del lavoro, che ne rende difficile il reperimento, non certo per responsabilità aziendali».

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