Distrutta nel ’44, Santa Maria in Porto Fuori rivive al Mar

Fino all’8 gennaio la mostra curata da Alessandro Volpe

È aperta da oggi, dopo l’inaugurazione di di ieri e fino al’8 gennaio, la mostra al Mar dedicata alla chiesa di Santa Maria in Porto Fuori dal titolo Casa di nostra donna (Dante, Paradiso, XXI, 12-123) ricordo e immagini di Santa Maria in Porto Fuori. L’iniziativa ideata e curata da Alessandro Volpe vuole riconsegnare alla cittadinanza il ricordo e le immagini della chiesa dal Settecento ai nostri giorni. Verranno esposte opere che in vario modo hanno rappresentato la basilica e la sua decorazione trecentesca. Come noto, la chiesa di Santa Maria in Porto Fuori fu distrutta da un bombardamento alleato il 5 novembre del 1944. Si tratta di una delle più gravi perdite  subite dal patrimonio artistico italiano durante un conflitto bellico, ma la memoria del monumento e della sua tragica sorte si va perdendo di anno in anno. Attraverso una ricostruzione virtuale, presentata per la prima volta in questa occasione, sarà possibile visitare nuovamente quello straordinario edificio caratterizzato dai magnifici affreschi di scuola riminese del Trecento.

L’immagine virtuale della chiesa è stata realizzata da Simone Zambruno, Antonino Vazzana e Ilaria Valentino presso Fr@me Lab (Laboratorio fotografico e multimediale del Dipartimento di Beni culturali dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, sede di Ravenna).

Vari tipi di postazioni tecnologiche saranno approntate per poter permettere ai visitatori un’articolata esperienza dell’edificio ricostruito che potrà essere visitato virtualmente o contemplato in un filmato autoriale, girato nello “spazio digitale” dal regista e poeta Stefano Massari.

Questa odierna rappresentazione della chiesa è esposta accanto ad altri episodi più antichi: i disegni di Felice Giani, gli appunti ottocentechi di Cavalcaselle, che per primo ricondusse gli affreschi in ambito riminese, e le fotografie che in varie epoche dovumentarono le forme del monumento, fino a quelle che ne mostrano le macerie. Alcune importanti opere pittoriche saranno esposte per documentare l’altissima qualità della pittura riminese del Trecento e la colta, sofisticata maniera di Pietro da Rimini in particolare.

Come per fare da sponda alla memoria digitale che si imporrà attraverso la ricostruzione virtuale, sarà proposto un filmato documentario che raccoglie le testimonianze viventi della chiesa, della sua vita sociale e devozionale e della sua distruzione (ricerche di Elena Pirazzoli, regia di Fabrizio Varesco). A tal fine il Comune di Ravenna ha promosso una ricerca sul territorio volta a rintracciare ogni sorta di ricordo, foto di famiglia o altra documentazione, ed in questo senso è stata preziosa la collaborazione del Comitato cittadino di Porto Fuori.

Ingresso libero

 

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