Concertone coi ragazzi delle scuole apre l’edizione 50 di “Ravenna Jazz”

Il 4 maggio al teatro Alighieri, al via l’anniversario del festival con la grande orchestra di studenti di “Pazzi di Jazz”. Si celebra la musica di Charles Mingus

Pazzi Di Jazz Tetaro Alighieri

L’edizione 2022 di “Pazzi di Jazz” (foto Giampaolo Solitro)

Ravenna Jazz festeggia quest’anno il 50esimo anniversario. Ad aprire la rassegna – giovedì 4 maggio dalle 21 al teatro Alighieri – sarà il “concertone” del progetto “Pazzi di Jazz”, arrivato alla decima edizione, un traguardo raggiunto rimanendo sempre fedele al suo originale format ma aggiornando il cast artistico. A coronamento di un percorso didattico e formativo che coinvolge numerose scuole ravennati, quattro celebri artisti (Tommaso Vittorini, Mauro Ottolini, Alien Dee e Mauro Negri) saliranno sul palcoscenico assieme alle orchestre giovanili e ai cori dei quali hanno curato la preparazione.

Animatore di “Pazzi di Jazz” sin dalle sue origini, Tommaso Vittorini, noto compositore e direttore d’orchestra, salirà sul podio del concerto. A lui si devono anche gli arrangiamenti originali eseguiti nel corso della serata. Legato a “Pazzi di Jazz” sin dalla prima edizione è anche il giovane e pluripremiato rapper-beatboxer Alien Dee. Acquisto più recente ma ormai familiare agli studenti ravennati è l’esuberante trombonista Mauro Ottolini, mentre per la prima volta si unisce a questa squadra il sassofonista Mauro Negri: due solisti di riferimento del jazz nazionale.
Alla guida di questi affermati professionisti di fama internazionale saranno affidati i giovanissimi studenti provenienti dalla scuola media Don Minzoni (Orchestra dei Giovani e Orchestra Don Minzoni) e la scuola primaria Mordani (il coro Swing Kids). Il coro a cappella Teen Voices riunirà poi studenti provenienti da vari istituti superiori.

La musica del geniale contrabbassista Charles Mingus è stata al centro dei laboratori didattici e poi anche del concerto finale all’Alighieri. Ancora enorme è l’influenza esercitata dal suo lascito musicale, nel quale convivono le radici del blues e l’estetica di Duke Ellington, la forza di Coltrane e la creatività di Charlie Parker, rese uniche e diverse dalla sintesi fattane da Mingus, personalità non meno sovrumana di quella dei suoi modelli. L’accostamento in altorilievo tra la concezione compositiva e l’improvvisazione, in Mingus, sprigiona un’energia dalla forza libertaria, un’espressività al calor bianco.

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