Deposito gnl sul Candiano: la maggioranza favorevole al permesso di costruire

Il progetto ha già ottenuto dalla Regione il nulla osta di fattibilità e Palazzo Merlato ora è orientato a rilasciare la licenza urbanistica

Deposito Gnl Rendering

Il rendering del deposito gnl a Porto Corsini

A ottobre la Pir ha ottenuto il nulla osta di fattibilità da parte del Comitato tecnico regionale (Ctr) per la costruzione del deposito di Gnl sul Candiano. Si tratta di un passaggio importante, perché questo documento è necessario affinché il Comune rilasci il permesso di costruire in deroga. I dirigenti del servizio Urbanistica del Comune non hanno trovato motivi per negarlo e, ora, l’ultima parola spetta al Consiglio Comunale. Pd, Pri e Ama Ravenna si sono già espressi a favore in commissione: la strada appare spianata.

Questo è quanto emerge dalla Caat (la commissione assetto territorio) che si è riunita oggi, venerdì 24 novembre, per iniziare l’iter procedurale per il rilascio del permesso urbanistico. Il parere degli uffici comunali è positivo: in sintesi, i dirigenti e i tecnici di Palazzo Merlato non rilevano profili di incompatibilità dal punto di vista della sicurezza e propongono al consiglio comunale di rilasciare il permesso di costruire in deroga.

La sicurezza Il Comitato Tecnico Regionale che valuta la sicurezza del sito (ne fanno parte Arpae e Vigili del Fuoco) ha chiesto, ad inizio settembre, a Pir alcune misure in grado di ridurre ulteriormente il rischio di incidente rilevante. Integrazioni che sono state fornite ad ottobre e che hanno diminuito l’area di rischio più estesa in caso di incidente, portandola ad un raggio di 140 metri. Si ritiene quindi che le scuole (la più vicina è l’asilo infantile Ottolenghi di Marina, a circa 600 metri, dall’altra parte del canale rispetto al deposito) siano ad un raggio sufficientemente sicuro. Lo stesso vale per Fabbrica Vecchia e Marchesato (a 240 metri), edifici sotto tutela della Soprintendenza. Tre le osservazioni presentate che, però,non hanno influito sulla valutazione del Ctr.

Il servizio urbanistica è orientato a concedere il permesso di costruire  Il permesso di costruire – come detto – è in deroga perché il serbatoio è alto poco meno di 24 metri. La massima altezza prevista dalle norme urbanistiche è però 12 metri. Per i permessi in deroga serve l’okay del consiglio comunale, per questo è necessario il passaggio in aula.

La deroga è possibile perché, come spiegato dal dirigente del servizio Progettazione Urbanistica , ingegner Valentino Natali, si tratta di un impianto di “interesse pubblico” in quanto insediamento industriale. Punto quest’ultimo, che sarà con ogni probabilità il più contestato da chi ha perplessità sul progetto. Dubbi in merito sono stati sollevati ad esempio da Massimo Manzoli, consigliere di Ravenna in Comune.

Natali ha anche chiarito che il permesso di costruire prende in considerazione soltanto le questioni urbanistiche mentre quelle ambientali sono sottoposte a Via (Valutazione di impatto ambientale) tuttora in corso in Regione. Nel caso la Via non dovesse essere rilasciata, «il permesso di costruire non avrà effetto». Le valutazioni economiche non sono invece di competenza del Comune.  Precisa poi Natali: «Non sono qui come sostenitore del progetto ma quasi come un notaio, il permesso di costruire è dovuto nel caso non ci siano profili di compatibilità». Per quanto riguarda l’altezza, Natali fa notare che in zona ci sono già strutture più alte di 12 metri, per cui è difficile – per i tecnici – dire no al progetto.

Cosa può succedere ora? Come detto, l’ultima parola sulla deroga spetta al consiglio comunale che può, in teoria, anche negarla. Su questo punto Alvaro Ancisi, decano dell’opposizione e capogruppo di Lista per Ravenna, vede il pertugio: «Se il consiglio nega la deroga decade tutto visto che la Via è subordinata al permesso di costruire?», chiede sibillino. In astratto è proprio così: nel caso la maggioranza dell’aula decida di non dare il via libera al permesso di costruire in deroga il progetto si arenerebbe e la Pir sarebbe costretta a ricominciare. Un’opzione che al momento pare fantascientifica dal momento che la maggioranza dovrebbe in pratica smentire i suoi tecnici.

La domanda di Ancisi è il preludio ad un acceso dibattito in consiglio comunale con la partita che da tecnica diventerà politica. La maggioranza (Pd e Pri) visto le rassicurazioni del Ctr è orientato ad esprimere parere favorevole ma è chiaro che l’opposizione avrà buon gioco, una volta rilasciato il permesso di costruire, a scaricare le responsabilità del progetto (a Marina e Porto Corsini ci sono diverse perplessità a riguardo) su Democratici e alleati. In commissione consiliare si sono espressi favorevolmente al permesso di costruire in deroga Pd, Pri e Ama Ravenna. Contrario soltanto Ravenna in Comune che ha espresso durante il dibattito un buon numero di perplessità. Le altre forze politiche (compreso Mdp-Articolo 1 che fa parte della maggioranza) si esprimeranno in consiglio. In ogni caso il progetto sembra ormai blindato.

Mercoledì 29 novembre ci sarà il secondo incontro tra rappresentanti dell’azienda, Comune e cittadinanza dopo il primo confronto di luglio. Intanto il comitato Gnl (garanzie non liquefatte) ha raccolto 500 firme per chiedere un’inchiesta pubblica sul progetto.

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