«Camere di commercio, un ente da preservare»: la lettera al ministro del sindaco

 Alcuni enti camerali hanno inviato un documento contenente proposte di miglioramento della riforma tenuto conto del ruolo istituzionale e di supporto al mondo imprenditoriale

Camera Di CommercioIl sindaco Michele de Pascale scrive al ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli per superare i problemi dati dalla riforma delle Camere di commercio che obbliga all’accorpamento e sul quale pende un ricorso alla corte costituzionale per una “eccezione di incostituzionalità” che il Tar del Lazio ha rilevato analizzando alcune richieste giunte da varie parti d’Italia.  Alcuni enti camerali hanno  inviato un documento contenente proposte di miglioramento della riforma tenuto conto del ruolo istituzionale e di supporto al mondo imprenditoriale che le Camere svolgono sul territorio, da sempre e in modo essenziale.

Le istituzioni «dialogano, si confrontano e collaborano costantemente con le Camere di commercio – si legge nella lettera sottoscritta non solo da de Pascale ma da altri primi cittadini italiani –  si confrontano e collaborano costantemente con le Camere di commercio, che, presenti di rettamente sul territorio, sono portatrici degli interessi delle imprese e riversano in importanti progetti le risorse che dalle imprese direttamente derivano, senza gravare sul bilancio dello Stato, permettendo anche alle nostre istituzioni di realizzare importanti interventi in coprogettazione».

Lo scenario economico non può prescindere da questa presenza nel territorio, «ognuno dei quali si caratterizza in modo particolare per dimensione, popolazione, sistema imprenditoriale, territorialità e presenza di altre importanti istituzioni. In questi giorni siamo venuti a conoscenza di una bozza di emendamento legislativo, che potrebbe essere inserito dal Governo che Lei rappresenta in uno dei prossimi decreti, pur riguardanti altre tematiche, che, nel ribadire l’obbligatorietà degli accorpamenti tra Camere di commercio, ne prevederebbe addirittura il
“ commissariamento”, qualora entro il prossimo mese di marzo, non si accorpassero, svilendo in tal modo anche il ruolo degli amministratori delle Camere, regolarmente eletti e che, con spirito di abnegazione (si ricorda che l’incarico è totalmente gratuito, pur con le responsabilità giuridiche, amministrative e contabili connesse con la funzione..) prestano la loro opera con professionalità, passione e impegno, sottraendo tempo prezioso alle proprie attività lavorative».

La rideterminazione delle circoscrizioni territoriali imposta per legge, rischierebbe, «anche a nostro avviso, la creazione di Camere di commercio distanti tra loro , con assetti istituzionali e relazionali completamente diversi e, soprattutto, con sistemi produttivi non necessariamente allineati in termini di settori, numero imprese e di dimensione, mentre le Camere dei nostri territori, Camere virtuose e attive, con una buona sostenibilità finanziaria che permette loro di assicurare in modo eccellente le importanti funzioni amministrative e di regolazione del mercato e di investire risorse sul territorio di propria competenza, sono e devono restare per noi interlocutori privilegiati».

Con questa nota, pertanto, «vogliamo sostenere l’iniziativa delle Camere di commercio dei nostri territori, che chiedono di superare l’obbligatorietà degli accorpamenti, rendendoli volontari, poiché riteniamo essenziale il loro permanere, pur riformate, quali istituzioni autonome, che possano continuare ad intervenire in modo determinante allo sviluppo del sistema imprenditoriale locale e alla crescita territoriale di tutta la provincia sulla quale hanno da sempre competenza».

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