Caso autobus, la promessa di Start: «Dal 2022 in arrivo nuovi autisti e mezzi»

Il direttore generale Rossi: «I dipendenti no vax? Se non ci fossero stati disagi ci avrebbero accusato di avere fin troppi lavoratori…»

Mezzi Start Romagna2

Giampaolo Rossi, direttore generale Start Romagna

In un momento complicato per il settore, abbiamo fatto il punto con Giampaolo Rossi, dal 2019 direttore generale di Start Romagna, azienda che gestisce i servizi di trasporto pubblico in Romagna.

Direttore, qual è al momento la situazione green pass? Confidate di poter tornare presto alla normalità?
«Sono ancora in media dai 27 ai 29 gli autisti assenti, senza green pass o per malattia, ogni giorno nel bacino di Ravenna, con la conseguenza che circa il 13 percento delle corse vengono soppresse. L’auspicio è che la protesta vada pian piano a scemarsi, anche per una questione di rispetto reciproco, e devo dire che ci sono già i primi segnali in questo senso, grazie forse anche alle convenzioni con le farmacie che abbiamo definito in queste settimane, per permettere a tutti di fare il tampone».

A questo proposito, i sindacati avevano chiesto tamponi gratuiti.
«Spesso ci si dimentica però che siamo un’azienda pubblica, che “viviamo” grazie al fondo nazionale dei trasporti, che amministriamo fondi pubblici insomma. Se fossimo un’azienda privata sarebbe un altro discorso, ma come Start non è che non lo vogliamo fare, non ci è proprio concesso: pagare i tamponi ai dipendenti equivarrebbe a una distrazione di fondi pubblici dedicati a qualcos’altro».

L’impressione però è che il 15 ottobre con l’introduzione del green pass obbligatorio siate stati un po’ travolti dagli eventi. Non era possibile organizzarsi per tempo? Vi aspettavate meno autisti senza green pass?
«Qualcuno in meno, forse, sì, ma non potevamo chiedere il green pass in anticipo, sono dati sensibili, e il decreto attuativo è stato pubblicato solo il giorno prima dell’entrata in vigore».

Ma chi “paga” per le corse saltate? Non ci sono penali solitamente?
«In questo caso no, essendo un’emergenza, così come condiviso con i tavoli prefettizi. Non è mancata la nostra volontà, né la programmazione».

Il fatto che siano state soppresse delle corse sembra però dare ragione a chi denuncia da tempo una carenza di personale all’interno di Start Romagna.
«La realtà è che se non ci fossero stati problemi, se non fossero saltate corse, si sarebbe detto al contrario che abbiamo il 15-20 percento di personale in più, e che un’azienda pubblica non può permettersi sprechi».

A Ravenna quindi il personale è sufficiente?
«Eravamo in effetti sotto di una decina di unità, ma ora abbiamo recuperato».

Quindi non ci sono problemi di personale?
«Il problema è che abbiamo un turnover abbastanza accelerato degli autisti. Gente che magari anche con le difficoltà del lockdown aveva per esempio abbandonato il camion per fare l’autista dei bus, da altre regioni, e che poi è tornata a casa pochi mesi dopo».

Ma i giovani sembrano non volersi avvicinare a questo mestiere, non sarà perché lo stipendio e le condizioni di lavoro non sono abbastanza buoni? Cosa state facendo per rendere attrattivo questo lavoro?
«Rispetto ai camionisti, è vero che si può guadagnare meno, ma è anche vero che le ore di guida non son paragonabili. Ora comunque abbiamo lanciato il progetto Scuderia Start, con cui stiamo cercando di fidelizzare i nostri dipendenti».

Come?
«Dando ai giovani la possibilità di entrare nel mondo del lavoro con un percorso di vita stimolante. Contribuiamo noi, per esempio, a pagare la patente necessaria per guidare gli autobus, per esempio, con un piano di rientro senza interessi da 24 o 36 mesi, in modo appunto da legare i nuovi dipendenti all’azienda».

Quante domande sono arrivate per la selezione di questi nuovi autisti?
«Oltre cento e ora avvieremo il percorso di formazione con coloro che sono in regola coi requisiti richiesti. Ne inseriremo nei prossimi mesi, entro primavera, 45, con l’obiettivo di non andare più sotto organico, di mantenere per tutta la Romagna i 950 dipendenti, tra autisti (oltre 700, ndr),staff e officina».

Mezzi Start RomagnaSecondo i dati forniti, quasi la metà dei mezzi circolanti complessivamente in provincia hanno più di 15 anni di vita. Sono in arrivo investimenti in questo senso?
«Con il Covid si è un po’ fermato tutto, non avremmo trovato neppure aziende pronte a lavorare su bus nuovi. E rispetto ai dati, bisogna tenere conto che i 65 mezzi (su 97 totali, ndr) circolanti a metano, quindi meno inquinanti, hanno un’età media di 10,7 anni rispetto ad una media italiana di 12. Il piano industriale approvato dai soci mira a scendere ad 8 anni. In generale per alienare i bus più datati, soprattutto nell’extraurbano, sono in programma nuovi investimenti e sono in arrivo più di 250 mezzi per tutta la Romagna, tra 2022 e 2023».

Qual è la priorità di Start Romagna in questo momento?
«Lavoriamo e investiamo in particolare per l’ammodernamento delle macchine. Che per noi significa innanzitutto dismettere il gasolio e andare verso il metano, gassoso o liquido che sia»

A questo proposito, è stato appena inaugurato al porto di Ravenna il nuovo deposito di Gnl, ci sono autobus alimentati a gas naturale liquefatto al momento?
«Abbiamo mezzi Lng nel bacino di Forlì-Cesena e pian piano arriveranno anche da altre parti. A Ravenna abbiamo invece puntato sull’idrogeno, con le prime 4 macchine in programma di utilizzo e continueremo su questa strada grazie anche ai fondi del Pnrr. C’è poi la partita dei bus elettrici, con altri 10 mezzi in arrivo per il Ravennate. Continuiamo a lavorare con l’obiettivo delle emissioni zero e il nostro piano industriale 2022-2025 è orientato proprio a questa conversione green».

Quali sono le lamentele più diffuse della clientela?
«In questo periodo sono relative alla sensazione di “carico”, anche perché stiamo lavorando sempre con l’80 percento di capienza massima. Spesso è solo una sensazione, appunto. In determinati momenti e su alcune corse arriviamo vicini al limite, soprattutto ora con meno autisti a disposizione. Abbiamo comunque gli strumenti per tenere monitorata la situazione e ricordo che l’80% della capienza equivale a oltre 4 persone al metro quadrato. Ci stiamo orientando per i prossimi acquisti verso macchine ad alta capacità, da 15 e 18 metri, che permettano di far fronte alle emergenze e di adattarsi alle diverse esigenze, come per esempio potrebbe accadere peri lidi ravennati in futuro a causa anche della soppressione dei posti auto negli stradelli e del conseguente ampliamento dei parcheggi scambiatori».

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