sabato
13 Settembre 2025

“Bella ciao” e insulti a Salvini: in piazza dell’Aquila oltre cento contestatori

Durante il comizio del centrodestra di Ravenna

Oltre cento persone si sono ritrovate in piazza dell’Aquila, a pochi passi dal comizio del centrodestra, intonando “Bella Ciao” e insultando Salvini & Co, da cui erano separati dalle transenne e da un cordone di forze dell’ordine.

Fischi e cori che si sono sentiti anche nelle prime file sotto al palco di piazza del Popolo.

Scossa di terremoto a Ravenna, magnitudo tra 3 e 3.5

In tanti sui social hanno dichiarato di averlo sentito. Conferma dell’Ingv

Terremoto Earthquake Sismografo 1440x564 CScossa di terremoto attorno alle 18 a Ravenna.

La stima provvisoria dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, parla di magnitudo tra 3 e 3.5.

In tanti, sui social, hanno scritto di aver sentito la scossa. Non si segnalano al momento danni.

Ecco Berlusconi, per la prima volta a Ravenna (da politico)

Accolto dal fedelissimo Alberto Ancarani, candidato alle Regionali e capogruppo di Forza Italia

Ancarani BerlusconiAlberto Ancarani, capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia, candidato alle prossime elezioni regionali, fedelissimo di Berlusconi da sempre, ha accolto l’ex primo ministro a Ravenna, a pochi minuti dal comizio in piazza del Popolo.

Si tratta della prima volta, in veste di politico, di Berlusconi a Ravenna. E non poteva essere che Ancarani ad accoglierlo e accompagnarlo in piazza…

Su Facebook sono bastate due parole: «Grazie presidente».

Ravenna, le Sardine in piazza Kennedy

Dalle 18.30 il raduno, a pochi metri dal comizio del centrodestra

47b93d88 31f3 475f Ac47 Aa939aab0f30
Le Sardine in piazza Kennedy poco prima delle 18.30

Si va riempiendo anche piazza Kennedy, poco prima l’inizio della manifestazione delle Sardine, autoconvocatesi alle 18.30 a Ravenna in concomitanza con il comizio di chiusura della campagna elettorale del centrodestra.

Seguiranno aggiornamenti.

Per cosa si vota il 26 gennaio, ovvero cosa può cambiare davvero in cinque anni

Il centrosinistra ha impostato la campagna elettorale sugli ottimi risultati raggiunti, il centrodestra sul bisogno di cambiamento quasi a prescindere. In ballo, in realtà, due visioni di società opposte

Affection Beach Child 173666Al netto delle promesse elettorali più o meno mirabolanti, il grosso di questa campagna si è giocato tra due realtà di fondo contrapposte, che poco hanno a che fare con i programmi elettorali in quanto tali.

Sul fronte del centrosinistra ci si può appigliare a un fatto difficilmente contestabile anche per gli oppositori: l’Emilia-Romagna rappresenta un’eccellenza in Italia e in Europa, Bonaccini è amministratore stimato anche dai colleghi del centrodestra, la regione è in testa a classifiche di economia, welfare e salute. Perché cambiare?
Dall’altro lato, il centrodestra invece fa leva sull’idea che, dopo tanti anni, un cambiamento non possa fare che bene, quasi a prescindere da chi va a sostituire chi. Su questo poi il centrodestra ha avuto tutto l’interesse a innestare una campagna di fatto nazionale, collegando l’eventuale vittoria a Bologna alla possibile caduta del governo giallorosso a Roma e a un ritorno del leader carismatico Salvini al governo (tanto che il “capitano” ha di fatto oscurato la vera candidata Borgonzoni).

Entrambe le parti stanno cercando di convincere gli indecisi che si tratta di una battaglia epocale, idea sicuramente rafforzata anche dalla mobilitazione massiccia del movimento delle sardine, nate proprio in funzione “antisalvini”. E dal centrosinistra il messaggio che arriva è che è in ballo addirittura l’identità stessa dell’Emilia-Romagna oltre che le sue progressive sorti.

Ma sarà davvero così? In fin dei conti, come molti ripetono, la Lega governa Veneto e Lombardia da tempo senza che siano dovute intervenire forze aliene a salvare i cittadini, che anzi continuano a confermarli. In fin dei conti, il 27 gennaio gli emiliano romagnoli che tutti descrivono come laboriosi, capaci, solidali, saranno sempre loro.

Non solo, al netto del tema sulla qualità della classe dirigente (che adesso non è misurabile se non con una buona dose di pregiudizio), le differenze nei programmi non sono così abissali. E se vincesse, il centrodestra non avrebbe alcun interesse a smontare una macchina che funziona (per esempio nell’impiego dei fondi europei, un grande merito che va più forse ai funzionari che ai politici di via Aldo Moro). A ben guardare, sui grandi temi economici, dal porto alle infrastrutture, dalla sanità pubblica efficiente ma con la collaborazione anche del privato alla necessità di sburocratizzare le posizioni non sono antitetiche. Sono molto più distanti da Bonaccini le liste di estrema sinistra che ne contestano le politiche “liberiste” (un esempio su tutti, il sistema di subbalto di alcuni servizi in sanità). Certo, il centrosinistra parla più di servizio pubblico e politiche green, la destra promette meno tasse, al solito. Chissà. E comunque, tra cinque anni si rivota.

La differenza vera e già misurabile e che si potrà notare da subito sta altrove, sta nell’idea di società, di famiglia, di diritti civili. Questioni che non hanno per forza a che fare con la crescita economica (o forse sì) e sottendono una visione valoriale di un certo tipo.

Molto probabilmente quindi, nell’arco di cinque anni, la differenza sostanziale starà nei “dettagli” in voci che comportano poca spesa ma molta resa dal punto di vista mediatico. Lo abbiamo visto nelle città vicine come Forlì e Ferrara, passate pochi mesi fa al centrodestra. Nella prima hanno impedito che nelle scuole venissero portati avanti progetti contro la violenza di genere in nome della famiglia tradizionale, nella seconda il sindaco si è premurato di ordinare crocifissi nuovi per tutte le aule scolastiche.

Perché se il centrosinstra ha da tempo abbandonato tante battaglie che ne caratterizzavano l’identità dal punto di vista economico, si è invece ricostruito attorno a un’idea di progresso dei diritti civili. L’ultima Assemblea regionale ha votato, tanto per fare un esempio, la legge sull’omotransfobia. C’è da scommettere che una maggioranza di centrodestra la cancelli (e così promette un volantino in circolazione rivolto esplicitamente ai cattolici). Perché il centrodestra da parte sua, con buona pace dei laici berlusconiani, sta invece sempre più sposando posizioni oltranziste su temi come l’identità religiosa e la famiglia “tradizionale” per non dire “patriarcale”, la negazione di conquiste civili per gay o trans. La Regione oggi finanzia progetti, politiche, azioni su questi temi. Per il bilancio complessivo sono spiccioli, ma sono spiccioli che fanno la differenza. I danni o i benefici prodotti sono enormi e relativamente rapidi. Tra cinque anni, chiunque vinca, difficilmente avremo la E55, ma già da settembre potrebbero sparire, per fare uno esempio tra mille, decine di progetti di educazione sessuale e parità di genere per i ragazzi, o potrebbero ridursi i programmi per l’integrazione degli stranieri. Potrebbe sparire il lavoro di associazioni e volontari a favore di nuove associazioni e nuovi volontari con obiettivi e modelli diversi.

C’è forse un argomento su tutti che la dice lunga: Bonaccini promette nidi gratis, Borgonzoni sposa l’idea di un assegno per le madri che stanno a casa dal lavoro per i primi anni di vita del figlio. Forse, in fondo in fondo, si tratta soprattutto di scegliere tra questi due modelli.

I Savana Funk annullano il concerto per motivi politici: «Non suoniamo per la Lega»

La band emiliano-romagnola doveva esibirsi all’osteria Passatelli durante la cena elettorale di Rolano, che replica: «I miei sostenitori non se ne sarebbero andati…»

Savana Funk Peruch
I Savana Funk

I Savana Funk, band emiliano-romagnola nota anche per essere salita questa estate sul palco del tour di Jovanotti, si è rifiutata di esibirsi, come da programma, all’osteria Passatelli del Mariani, a Ravenna, per motivi politici.

Il concerto era in programma ieri sera (23 gennaio) ma nel pomeriggio la band ha scoperto che avrebbe dovuto suonare durante una cena elettorale della Lega.

«Siamo venuti solo in questo momento a conoscenza che il palco sarà usato per dei fini politici che non condividiamo – ha scritto ieri la band sulla propria pagina Facebook –. Ci dispiace tantissimo per tutte le persone che hanno già prenotato, ma riteniamo non ci siano le condizioni per suonare, e altrettanto ci sentiamo presi in giro per non essere stati avvisati in tempo utile».

La cena “incriminata” era stata organizzata da amici e sostenitori per la candidatura di Gianfilippo Nicola Rolando, già consigliere comunale per la Lega a Ravenna e candidato anche per l’Assemblea regionale alle elezioni di domenica. «Una decisione che rispetto – commenta Rolando, sottolineando come fossero circa 200 i presenti alla cena, in attesa dell’esibizione – ma che non condivido semplicemente perché peraltro la band doveva iniziare a suonare verso le 22.30 proprio perché i tavoli erano nella stragrande maggioranza prenotati per la mia cena elettorale. Nessuno dei mie sostenitori avrebbe abbandonato la sala per dimostrare il dissenso politico verso le idee della band musicale al momento dell’inizio della loro esibizione . La differenza sta tutta qui . Nella tolleranza e nel rispetto».

Centrodestra in piazza: apre Berlusconi alle 18.30, chiude Salvini in tempo per i tg

Con il leader della Lega ci sarà sul palco anche Borgonzoni, candidata che sfida Bonaccini. Al comizio prenderà parte anche Meloni

83377911 2828062047216511 4570376464628711424 OApertura con Berlusconi, chiusura con Salvini e Borgonzoni, in mezzo Meloni, in totale poco più di 90 minuti. Al momento sembra essere questa la scaletta del comizio del centrodestra in piazza del Popolo a Ravenna per la chiusura della campagna elettorale per le Regionali del 26 gennaio. L’inizio degli interventi è previsto intorno alle 18.30 per arrivare ad agganciare l’inizio dei telegiornali delle 20 e conqusitare spazio in tv all’ora di cena.

Da stamani in piazza sono in corso gli allestimenti per il palco, montato sul lato opposto del municipio. Numerose le forze dell’ordine che stanno affluendo in centro per il servizio d’ordine: verrano istituiti dei punti di filtraggio anche tenuto conto che in piazza Kennedy in contemporanea si raduneranno le sardine, come al solito in maniera meno plateale, senza palchi ma con un impianto di amplificazione per letture, cori e interventi.

«La destra non ci ha scippato la piazza, l’avevamo prenotata e abbiamo rinunciato»

Il segretario provinciale del Pd a Ravenna fa il punto a poche ore dagli eventi di chiusura della campagna elettorale: «Porterò un libro di Carofiglio in piazza con le sardine e poi andrò a Forlì con il sorriso per la festa di Bonaccini»

IMG 4650Non è stato uno scippo ma una generosa concessione agli avversari politici in nome dell’apertura democratica. Il segretario provinciale del Pd a Ravenna, Alessandro Barattoni, vuole mettere in chiaro come sono andate le cose per l’assegnazione di piazza del Popolo al centrodestra per l’evento di chiusura della campagna elettorale in Emilia-Romagna in programma oggi, 24 gennaio, dalle 18. «Nessuno ci ha scippato la piazza, o meglio mezza piazza visto che il palco è stato montato molto avanti – attacca il dem con una frecciatina –: noi avevamo prenotato lo spazio per un evento locale poi siamo venuti a sapere che la destra voleva venire a Ravenna e a quel punto non avevamo nessuna intenzione di essere quelli che impediscono agli avversari di venire dove preferiscono. Ci siamo sentiti con esponenti della Lega e abbiamo lasciato la piazza a loro. Noi andremo a Forlì in pullman per festeggiare con Stefano Bonaccini».

Barattoni ha incontrato la stampa nell’ultimo giorno prima del silenzio elettorale (domenica 26 si vota dalle 7 alle 23) per tirare le somme di una lunga e intensa campagna elettorale. «Sono soddisfatto di come è andata perché non ci siamo mai abbassati al livello dello sciacallaggio della destra. E dico destra perché credo sia arrivato il momento di togliere la parola centro. Noi non strumentalizziamo i fatti di cronaca e mi auguro che questo non accada a Ravenna come è accaduto altrove. La vera vittoria per il Pd è stata non cambiare il suo modo di fare, senza speculazioni».

Questa sera in contemporanea con l’evento della coalizione di Lucia Borgonzoni – sul palco i leader nazionali Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi – le sardine si riuniranno in piazza Kennedy (dalle 18.30). E Barattoni sarà lì: «L’invito è di portare un libro, mi presenterò con “I piedi nel fango” di Carofiglio. E poi andremo tutti in pullman a Forlì dove alle 21 inizierà la festa di Stefano Bonaccini». Al momento sono nove gli autobus organizzati dalla provincia di Ravenna.

Il Comune: «Nel 2020 via ai lavori in viale Colombo, parcheggi pronti nel 2021»

Firmata la convenzione tra l’amministrazione pubblica e il consorzio che riunisce 12 imprenditori alberghieri. A seguire previsti lavori in altre due aree per creare in totale 500 posti auto

Firma Convenzione
I rappresentanti dell’Ati al momento della firma della convenzione: da sinistra, Cesare Zavatta, presidente della coop Lo Stelo; Romina Maresi, presidente della coop San Vitale; Mauro Modanesi, presidente del Consorzio Cervia Parcheggi

Nei giorni scorsi è stata firmata la convenzione tra il Comune di Cervia e il Consorzio Cervia Parcheggi, il vincitore del bando comunale che assegna in diritto di superficie, per 90 anni, tre aree per la realizzazione di posti auto pertinenziali agli edifici alberghieri dei propri consorziati (una modalità praticamente inedita per la riviera romagnola). Entro quest’anno, fanno sapere dall’amministrazione comunale, il Consorzio potrà dare il via ai lavori per la realizzazione della prima area di parcheggio (viale Colombo), che sarà pronta per la stagione 2021; al termine della stagione stessa partiranno i lavori del secondo parcheggio, in viale Milazzo, che sarà disponibile per la stagione 2022. I primi due parcheggi metteranno a disposizione degli albergatori circa 340 posti auto (e il Consorzio ad oggi ha registrato da parte degli alberghi soci richieste contrattualizzate per circa 360 posti, quindi già maggiore rispetto a quelli previsti).

Il Comune definirà poi nel giro dei prossimi tre anni la terza area, sulla quale dovrà essere realizzato l’ultimo parcheggio, per ulteriori 170 posti. Complessivamente, nei tre parcheggi previsti, saranno dunque a disposizione degli albergatori soci oltre 500 posti auto, che Cervia Parcheggi doterà di servizi integrati di biciclette ed e-bike per incrementare lo sviluppo del “Park&Ride”.

Il Consorzio è composto da 12 imprenditori turistici cervesi, che rappresentano l’80% del settore ricettivo dell’area territoriale adiacente al lungomare: ma ha già diverse altre richieste di adesione da parte di possibili nuovi soci. Il progetto dei parcheggi pertinenziali è particolarmente innovativo anche perché unisce pubblico, privato e privato sociale: il Consorzio Cervia Parcheggi si è infatti aggiudicato il bando come capofila di un’ATI che comprende anche le cooperative sociali Lo Stelo e San Vitale.

Dal porto alla spiaggia: i Cinque Stelle ripartono dall’ambiente

I grillini hanno l’appoggio anche dei due consiglieri del gruppo misto a Palazzo Merlato. Nel centrosinistra molti sperano nel voto disgiunto

Sono stati in visita al porto con una delegazione che comprendeva il senatore Marco Croatti, sono stati sulla spiaggia di Lido di Dante a raccogliere plastica e a ribadire il no alle trivelle e a richiamare l’attenzione sull’ambiente, da sempre loro cavallo di battaglia. I candidati del Movimento 5 Stelle sono partiti in ritardo (si è tenuto molto tardi il voto sulla piattaforma Rousseau che ha stabilito, al contrario dei desiderata di alcuni dirigenti, che al voto bisognasse partecipare) e ora stanno cercando di recuperare il gap mentre, a complicare loro la vita, c’è la crisi che il Movimento sta attraversando a Roma, con la leadership di Di Maio in difficoltà (c’è chi dice che potrebbe dimettersi addirittura prima del voto) e il fatto che qui si trovano a correre contro i loro storici avversari, Pd e centrosinistra, con cui tuttavia condividono il governo centrale. Insomma, stretti tra due fuochi, rischiano di vedere precipitare i consensi.

A correre per la presidenza è Simone Benini, forlivese, mentre i candidati ravennati sono il 32enne Giancarlo Schiano, laurea in giurisprudenza, capolista; Cinzia Pasi, ravennate, nota per il suo attivismo ambientalista con già esperienze di campagne elettorali alle spalle; l’avvocato 46enne Igor Gallonetto e Maria Rosa Capirossi, 61 anni, di Brisighella, operatrice turistica. Come sempre i quattro nomi sono stati individuati tramite la consultazione on line su Rousseau.

A dare attivamente una mano alla campagna elettorale c’è Marco Maiolini, consigliere comunale eletto nelle file di Cambierà e ora nelle file del gruppo misto insieme a Emanuele Panizza. Anche quest’ultimo assicura che voterà per il Moviemnto e per Benini, una precisazione non banale visto che c’è chi nel centrosinistra spera in un massiccio voto disgiunto dei grillini a favore del presidente Bonaccini. «Pur non condividendo diverse scelte operate dai vertici del Movimento non vedo alternative – ci scrive Panizza –. Non potrei mai votare per la Lega né il Pd, di conseguenza neanche per il Presidente Bonaccini. Nel corso della sua presidenza (come le precedenti del resto) Ravenna è stata abbandonata a se stessa, e a mano a mano che sono passati gli anni le criticità infrastrutturali sono sempre diventate più evidenti e penalizzanti per la nostra economia e competitività. Trovo la gestione Pd , sia regionale che locale, disastrosa. Spero che i prossimi consiglieri regionali del M5S siano competenti e intraprendenti per una proficua opposizione a chiunque verrà eletto».

Movimento 3V: «Non chiamateci no vax, vogliamo verità»

Candidato presidente un medico. A Ravenna la capolista è una informatrice scientifica

M3V CandidatiRavennaNon vogliono essere chiamati “antivaccinisti” come è loro più volte capitato nei mesi passati. Loro sono gli attivisti di una lista che si chiama Movimento 3 V dove le tre “v” sono quelle di “Vaccini Vogliamo Verità” come si legge sul logo. Hanno raccolto facilmente le firme, a indicare quanto il tema sia sentito e puntano a superare l’ambiziosa soglia del 3 percento nella regione che per prima ha varato l’obbligo vaccinale negli asili nido, prima che esplodesse il tema a livello nazionale.

Candidato a Presidente della Regione è Domenico Battaglia, medico di 46 anni, ferrarese, uno dei 120 medici che nel 2015 firmarono una lettera indirizzata all’Istituto Superiore di Sanità per chiedere uno studio di confronto fra bambini vaccinati e non, perché nella loro pratica clinica riscontravano che quelli non sottoposti ai vaccini fossero tendenzialmente più in salute.
Per quanto riguarda il collegio ravennate, i nomi dei candidati sono quelli di Elena Fabbri, 45 anni, di Faenza, laureata in farmacia e fisioterapia, informatrice scientifica del farmaco nel settore della medicina omeopatica; Fabio Servidei, 44 anni, di Lugo, imprenditore, membro del Direttivo del comitato ‘Libera Scelta Ravenna’, della commissione economica di Riprendiamoci il Pianeta e attivista di Stop5GRomagna; Maria Luisa Biolcati Rinaldi, 56 anni, di Ravenna, libera professionista, cittadina per la libera scelta, attivista di Riprendiamoci il Pianeta e Ugo D’Alberto, 52 anni, di Faenza, libero professionista, membro di ‘Articolo 32 Libertà e Salute.

A sinistra torna la “novità” di Potere al Popolo, sempre alternativi al Pd

La formazione è nata nel 2017 e ha partecipato solo alle Politiche. La candidata presidente è una 26enne laureata al conservatorio

Il simbolo è giovane e quella del 26 gennaio sarà la seconda volta in cui i ravennati potranno sceglierlo. L’altra, in occasione delle politiche del 2018, sfiorò appena l’1 percento dei voti e anche per loro pare arduo l’obiettivo del 3 percento che garantisce l’elezione di un consigliere, ma le campagne elettorali si fanno anche per farsi conoscere in prospettiva futura. E loro sono stati molto sul territorio con banchetti e volontari prima per la raccolta delle firme (conclusa peraltro con grande anticipo) e poi per la campagna elettorale. La loro candidata presidente è Marta Collot, di origine veneta, laureata al conservatorio, 26 anni e lavoratrice precaria. Un ritratto comune a quello di tanti giovani. Anche Potere al Popolo si presenta come «necessariamente» alternativa al Pd di cui critica le politiche economiche, sociali e ambientali tanto da far dire al suo candidato capolista a Ravenna Gabriele Abrotini che «la differenza con il centrodestra c’è, ma è poca». Oltre ad Abrotini, storica personalità dei movimenti ravennati (in primis quello per la battaglia sull’acqua pubblica) ci sono Andrea Casadio, Roberto Gentilini e Lorenza Milesi.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi