venerdì
18 Luglio 2025

Edilizia scolastica: dalla Regione 11 milioni per 13 interventi in provincia

L’investimento più consistente (2,6 mln) a Lugo per una nuova ala in via Lumagni in adiacenza a Compagnoni e Marconi. Poi altri tre nuove realizzazioni tra Alfonsine e Ravenna. Il resto per adeguamenti sismici

Iscrizioni Scuola 2017 2018 Quando E Come Fare Iscrizioni Primarie E Secondarie Sito Miur Istruzioni Passo Dopo PassoSuperano i 135 milioni di euro le risorse stanziate in questi giorni dalla Regione Emilia-Romagna per 118 interventi straordinari di edilizia scolastica. In provincia di Ravenna arrivano quasi 11 milioni di euro per 12 scuole e due palestre.

In provincia di Ravenna l’intervento più importante è a Lugo dove verranno impiegati 2,6 milioni di euro per realizzare una nuova ala adiacente alla sede dell’Itcg Compagnoni e dell’Itis Marconi in via Lumagni. Gli investimenti per le nuove costruzioni si completano con altri tre interventi per un totale di 3,8 milioni: la scuola Oriani-Rodari ad Alfonsine (1,5), il polo per l’infanzia in via Talamone a Ravenna (1,5), la scuola dell’infanzia Zaccagnini  (0,8). Il resto della spesa è per adeguamento sismico e antincendio (qui l’elenco completo delle undici scuoleundici scuole e qui delle due palestre).

Il commento del presidente della Regione Stefano Bonaccini: «Diamo una bella risposta alle famiglie, agli studenti e ai territori mettendo al centro il diritto allo studio, la serenità di ragazze e ragazzi e il dovere di metterli nelle condizioni migliori per crescere e conoscere. Costruire nuove scuole e palestre, rendere quelle esistenti sempre più all’avanguardia e confortevoli, è un obiettivo su cui abbiamo puntato con forza in questi anni. Lo confermano i 320 milioni di euro investiti da inizio legislatura per qualificare il patrimonio di edilizia scolastica». L’assessore regionale alla Scuola, Patrizio Bianchi, spiega che «dal 2015 in Emilia-Romagna è stato investito quasi mezzo miliardo di euro, per la precisione 455 milioni, in edilizia scolastica».

Dall’Asia un insetto che minaccia alloro, leccio, tiglio e magnolia: come difendersi

In Italia la prima segnalazione in Campania nel 2011, dall’estate scorsa anche casi nelle zone costiere ravennati: non esistono trattamenti chimici efficaci, si può procedere solo con la potatura. I rami infetti vanno smaltiti in maniera speciale

1Dall’estate scorsa ha fatto la sua comparsa nelle località costiere del comune di Ravenna e di Cervia un insetto patogeno di origine asiatica, Xilosandrus compactus, che minaccia alloro, leccio, tiglio e magnolia causando estesi disseccamenti. L’insetto provoca diffuse necrosi a carico degli apici vegetativi, entrando con piccoli fori di ingresso (1-2 mm di diametro) nei fusti e diffondendosi attraverso gallerie di piccolo diametro all’interno del tessuti legnosi (2-3 mm di diametro).

La specie è stata segnalata per la prima volta in Italia in Campania nel 2011. Al momento – secondo quanto rende noto il Comune di Cervia – il problema nel nostro territorio è contenuto, ma al fine di evitare un contagio che potrebbe estendersi dal verde urbano anche nelle pinete ravennati e cervesi, il Comune si è fatto promotore di organizzare un tavolo tecnico alla presenza dei rappresentanti del Comune di Ravenna, del Servizio Fitosanitario Regionale, di Hera Ambiente e delle associazioni artigiane. Per il momento si è ritenuto ancora prematura l’emissione di un’ordinanza sindacale, ma si è deciso di procedere informando la popolazione su come comportarsi attraverso la diffusione di linee guida.

Non esistono trattamenti con prodotti chimici efficaci e autorizzati e pertanto la terapia da applicare è al momento solo quella meccanica. In particolare occorre controllare con attenzione le piante, in particolare nel periodo autunno/inverno quando l’insetto è a riposo, ma anche nelle stagioni successive. Se notate la presenza  di rami secchi, al di sotto dei quali siano presenti di fori di entrata dell’insetto (circa 1 mm di diametro), andrà effettuata immediatamente una potatura di risanamento, tagliando tutti i rami secchi fino almeno a 20 cm dalla parte disseccata.

E’ importante che il materiale infetto una volta tagliato venga collocato all’interno di sacchi di plastica opportunamente chiusi e conferiti nei contenitori adibiti a raccolta indifferenziata (cassonetti grigi) e non in quelli per i residui di potatura (cassonetti marroni). Si informa anche che è vietato triturare, bruciare o abbandonare i rami tagliati, per evitare la dispersione degli insetti adulti.

Qualora i manutentori che operano nel territorio del Comune di Cervia o anche i privati cittadini riscontrino la presenza del patogeno potranno anche rivolgersi per ulteriori indicazioni al Servizio Fitosanitario Regionale sede di Ravenna (e-mail: fitosanravenna@regione.emilia-romagna.it) o al  Servizio Verde del Comune di Cervia (e-mail: serv-verdepinete@comunecervia.it.

Da Punta Ravenna a Punta Marina: il Consorzio Bonifica racconta la storia del lido

Nei locali della pro loco l’esposizione documentale con le storie di genti del paese

Bimbo Investito Punta MarinaQuando i fiumi Ronco e Montone ancora circondavano Ravenna e si congiungevano a levante nei “Fiumi Riuniti” sfociavano in mare creando una punta: da qui deriva il nome di Punta Marina, uno dei nove lidi ravennati. La genesi della località sarà ripercorsa nella mostra documentale del Consorzio di Bonifica che inaugura sabato 17 novembre nella sede della pro loco. Il territorio deve la sua configurazione attuale all’azione di bonifica dell’impianto idrovoro Rasponi. La bonifica meccanica per prosciugamento ha affiancato all’inizio del ‘900 le bonifiche per colmata, asciugando velocemente il territorio e permettendo così l’insediamento dei primi coloni e la nascita di Punta Ravenna, ora Punta Marina Terme. Un racconto seguito da storie di genti del paese raccontate da Mauro Merli e Andrea Bonati. La mostra sarà visitabile sabato 17 nel pomeriggio e domenica 18.

Violenza di genere e processi: un convegno nell’aula di corte di assise

Appuntamento il 16 novembre in tribunale a Ravenna. E il giorno dopo al Grinder la presentazione del libro della giudice Paola Di Nicola

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L’aula della corte d’assise del tribunale di Ravenna

Il rapporto tra violenza di genere e pratiche processuali, come si è evoluto nel corso del tempo e qual è lo scenario attuale, sarà il tema al centro di due iniziative a Ravenna il 16 e 17 novembre nel programma “Una società per relazioni. Strade alternative alla violenza 2018” promosso del Comune e dall’Unione donne in Italia.

Venerdì 16 novembre dalle 15 alle 18 nell’aula di corte di assise al palazzo di giustizia di Ravenna un convegno con particolare riferimento alle evoluzioni normative e giuridiche dal “Massacro del Circeo” a oggi. L’evento, già riconosciuto come formativo per avvocate e avvocati, parla dell’Italia di ieri e di oggi, attraverso il diritto. La pratica processuale consente di individuare, infatti, i nodi problematici delle norme esistenti. Sul tema al convegno intervengono Ouidad Bakkali (assessora alle Politiche di genere del Comune di Ravenna), Cristina D’Aniello (sostituto procuratore che di recente ha condotto il processo che ha portato all’ergastolo per Matteo Cagnoni per l’omicidio della moglie Giulia Ballestri), Paola Di Nicola (giudice del tribunale di Roma), Stefania Guglielmi (avvocata del foro di Ferrara, responsabile del Tavolo di Lavoro Giustizia Nazionale dell’Udi), Rosamaria Albanese (avvocata del foro di Ferrara, consulente Udi e Centro donna giustizia Ferrara), Sonia Lama (avvocata del foro di Ravenna, consulente Udi Ravenna).

Sabato 17 novembre alle 11 al Grinder Coffee Lab di via di Roma 178 a Ravenna, Paola Di Nicola presenta la sua ultima pubblicazione “La mia parola contro la sua. Quando il pregiudizio è più importante del giudizio” (Harper Collins edizioni) con l’avvocata Sonia Lama. Così tra le prime righe del suo testo: “I pregiudizi sono invisibili e si muovono ovunque, come quelle minuscole particelle che, al mattino, scorgiamo in controluce dalla finestra illuminata. Ci dobbiamo fermare a osservarle, reclinando la testa e cercando la giusta posizione, per accorgerci che si muovono intorno a noi. L’aria ne è piena. Appaiono innocue, ma fanno male. Non permettono di respirare”.

Al via le attività dei quattro centri gioco per bambini dai sei mesi ai tre anni

Nella Bassa Romagna due giornate di open day per presentare i servizi: Lugo, Bagnacavallo, Sant’Agata sul Santerno, Lavezzola.

Baby Teddy Bear Cute 39369Ripartono le attività dei centri gioco dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, in collaborazione con le cooperative Zerocento e Il Cerchio, che proseguiranno per tutto l’anno educativo 2018/2019. Nei quattro centri gioco dell’Unione saranno proposti appositi open day per presentare le attività, con laboratori tematici gratuiti aperti a tutti i bambini da sei mesi a tre anni.

Due le giornate per gli open day ad accesso gratuito: sabato 17 novembre al nido Europa di Lugo (viale Europa 128) e al nido Tartaruga di Bagnacavallo (via della Costituzione, 2); sabato 24 novembre al nido Girasole di Sant’Agata sul Santerno (via Cavour 6) e al nido Landi di Lavezzola (via Rodari 2). Tutti gli open day si terranno dalle 10 alle 12.

Il centro gioco è un servizio che offre ai genitori uno spazio per stare con i propri figli in una dimensione ludica e relazionale. Il centro gioco è infatti un luogo che accoglie bambini e genitori insieme, offre la possibilità di socializzare con altri bambini, favorisce la maturazione e l’esercizio delle competenze, offre ai genitori un luogo in cui poter chiacchierare con altri genitori e con l’educatrice, osservare il proprio bambino, partecipare ad incontri con esperti. Tutti i bambini da sei mesi a tre anni possono essere iscritti.

Il centro giochi sarà aperto tutti i mercoledì dalle 16.30 alle 18.30 presso i locali del nido “Europa” di Lugo, con la programmazione una volta al mese, in collaborazione con il Centro per le famiglie dell’Unione, di un’iniziativa tematica; inoltre i centri gioco saranno aperti tutti i sabati mattina con attività laboratoriali a tema presso i locali dei nidi e precisamente: il primo sabato del mese al nido Europa; il secondo sabato del mese al nido “Landi” di Lavezzola; il terzo sabato del mese al nido “Il Girasole” di Sant’Agata sul Santerno; il quarto sabato del mese al nido “Tartaruga” di Bagnacavallo. Nel mese di dicembre si prevede un unico sabato mattina dalle 10 alle 12 per tutti i centri gioco con attività laboratoriali dedicate all’avvento del Natale (15 dicembre 2018).

Per accedere ai centri gioco è necessaria l’iscrizione, che può essere fatta compilando gli appositi moduli. Per partecipare ai laboratori del sabato è necessaria la preiscrizione. È possibile iscriversi alle attività spostandosi tra più centri; i costi per l’iscrizione, uniformati su tutte le strutture, vanno da 6 euro per un ingresso, a 15 euro per tre ingressi.

I centri gioco sono gestiti dalle cooperative “Zerocento” di Faenza e “Il Cerchio” di Ravenna, affidatarie dell’appalto dei servizi educativi per l’infanzia. Per ulteriori informazioni, contattare la cooperativa Zerocento al numero 0546 600111, email zerocento@zerocento.coop.

A Lugo 9 dei 51 migranti arrivati con il corridoio umanitario e accolti da Salvini

È il primo caso sotto il governo Lega-M5s. Sono ospitati dalla comunità Papa Giovanni XXIII in una casa-famiglia: hanno diritto alla protezione internazionale in fuga da guerra e persecuzioni

MaxresdefaultIn una casa-famiglia di Lugo, gestita dalla comunità Papa Giovanni XXIII, sono stati accolti 9 dei 51 migranti con diritto alla protezione internazionale atterrati ieri, 14 novembre,  all’aeroporto di Pratica di Mare (ad accoglierli c’era il ministro dell’Interno Matteo Salvini) dopo l’evacuazione dalla Libia compiuta dall’Unhcr (Alto commissariato Onu per i rifugiati). Donne, bambini, ragazzi (19 di loro hanno meno di 18 anni) che fuggono dalla guerra e dalle persecuzioni,  tirati fuori dalle carceri libiche ed evacuati nel centro di transito in Niger, per arrivare in Europa attraverso i corridoi umanitari. Nella struttura di Lugo da ieri alloggiano una coppia senza figli e una coppia con cinque figli.

Secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale, i 51 arrivano da Sudan, Etiopia, Eritrea, Somalia e Camerun. Sono quasi tutti nuclei familiari e donne sole con bambini. Quindici hanno già lo status di rifugiato, gli altri sono richiedenti asilo, ma l’Unhcr ha già valutato che hanno i requisiti per ottenere la protezione internazionale. La comunità Papa Giovanni XXXIII li ha suddivisi in diverse case-famiglia della Romagna.

 

“Il giardino dei ciliegi” secondo Kepler – 452: la prossimità degli sfrattati

Una giovane compagnia bolognese alle prese col capolavoro di Cechov. Lo spettacolo in scena al Rasi il 16 novembre (unica data) per la Stagione dei Teatri di Ravenna


La compagnia teatrale di ricerca Kepler – 452 ha condotto, con le pagine di Cechov in pugno, un’indagine sugli sgomberi a Bologna, entrando nelle vite di chi, come la famiglia Bianchi, perde un luogo dell’anima a causa di certe politiche abitative. E poi – giovanissima compagnia di ricerca – hanno concepito un lavoro teatrale in cui i protagonisti reali della vicenda, Annalisa e Giuliano, sono in scena con gli attori. La prossimità tra gli “sfrattati” di Cechov e quelli del nostro tempo pone tutti quanti, anche gli spettatori, di fronte all’esercizio sordo dell’essere cacciati via dalla propria esistenza.
Per la regia di Nicola Borghesi, lo spettacolo va in scena in unica data, al Teatro Rasi, venerdì 16 novembre alle 21, nell’ambito della Stagione dei Teatri 2018/19.

Biglietti disponibili in prevendita. Info www.ravennateatro.com

Spaccata nella notte in pieno centro al Costa Cafè. Tre in fuga con mance e cassa

Danni superiori ai 2mila euro a carico del locale. «È il terzo colpo che subiamo in due anni»

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La porta divelta del Costa Cafè

Spaccata nella notte tra mercoledì e giovedì al bar Costa Cafè dell’omonima piazzetta di fronte al mercato coperto, in pieno centro a Ravenna. Tre uomini, con il volto nascosto da sciarpe, berrette e cappellini, hanno divelto con un piede di porco la porta di vetro e in pochi secondi hanno portato via l’intero registratore di cassa e il barattolo con le mance. Complessivamente, un bottino di alcune centinaia di euro ma danni che superano i duemila euro a carico del locale.

«È la terza volta che succede in due anni –ci dice sconsolato al telefono il titolare Dino Dalfiume, che gestisce il bar da due anni e mezzo –, pensavo che in centro questo rischio fosse minore rispetto al forese (dove Dalfiume ha un altro locale, ndr) ma evidentemente mi sbagliavo. Purtroppo a causa di limiti strutturali non è possibile installare le saracinesche ma stiamo pensando con il fabbro a una soluzione alternativa per evitare nuovi casi in futuro».

Il bar ha riaperto regolarmente l’attività la mattina dopo, con le bariste con il cappotto per il freddo, in attesa che venga risistemata la porta, «ma non volevo la beffa, oltre il danno».

Le immagini delle telecamere sono state consegnate ai carabinieri che ora cercheranno di risalire all’identità dei tre malviventi.

Pittore bloccato e fatto sloggiare dai vigili mentre dipingeva in piazza del Popolo

La denuncia di Ancisi (Lista per Ravena). L’uomo è stato costretto a compilare una Scia, «quasi come fosse un’attività economica d’impresa»

Pittore Su Strada Nel Mirino Della Polizia Municipale (coprire I I Dati Personali)Mentre a Rimini il sindaco finisce indagato per aver difeso un artista di strada dai vigili urbani, a Ravenna un pittore è stato bloccato da due agenti della polizia municipale e fatto sloggiare da piazza del Popolo, dove stava dipingendo, alla presenza di tre assessori. A riportare l’accaduto (con tanto di documenti alla mano) è il decano dell’opposizione ravennate, Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna.

Il pittore, un ravennate residente in centro storico, stava lavorando su una tela di 50×60 centimentri a fianco del muro della gioielleria tra piazza del Popolo e via Cairoli, quando è stato accusato di violare «l’ormai celeberrimo (o malfamato) regolamento comunale per l’esercizio dello spettacolo su strada», commenta Ancisi. L’uomo si è risparmiato una multa da 75 a 500 euro perché una norma introdotta dopo il chiacchierato caso del flautista tedesco fa sì che la prima infrazione sia perseguita solo con una diffida a non riprovarci. «Invitato a mettersi in regola recandosi presso il servizio Attività produttive – riporta Ancisi –, gli è stata fatta sottoscrivere una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia, ndr) per un’“attività di spettacolo su strada” come “pittore”, ritenuta necessaria per essere esercitata, quasi fosse un’attività economica d’impresa».

«Ognuno può capire l’assurdità della scena – continua il capogruppo di Lista per Ravenna –. Ma quei cinque rappresentanti dell’amministrazione comunale che hanno insistito a dire, respingendo anche le reazioni dei testimoni, che il regolamento dice così e che bisogna rispettarlo, hanno in realtà compiuto loro, non già il pittore, un sopruso. Il regolamento, intendendo per arte di strada, “la libera espressione artistica da parte di qualsiasi persona, esercitata in luogo pubblico o aperto al pubblico, in modo estemporaneo ed itinerante, senza la corresponsione di un predeterminato corrispettivo per la prestazione, il cui compenso è lasciato alla libera offerta dello spettatore”, prescrive sì, in tali casi, la preventiva presentazione di una Scia, considerandola in comunque un’attività economica. Ma il pittore in questione non chiedeva e non chiede mai alcuna offerta, neanche con la mano o con un piattino. Semplicemente dipingeva, non avendo perciò nessun obbligo di fare una Scia. Doveva forse pagare la tassa di occupazione di suolo pubblico perché usava un cavalletto che invadeva sì e no un metro quadro? Sbagliato ancora, perché questa tassa si applica solo se dall’occupazione deriva un vantaggio economico. Alcune sentenze di Cassazione hanno infatti sancito che per imporla occorre verificare se dall’occupazione discenda un beneficio economico oppure il riconoscimento di una situazione irrilevante, come nell’evidente caso in questione».

Nella tostiera per il pane nascondeva un panetto da 40 grammi di hashish: arrestato

In manette un 43enne. In casa anche il materiale per confezionare le dosi. Militari insospettiti dal via vai di gente nell’appartamento che aveva in affitto in centro

La tostiera della cucina sarebbe per il pane e invece lui ci teneva un panetto da 40 grammi di hashish. Un 43enne siciliano è stato arrestato ieri, 13 novembre, a Ravenna dai carabinieri della compagnia a conclusione di un’indagine antidroga. L’uomo deve rispondere di detenzione ai fini di spaccio: stamani il giudice ha convalidato l’arresto e fissato una nuova udienza imponendo la misura cautelare dell’obbligo di presentazione giornaliera in un ufficio di polizia.

Il 43enne utilizzava un appartamento in centro come base logistica. I militari della stazione di via Alberoni, durante i quotidiani servizi di controllo del territorio, notavano un via via di giovani nei pressi di un appartamento in affitto dall’uomo. Il sospettato, con precedenti in materia di sostanze stupefacenti, è stato monitorato fino alla perquisizione. Oltre al panetto c’era anche materiale vario per il frazionamento e confezionamento delle dosi.

Operaio in malattia pedinato da un detective della ditta: licenziamento annullato

Un carropontista della coop Lb impiegato a Marcegaglia era accusato di simulare il disturbo fisico e invece il giudice ha stabilito che «il caso è lontano anni luce da una simulazione»: dovrà essere reintegrato e avrà una indennità di 25mila euro

Fnt126È stato licenziato mentre era in malattia perché la ditta, che lo faceva pedinare tutti i giorni da un investigatore privato, lo accusava di simulare il disturbo e invece ora a distanza di un anno dal licenziamento una sentenza del tribunale ha stabilito che era tutto vero. Non faceva finta, come già dicevano le carte mediche: il lavoratore deve essere reintegrato e ricevere una indennità risarciatoria di 25mila euro (12 mensilità con la retribuzione di agosto 2017, l’ultimo mese sotto contratto). Il caso riguarda un carropontista della cooperativa Lb che lavora in appalto nello stabilimento Marcegaglia di Ravenna.

A dare notizia del caso è il Sindacato generale di base (Sgb): «Il lavoratore a giugno del 2017 era stato ricoverato in ospedale una settimana per una polmonite. Alle dimissioni gli veniva prescritto di portare un busto fino alla guarigione per un contestuale dolore alla schiena. Patologie e lesioni che, come accertato dal medico legale nominato dal tribunale, giustificano pienamente la sua assenza dal lavoro per circa tre mesi». Ma sin dai primi giorni di assenza la coop ha assoldato il detective: «È stato fotografato mentre svolgeva semplici attività di vita quotidiana, di cura verso la moglie e la figlia minore, consultava Sgb a cui è iscritto. Un pedinamento per accusare il lavoratore di fingere la malattia e poi licenziarlo».

Nel pronunciamento di ieri, 13 novembre, il giudice arriva a dire che «il caso è lontano anni luce da una ipotesi simulatoria». Un’affermazione che si basa sulle carte dei medici che visitarono il lavoratore e sugli accertamenti del consulente tecnico d’ufficio incaricato.

L’avvocato Mauro Silvestri, che insieme al collega Francesco Montanari ha seguito il caso tutelando il lavoratore, sottolinea anche un altro aspetto della vicenda: «L’azienda ha provato a sostenere che il lavoratore non avesse rispettato le disposizioni perché l’investigatore privato aveva accertato che non era a casa negli orari richiesti. Il giudice ha invece stabilito che questi accertamenti spettano solo all’Inps con regolare visita fiscale che il datore di lavoro può richiedere ma non può eseguire spontaneamente con un incaricato. Non mi è capitato molto spesso di trovare un’azienda che abbia fatto pedinare un lavoratore in malattia».

Il parco commerciale Teodorico aprirà tra un anno. Il Pd: «Non si poteva bloccare»

E intanto Legambiente attacca: «A Ravenna Comune da bandiera nera per il consumo di suolo»

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Una veduta aerea del centro Teodora e dell’area dove sorgerà il parco commerciale Teodorico

Sta facendo discutere l’ampliamento del centro commerciale Teodora di viale Europa, di fronte al Pala De André, che prenderà il nome di parco commerciale Teodorico. Si tratta di un parco commerciale di 5 ettari con prevista una struttura alimentare di 2.500 metri quadrati, una non alimentare da 5000 e una superficie di vendita di ulteriori 2.500 metri quadrati. Il cantiere secondo i proponenti dovrebbe aprire i battenti il prossimo marzo con l’obiettivo di inaugurare il centro nell’autunno del 2019.

L’ampliamento era già stato approvato in passato ma martedì 13 novembre se ne è tornato a parlare in consiglio comunale, con tanto di inevitabili polemiche.

«Con la delibera di ieri non si è votato alcun nuovo od ulteriore aumento e sviluppo di aree commerciali – è però la “difesa” del Pd, ad opera del consigliere Marco Turchetti –. Lo sviluppo dell’area era già previsto dalla pianificazione 2003/2010 e il Pua già approvato da anni (come noto sempre dalla maggioranza di centrosinistra a guida Pd, ndr) per cui, volendo, la proprietà dei terreni avrebbe già potuto da molto tempo dar corso alle opere di urbanizzazione. Dire che quell’intervento andava fermato oggi è assolutamente un non senso come promettere in campagna elettorale che in due settimane si fermerà la costruzione del Tap! Ieri (martedì 13 novembre, ndr) è solo stata approvata una variante che nulla sposta in termini di possibilità o diritti già acquisiti e in essere. Ieri non era in discussione se fare o non fare l’intervento che è già da tempo autorizzato ma solo un accordo a margine che prevede compensazioni con ricadute positive sul territorio. Il ripensamento politico da parte della nuova amministrazione in tema urbanistico – secondo Turchetti – c’è già stato, ed è chiaramente tangibile nelle linee di indirizzo che ad inizio mandato abbiamo votato in Consiglio Comunale e che già abbiamo iniziato ad applicare con forti riduzioni di consumo di suolo nel Poc e che vedranno piena applicazione nel nuovo Pug».

Sul tema però torna anche Legambiente. «Purtroppo le manie di grandezza ancora una volta hanno la meglio a Ravenna – scrive l’associazione in una nota –. E così, proprio davanti a quello che sarà il futuro palazzetto dello sport, altra opera mastodontica di dubbia utilità, ecco svilupparsi un centro commerciale dalla mole paragonabile al centro commerciale Esp».
«La preoccupazione maggiore è che potrebbe non essere finita qui – continua Legambiente –. Infatti, rimane ancora la possibilità che si venga a realizzare un ulteriore centro commerciale in via Antica Milizia. È incredibile come in una città in cui il cattivo uso del territorio è uno degli elementi più penalizzanti , come definito dall’ultimo rapporto di EcosistemaUrbano per Ravenna, si continui questa politica priva di alcun tipo di sensibilità e senso critico».
Inoltre, Legambiente punta il dito verso l’ufficio urbanistica del Comune, in quanto «dopo una prima richiesta di confronto per definire il Territorio Urbanizzato così da limitare ulteriori forme espansionistiche, come previsto dalla dall’art. 32 della L.R. 24/2017, non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta».
Infine, l’associazione non si capacita, nella nota inviata alla stampa, di «come possa essere stata possibile la realizzazione di un ulteriore centro commerciale in via Romea Sud, davanti ad un grande centro commerciale già esistente, creando  situazioni di estremo pericolo per la mobilità ciclabile».
«È inevitabile la consegna di una bandiera nera all’amministrazione, per quanto concerne il consumo di territorio», conclude Legambiente.

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