Installati i primi dei 15 previsti. Ospiteranno a turno velox mobili della Municipale
La foto postata su Facebook dal titolare del bagno Perla di Punta Marina per mettere in guardia gli automobilisti dal nuovo velox, che in realtà è solo il contenitore per eventuali velox mobili
Stanno già iniziando a fare discutere i nuovi autovelox, in particolare quello installato sul lungomare di Punta Marina. In realtà non si tratta però come stanno scrivendo in molti sui social di autovelox fissi ma solo di box che potranno contenerne di mobili, a turno e a seconda delle decisioni della Municipale, come già annunciato lo scorso inverno dall’Amministrazione comunale. Sono 15 quelli che sono stati o stanno per essere installati in queste settimane su strade comunali, sui 48 previsti in totale.
Oltre a quello di Punta Marina, in viale Colombo tra il Bagno 4 venti e via delle Sirti, i box sono stati o saranno installati entro fine mese a Marina Romea/Porto Corsini in via Baiona all’altezza del civico 138; a Mandriole in via Mandriole al centro del paese vicino alla chiesa (civico 182); ad Ammonite in via Santerno Ammonite tra il civico 89 e il 91; a Ravenna in viale Mattei – carreggiata sud direzione est; a Ravenna in via Destra Canale Molinetto tra via Stradone e via Casadei; a Piangipane in via Piangipane fronte civico 101; a San Bartolo in via Cella all’altezza del civico 207; a San Pietro in Vincoli in viale Farini all’altezza dell’intersezione con via del Sale e Castello; a San Zaccaria in via Dismano all’altezza del civico 561; a Castiglione in via Ponte della Vecchia all’altezza del civico 65; a Madonna dell’Albero sulla strada provinciale 27 all’ingresso dall’Adriatica in direzione San Bartolo (civici 50/52); a Santo Stefano sulla strada provinciale 27 (via Cella dal civico 319 al civico 321 in direzione San Bartolo/Carraie); a Ragone sulla strada provinciale 5 (chilometro 5 direzione Russi – Ravenna); a Sant’Alberto in via Basilica in prossimità del civico 241.
Quattro sono invece i veri e propri autovelox fissi che verranno installati quest’anno nel territorio comunale. Il primo, in questi giorni, farà la sua comparsa vicino a Mirabilandia (provinciale 101). Le altre installazioni sono previste, in ordine di tempo, sulla Ravegnana, a Castiglione e poi a Fosso Ghiaia sull’Adriatica.
Dovrà rispondere di tentata rapina e calunnia aggravata: ha cercato di scaricare la colpa sul cassiere, accusandolo di essersi tenuto i contanti
Un 59 enne di Casola Valsenio ha incassato un assegno da 300 euro della madre anziana e si è appropriato del denaro, poi ha cercato di scaricare la colpa sul cassiere della banca, arrivando al punto di denunciarlo ai carabinieri accusandolo di essersi appropriato del titolo di credito senza dargli in cambio i contanti.
I militari, però, hanno scoperto che l’uomo aveva escogitato quella messa in scena per costringere il cassiere a consegnargli la somma dell’assegno una seconda volta e pertanto lo hanno denunciato per tentata rapina e calunnia aggravata.
La vicenda risale agli ultimi mesi dello scorso anno, ma le indagini dei carabinieri di Casola si sono concluse pochi giorni fa. Il 59enne era già noto alle forze dell’ordine per reati inerenti il possesso di armi. Dalla sua querela sono partiti gli accertamenti, con i militari dell’arma che hanno interpellato sia il cassiere che il responsabile di filiale: dai controlli sulle operazioni di sportello giornaliere è risultato tutto in regola ed è stata acquisita anche la ricevuta firmata dal 59enne attestante che i trecento euro gli erano stati regolarmente consegnati. Inoltre, i carabinieri hanno appurato che il 59enne aveva effettuato una serie di prelievi prosciugando il suo conto corrente e aveva incassato l’assegno della madre fra un’operazione e l’altra.
L’evento animerà le strade del centro ad aprile e maggio
La Contesa estense ritorna a Lugo con la sua 50esima edizione, che animerà le strade del centro ad aprile e maggio.
Il programma è stato presentato nel Salone Estense della Rocca, dove sono avvenuti i giuramenti di Podestà, Consiglieri anziani e Maestri di sfilata.
Il primo appuntamento è per il pomeriggio di sabato 21 aprile con la partita a scacchi rionali sotto al Pavaglione, mentre alle 18 nella chiesa di San Francesco da Paola verrà celebrata la Messa dei Ceri. Infine, alle 21 la Chiesa del Carmine (ingresso dal sagrato in piazza Trisi) ospita il concerto “Rossini. Da Lugo a Parigi” con musiche dal vivo e rappresentazione. Durante la serata viene raccontato il celebre compositore italiano dalla sua formazione musicale a Lugo e Bologna al successo nei maggiori teatri italiani, fino alla consacrazione parigina.
Si prosegue domenica 22 aprile alle 15.30 con il nono Palio di San Franceschino sotto al Pavaglione, accompagnato da giochi in piazza.
Sabato 28 aprile iniziano alle 15 le visite delle case protette del territorio (San Domenico, Casa della carità, Don Carlo Cavina e Ospizio Sassoli) per portare un po’ di intrattenimento ai loro ospiti.
I festeggiamenti riprenderanno sabato 12 maggio sotto al Pavaglione e nelle piazze limitrofe. Alle 14.30 iniziano gli accampamenti militari davanti alla Rocca. A seguire gli appuntamenti si spostano sotto al Pavaglione. Dalle 19 è prevista l’apertura delle osterie rionali, mentre alle 20.30 c’è l’apertura del Palio 2018 con l’ingresso dei Rioni e il giuramento di sbandieratori e musici. Seguono l’11° Trofeo Sbandieratori e Musici Under 15, il 7° Palio Sbandieratori Under 15 (singolo terza fascia) e il 41° Palio Sbandieratori (grande squadra). Inoltre, da sabato 12 a domenica 20 maggio ci sarà l’esposizione dei drappi dei precedenti Palii della Contesa nella sala Baracca della Rocca estense. Il drappo di questa edizione è stato realizzato da Paola Imposimato.
Domenica 13 maggio si torna sotto al Pavaglione con il 39° Palio dei Musici con brano libero tamburi e chiarine, in programma alle 20. Alle 21 tocca al 41° Palio Sbandieratori (singolo; coppia; piccola squadra).
Lunedì 14 maggio alle 20.30 nel quadriportico c’è la presentazione dei lavori delle scuole lughesi, accompagnata dai gonfiabili in piazza. Martedì 15 maggio Lugo festeggia S. Ilaro, suo Santo patrono, con la Messa nella chiesa del Carmine alle 18 e la processione. Gli altri appuntamenti si alternano la sera davanti alla Rocca. Alle 20.30 corteo storico con la rievocazione Borso d’Este; alle 21.30 è in programma la partita a scacchi vivente e alle 22.30 c’è l’elezione della Soave Creatura. Alle 23.15 lo spettacolo pirotecnico chiude la giornata.
Durante tutta la settimana vari eventi si alterneranno sotto al Pavaglione in occasione dei festeggiamenti della Contesa Estense.
Mercoledì 16 maggio dalle 20.30 è prevista “Contesa è cultura: Castello di Zagonara”, a cura di Marco Cavalazzi. Giovedì 17 maggio alle 20.30 tocca allo spettacolo dei Diavoli della Frusta, mentre venerdì 18 maggio dalle 20.30 ci sarà lo spettacolo di bandiere con esibizioni di diverse specialità degli Sbandieratori e Under con squadre ospiti.
Sabato 19 maggio dalle 21 il Pavaglione ospita lo spettacolo di tessuti aerei e le esibizioni di musici, giullari e giocolieri. Domenica 20 maggio, ultima giornata di festeggiamenti, partono alle 15 i cortei rionali con arrivo al Pavaglione, mentre alle 17 spazio al 50° Palio della Caveja. Ultimo appuntamento prima della chiusura del Palio 2018 con la premiazione e l’uscita dei Rioni. Al vincitore del Palio verrà donata una caveja artigianale realizzata da Luigi Gallignani.
Restituito alla legittima proprietaria con all’interno ancora 200 dollari e 225 euro
Una commessa di un negozio di via Cavour, in centro a Ravenna, ha trovato nel primo pomeriggio di venerdì, 13 aprile, un portafogli a terra nel proprio locale con all’interno 200 dollari americani, 225 euro, carte di credito e documenti. Senza esitare, ha chiamato la polizia informando gli agenti che con tutta probabilità era di una turista americana entrata in negozio poco prima. I poliziotti, con una ricerca effettuata sul posto tramite le banche dati delle forze dell’ordine, hanno così individuato il Bed&Breakfast dove la donna stava soggiornando da qualche giorno. Raggiunta nella struttura ricettiva, la donna è parsa sorpresa di vedere i poliziotti, non avendo ancora scoperto di aver perso il portafogli.
Nel congedarsi, la turista ha affermato che tornerà nel negozio non solo per ringraziare la commessa ma anche per fare spese.
Tante persone all’inaugurazione al Mar della mostra “Andante” di Alex Majoli tra cui anche numerose personalità del mondo della fotografia internazionale.
Dai suoi maestri ravennati Daniele Casadio e Ettore Malanca, ad amici e colleghi dell’artista: Enri Canaj, Franco Pagetti, Christopher Anderson, Andrea Pacella, Johathan Roquemaure, Fabio Barovero, Federico Marchetti, Alberto Biagetti, Alessandra Coppola, Nick Gordon, Bertrice Gibson e anche la presidente del Ravenna Festival, Cristina Mazzavillani Muti.
Presenti anche esponenti della prestigiosa Agenzia Magnum Photos: Sophie Wright, global cultural director, Ludovica Pellegatta, responsabile Magnum Italia, e Lorenza Bravetta, consigliere per la valorizzazione del patrimonio fotografico Mibac.
La sezione della mostra “Andante Scenes”, curata da Diane Dufour, direttrice del Museo Le Bal, David Campany critico fotografico e Cyrill Delhomme, verrà ospitata nel gennaio 2019 a Parigi presso il Museo Le Bal.
Da domenica 15 aprile la mostra è aperta al pubblico (fino al 17 giugno) nei seguenti orari: dal martedì al sabato 9-18, domenica 11–19; lunedì chiuso (la biglietteria chiude un’ora prima). Apertura straordinaria: 21 aprile e 19 maggio dalle 9 alle 22; 30 aprile dalle 9 alle 18; 27 aprile, 11 e 25 maggio, 1 e 15 giugno dalle 9 alle 21; aperture festive: 25 aprile, 1 maggio , 2 giugno 11-19.
Ingresso: intero 6 euro, ridotto 5.
Ventuno professionisti firmano una nota contro le scelte della giunta De Pascale: «I giovani professionisti sono spesso inesistenti per le Amministrazioni»
Un rendering del nuovo palazzetto progettato dagli uffici comunali di Ravenna
Riceviamo e pubblichiamo una riflessione firmata da 21 architetti e progettisti sul tema sollevato dal nostro giornale a fine febbraio, legato ai più importanti progetti architettonici portati avanti a Ravenna dalla giunta del sindaco Michele de Pascale. Progetti che da mesi stanno facendo discutere gli addetti ai lavori e in particolare architetti e ingegneri del territorio. Da una parte c’è una certa insofferenza per la scelta di sindaco e giunta di affidare internamente a tecnici comunali la progettazione di opere complesse e milionarie, come per esempio il nuovo palazzetto dello sport (da oltre 15 milioni di euro) o la nuova scuola di Lido Adriano (da 3,5 milioni). Dall’altra l’esito del concorso internazionale di riqualificazione degli stradelli retrodunali dei lidi ravennati (già contestato dagli ordini professionali dopo la pubblicazione) del valore stimato di circa 10 milioni di euro, per cui sono arrivate in tutto quattro proposte. Ecco l’intervento integrale dei professionisti, mentre il presidente dell’ordine degli architetti, Luca Frontali, da noi contattato, preferisce non intervenire.
Abbiamo letto con interesse l’intervista rilasciata dal sindaco Michele De Pascale a Ravenna&Dintorni, in merito al nuovo palazzetto dello sport e al concorso per gli stradelli retrodunali. Soddisfatto dell’esito del concorso, il sindaco dichiara che l’amministrazione «non voleva un altro libro dei sogni, una serie di proposte magari anche suggestive ma poi di fatto irrealizzabili». Da progettisti, riteniamo queste affermazioni quantomeno equivocabili, perché lasciano intendere l’incapacità della nostra categoria professionale di coniugare la complessità di un’opera alla sua concretezza realizzativa.
Troviamo qui le ragioni del perché la nostra professione sia vissuta dalla società come qualcosa di superfluo, dove fattori tecnici quali funzionalità e sostenibilità sono divenuti gli unici indici per qualificare un’opera. La funzionalità in una buona architettura è semplicemente un importantissimo requisito di base, come lo è la sostenibilità sia economica che ambientale, che deve sempre essere presente. Poi ci sono molti altri aspetti (estetici, emotivi, paesaggistici, eccetera) più difficili da valutare, che fanno altrettanto parte della risposta che un edificio deve dare alla città, e che trasformano l’edilizia in architettura e un edificio in un’opera. Oggi, invece, abbiamo bisogno di ridurre la qualità solo a fattori puramente tecnici, quantificabili facilmente senza sforzi di natura culturale. Ma, per assurdo, sarebbe come ridurre la letteratura a semplice contrattualistica.
Ci chiediamo perciò se la soddisfazione che De Pascale esprime verso il concorso e il palasport sia una semplice affermazione politica o se creda davvero che queste siano le strade migliori che una città possa seguire per crescere e guardare al futuro. Al contrario di quanto dichiara De Pascale, noi riteniamo assolutamente sbagliato affidare il progetto del Palasport, opera da 15 milioni di euro che segnerà lo skyline di Ravenna, direttamente ai tecnici comunali senza passare attraverso un concorso di architettura. Allo stesso tempo, tuttavia, riteniamo fallimentare l’esito del concorso sugli stradelli appena conclusosi in quanto, nonostante un montepremi di oltre 100.000 euro, si sono presentati solo quattro gruppi partecipanti. Al di là della massima stima verso il collega ravennate risultato vincitore (Antonio Stignani dello studio Paisà, ndr), la scarsissima partecipazione è la riprova che le perplessità al bando, già evidenziate dagli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri (vedi box in alto, ndr), erano fondate. Un bando anacronistico, economicamente e progettualmente inaffrontabile per la stragrande maggioranza degli studi di architettura di oggi.
Il concorso rimane a oggi l’unico strumento possibile per pianificare, in maniera seria, completa e trasparente porzioni così importanti di città. Ma il bando deve essere redatto seguendo le nuove modalità attuative oggi in uso: due fasi progettuali, con una prima fase per selezionare le idee migliori snella, semplice ed aperta a tutti, e una seconda fase a selezione con rimborso spese garantito, che approfondisca quelle idee in un progetto a scala più dettagliata.
Siamo d’accordo con De Pascale sul fondamentale ruolo degli uffici tecnici dei lavori pubblici. Il loro coinvolgimento però, quando si tratta di opere di architettura, non deve essere di tipo progettuale, come avvenuto per il Palasport, ma di gestione strategica, controllo e supervisione, dalla stesura del bando fino all’esecuzione dell’opera. Ruolo che diviene ancor più importante se il progetto selezionato in un concorso risultasse essere di un giovane architetto, naturalmente privo di esperienza ma pieno di risorse intellettuali.
I giovani progettisti sono spesso inesistenti per le amministrazioni, le quali hanno delegato gran parte delle nuove opere e del recupero del patrimonio pubblico ai tecnici comunali i quali, comunque, ricevono un compenso aggiuntivo per l’incarico progettuale conferitogli.
Ci chiediamo se non occorra invece riempire quel solco che si è formato tra pubblico e privato, tra chi amministra e chi vive la città. L’autoreferenzialità non aiuta il rapporto tra le parti, dobbiamo recuperare complicità tra pubblico e privato, tra amministrazione e professionisti del settore come lo sono Architetti e Ingegneri, che da sempre sono al fianco degli amministratori, e non contro, per dare un volto e una prospettiva di sviluppo al nostro territorio.
La promozione dell’architettura come una delle principali guide per uno sviluppo e un recupero delle città diventerà un tema sempre più determinante nei prossimi anni. È proprio nella pubblica amministrazione quindi che noi progettisti dovremmo trovare il principale alleato, consapevoli che architettura non è solo funzionalità, non è solo sostenibilità, ma è quell’equilibrio complicato e necessario tra forze eterogenee.
Ma è soprattutto «il grande libro dell’umanità» (V. Hugo).
Firmato dai progettisti (in ordine alfabetico): Francesca Ancarani, Nadia Angeli, Gianluca Bonini, Matteo Brucoli, Fausto Bruno, Stefania Bulzoni, Lorenzo Buffatti, Francesca Burdisso, Angelo Ciccolo, Samantha Cicognani, Marcello Cova, Licia Garavina, Andrea Guardigli, Giovanni Mecozzi, Lorenzo Melandri, Carmen Minafra, Serena Nostini, Marco Saiani, Lorenzo Sarti, Ottavia Sarti, Marina Suprani
L’allarme del meetup grillino “A riveder le stelle”, che invita i cittadini a presentare osservazioni al progetto. La replica di Hera
A inizio aprile è stato depositato in Regione il progetto di “revamping dell’impianto F3” del centro ecologico Baiona di Herambiente, a Ravenna. Un progetto che prevede un aumento della portata media di rifiuti alimentata di circa il 20 percento. A renderlo noto è il Meetup grillino “A riveder le stelle”.
Non si tratta del termovalorizzatore di Ravenna (di cui il Comune aveva annunciato in passato lo spegnimento nel 2020, come sottolinea il meetup) ma di un impianto di incenerimento per rifiuti industriali, autorizzato a smaltire “rifiuti urbani e speciali, anche pericolosi” (citando dal sito di Hera).
«Si tratta di un aumento del 20 percento in più di rifiuti industriali, urbani, speciali e pericolosi inceneriti – si legge in una nota inviata dal meetup –, con una capacità pari a 50.000 tonnellate di rifiuti che sarà possibile bruciare ogni anno nel nuovo impianto rispetto alle 40.000 già autorizzate. I dati di letteratura relativi agli impatti degli impianti di incenerimento sull’ambiente e sulla salute sono ormai noti, così come quelli sulla qualità dell’aria a Ravenna. Ricordiamo inoltre che l’impianto è inserito in un contesto già densamente saturo delle emissioni del porto industriale».
Tutti i cittadini, ricordano i grillini, «possono presentare osservazioni al progetto entro 60 giorni, ed anche come MeetUp ci impegneremo a farlo».
Arrivano però anche i chiarimenti da parte di Hera che sottolinea come l’impianto «urbanisticamente e funzionalmente inserito nel comparto del petrolchimico», svolga da anni «un servizio altamente specializzato rivolto alle imprese che generano scarti di tipo pericoloso e non pericoloso dai loro processi produttivi e quindi non tratta rifiuti urbani».
«Il progetto di “revamping” – scrive Hera – ha la finalità di ottimizzare tale servizio, massimizzare il recupero energetico dal trattamento dei rifiuti e rinnovare la dotazione impiantistica per la depurazione e il monitoraggio delle emissioni. L’iniziativa garantisce, con ampio anticipo, la piena conformità dell’impianto alle migliori tecnologie e agli standard, ad oggi, in corso di approvazione a livello europeo. Gli interventi previsti permettono, infatti, rispetto all’attuale assetto impiantistico, un’ulteriore riduzione delle emissioni di polveri (PM10) e ossidi di azoto (NOx), già oggi ben al disotto dei limiti di legge. Sempre nell’ambito di questi lavori di ammodernamento è prevista la dismissione definitiva dell’adiacente “Forno F2” (già dotato di una propria autorizzazione), che renderà più efficienti le capacità del forno F3».
Si tratta dei reperti di età romana ritrovati a Faenza decenni addietro, ma che sono stati trasferiti a Ravenna per mancanza di spazi adeguati nel capoluogo manfredo; mosaici policromi figurati dello scavo di via Dogana, quelli dello scavo di via Pasolini, oltre alla cosiddetta “pantera” (o “leopardo”) di via Cavour.
Ora la lista civica Io Faentino presenta un’istanza al sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi «per capire quanto di vero ci sia nel possibile trasferimento definitivo al museo di Classe, e per dare invece una accelerazione al processo che deve, questa è la nostra visione, riportare definitivamente queste opere nel nostro comune».
«Faenza – scrive il referente della lista, Alessio Grillini – ora è pronta a riprendere in città questi mosaici che gli appartengono, e vogliamo sapere quale sia la posizione in merito dell’amministrazione e cosa intenda fare e come intenda muoversi in tal senso. La crescita dell’offerta culturale della città, il potenziamento di una sinergia a livello di offerta museale, sono passaggi determinati per la nostra città e per il suo futuro. È una partita che non possiamo perdere. Se la replica alle nostre domande non ci soddisferà, siamo pronti a mettere in campo una massiccia raccolta firme».
Da noi contattato telefonicamente, il presidente di Ravennantica Giuseppe Sassatelli si è limitato a dichiarare che è in corso un tavolo di confronto per individuare la soluzione ideale e maggiormente condivisa tra gli enti coinvolti (oltre alla stessa fondazione i Comuni di Ravenna e Faenza e la Soprintendenza).
L’appuntamento è per sabato 2 e domenica 3 giugno, tra rievocazioni, giochi, spettacoli e gastronomia a tema
Tra i primi a lanciarle in Italia negli anni ottanta, Brisighella continua a puntare sulle feste medioevali, anche se concentrate in pochi giorni, rispetto al passato. L’appuntamento quest’anno è per sabato 2 (dalle 10 a mezzanotte) e domenica 3 giugno (dalle 10 alle 20), due giornate nelle quali il visitatore potrà fare un salto indietro nel tempo grazie a un ricco programma di rievocazioni, giochi per bambini, intrattenimenti e spettacoli oltre che assaggiare la gastronomia locale rivisitata a tema in stand, taverne, ristoranti ed osterie.
Un weekend nella vita di Brisighella del 1413, anno di costituzione della contea di Brisighella e di Val d’Amone.
Si tratta dell’azienda di promozione del turismo dell’Emilia-Romagna. «Siamo convinti possa essere un ottimo ambasciatore»
Cassani, a destra, con Bonaccini
Davide Cassani nuovo presidente di Apt Servizi, l’Azienda di promozione turismo dell’Emilia-Romagna. Il nome dell’ex ciclista professionista faentino, vincitore di due tappe al Giro d’Italia, oggi dirigente sportivo e dal 2014 Commissario tecnico della nazionale italiana maschile di ciclismo su strada e coordinatore di tutte le squadre nazionali, verrà proposto dalla Regione all’Assemblea dei soci di Apt che si terrà il prossimo 8 maggio per il rinnovo degli organismi e delle cariche societarie.
Nato a Faenza nel 1961, Cassani ha svolto attività agonistica in club professionistici dal 1982 al 1996, dimostrandosi poi un apprezzato commentatore televisivo delle gare ciclistiche per Rai Sport, fino alla nomina a Ct della nazionale da parte della Federazione ciclistica italiana.
Da dirigente sportivo, si deve a Cassani l’impulso per il ritorno del Giro d’Italia Under 23 in Emilia-Romagna l’anno scorso, nel giugno 2017, quando qui si disputarono tre tappe, con la regione protagonista della 40esima edizione insieme a Marche e Abruzzo, per un tracciato che volle essere anche un segno di vicinanza e solidarietà ai territori colpiti negli ultimi anni da drammatici terremoti. Inoltre, sempre a lui si deve la nascita della Gran Fondo che porta il suo nome, considerata la classicissima d’apertura della stagione del ciclismo amatoriale, giunta quest’anno alla 24esima edizione e con una grande attenzione al ciclismo giovanile, con la categoria riservata ai giovanissimi. Una manifestazione che si svolge a Faenza e pensata anche nella logica dei grandi eventi sportivi come occasione di sviluppo e promozione turistica del territorio.
«Siamo convinti che Davide Cassani possa davvero essere un ottimo ambasciatore della nostra terra – affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore al Turismo, Andrea Corsini –. La tenacia, la correttezza e il talento che ha dimostrato in sedici anni di competizioni, nei grandi Giri e nelle classiche così come nei circuiti meno noti, la competenza e la disponibilità emerse nella carriera successiva, sono i valori e le caratteristiche dell’Emilia-Romagna e della sua gente, una regione sempre più attrattiva e che piace, visto il record di 57 milioni di presenze con cui si è chiuso il 2017. Una crescita straordinaria – sottolineano Bonaccini e Corsini – che si deve al gioco di squadra con i territori e gli operatori pubblici e privati, ma non intendiamo certo fermarci, sicuri che si possa crescere ancora. E un ringraziamento va all’attuale presidente di Apt, Liviana Zanetti, per il lavoro svolto in questi anni e l’altrettanta competenza che ha saputo mettere in campo».
Nel primo trimestre di quest’anno un incidente ogni due giorni ha coinvolto un velocipede. I comportamenti da non tenere
Sono stati 182 gli incidenti rilevati dalla polizia municipale di Ravenna nel 2017 in cui sono rimasti coinvolti ciclisti. Nel primo trimestre di quest’anno il conto è 44. Si tratta di incidenti nelle strade del centro, quelle dove è più frequente il passaggo di bici. Quelli più gravi però avvengono di solito in strade perifiche dove in certi casi non sarebbe nemmeno consentito il transito delle bici.
Mancata precedenza, andatura controsenso e attraversamento in perpendicolare senza portarsi al centro della carreggiata sono i comportamenti scorretti che più di frequente i ciclisti mettono in atto viaggiando in sella. Ma c’è anche chi pedala in strada incurante della presenza della pista ciclabile: in quel caso è prevista una sanzione di 25 euro. E in caso di incidente il mancato utilizzo della pista ciclabile potrebbe comportare conseguenze nelle attribuzioni delle responsabilità tra compagnie assicurative.
Per il codice della strada poi nelle Ztl le bici andrebbero condotte a mano.
Il passaggio sui marciapiedi è sempre vietato in bici (salvo casi in cui è segnalato diversamente).
L’utilizzo del telefonino è naturalmente vietato anche alla guida della bici. Così come la guida in stato di ebbrezza comporta una denuncia penale e una sanzione amministrativa anche per il ciclista.
Alcune settimane fa in via Basilica a Savarna un’auto è finita fuori strada proprio per evitare un ciclista ubriaco che procedeva a zig-zag: è stato raggiunto da un carabiniere fuori servizio che ha visto la scena ed è stato così denunciato (aveva un tasso alcolemico di 1,81 quando il limite è 0,5).
Non c’è ritiro della patente, come facilmente comprensibile non essendo richiesta per pedalare.
Continua il processo di innovazione della cooperativa ravennate che fattura 11 milioni di euro all’anno
«Non c’è futuro per chi dice: abbiamo sempre fatto così». Giovanni Giambi, direttore di Agrisfera, sintetizza in una frase il percorso di innovazione che ha abbracciato la cooperazione di braccianti, affiancata da Legacoop Romagna e dalle sue strutture di servizio.
La nuova tappa è la stalla robot inaugurata il 13 aprile a Mandriole – un investimento da 2 milioni di euro – passo in avanti di una strategia aziendale in cui il biologico è diventato protagonista mentre i consumi di latte sono calati di più di un quarto in 20 anni. Lo dicono le analisi di mercato, le opportunità ci sono, però necessitano di un cambio di mentalità. La progressione in pochi anni di Agrisfera è rilevante: riconversione dalla carne al latte, software di gestione, rilevatori automatici, impianti fotovoltaici e quindi robot, automazione spinta.
A luglio 2016 il primo litro di latte biologico, quindi l’ampliamento grazie alla partnership con il gruppo Granarolo, uno dei primi a impostare questo cambio di paradigma, dice il vicepresidente Danio Federici. Risultato per la nuova stalla, produzione aumentata dell’85%, un nuovo step nell’agricoltura circolare («la facciamo da 10 anni, da quando partimmo col biogas»), quella in cui non si butta via niente e ci guadagnano azienda, ambiente e collettività. E il benessere animale? «Il miglioramento – assicurano da Agrisfera – è tangibile».
«Qui – ricorda il presidente di Federazione delle Cooperative di Ravenna Lorenzo Cottignoli in rappresentanza di tutto il movimento cooperativo – le date storiche si intrecciano in uno dei luoghi simbolo della cooperazione italiana. E non solo. Qui spirò Anita Garibaldi. Ma l’innovazione è una strada che la cooperazione bracciantile conosce da sempre, nonostante le umili origini». È un modello diverso che dobbiamo essere in grado di affermare in tutte le sedi, dice il Sindaco di Ravenna Michele De Pascale.
«Il primo obiettivo, ormai 111 anni fa – ricorda Legacoop in una nota inviata alla stampa –, era dare una risposta alla fame e alla mancanza di lavoro. Questa storia gloriosa, che passa dall’epopea della bonifica di Ostia, da tempo ha dovuto affrontare un cambio di mentalità». Agrisfera, una delle eredi di quella storia, oggi possiede 4mila ettari di terreno e fattura 11 milioni di euro. Tra le altre cose è pioniera dell’agricoltura di precisione guidata col gps, con cui si risparmiano acqua, energia e concimi.
È uno dei paradigmi dell’agricoltura “smart” come la definisce il professor Angelo Frascarelli, docente di Economia e Politica Agraria all’Università di Perugia. «“Sporchi e brutti” erano i braccianti, ma non cattivi, se mai lo sono stati, visto che sono i protagonisti di una rivoluzione verde che nel digitale trova il suo alleato. Domani i big data, dopodomani i robot che andranno direttamente in campo a mietere e arare. Cambieranno i lavori – spiega il docente – serviranno resilienza e capacità di formare le persone a nuovi mestieri: in questo modello le reti sono fondamentali, dalle organizzazioni cooperative ai fornitori e su questi temi serve una presenza forte in Europa».
L’apprezzamento della Regione Emilia-Romagna passa per le parole dell’assessore all’Agricoltura Simona Caselli. «Cerchiamo di fare il massimo per la nuova nuova politica agricola comunitaria – racconta – ma la mancanza di un governo in questi momenti chiave si sente. Lo scenario migliore, senza l’intervento degli Stati membri, prima di tutto l’Italia, è quello di un calo di risorse europee del 15% per l’agricoltura, il peggiore addirittura del 30%. Ci sentiamo soli».
La cooperazione è sempre stata innovazione e progresso, ricorda il presidente di Agrisfera Marino Tarozzi, è sempre arrivata un passo prima degli altri. «Non è facile, ma è una strada da cui non possiamo tirarci indietro. Sapendo che il primo valore è che non si lascia nessuno indietro».