mercoledì
20 Agosto 2025

Vede il posto di blocco e cambia strada ma non mette la freccia e finisce in manette

I carabinieri hanno notato che qualcuno gli aveva lampeggiato e l’hanno raggiunto per fermarmo: viaggiava con 15 grammi di coca

Per evitare un posto di blocco segnalato con un colpo di fari da un’automobilista, ha cambia strada in fretta, con una svolta brusca senza mettere la freccia rischiando un incidente, e ha attirato l’attenzione dei carabinieri: ne è nato un controllo che ha portato in manette un 39enne incensurato a Faenza. L’uomo infatti è stato trovato con 15 grammi di cocaina addosso e l’attrezzatura per il taglio delle dosi a casa.

I carabinieri si erano accorti dello scambio di segnalazioni fra gli automobilisti e quando hanno visto la brusca manovra del 39enne in prossimità del posto di blocco si sono messi all’inseguimento di quel veicolo che è stato fermato in via Lapi, nel cuore di Faenza. Addosso gli è stata trovata della droga, 15 grammi di cocaina, a casa un borsello contenente un bilancino di precisione per pesare le dosi insieme ad alcuni ritagli di cellophane pronti per essere riempiti di cocaina.

Il 39enne ha ammesso di essersi spaventato dopo che gli altri automobilisti gli avevano segnalato con i fari la presenza di un posto di blocco, per quel motivo aveva cambiato repentinamente direzione rischiando anche un incidente visto che per la fretta non aveva inserito nemmeno la freccia. Arrestato con l’accusa di detenzione illecita di sostanze stupefacenti, il giudice ha convalidato l’arresto dopodichè si è svolta la direttissima e l’uomo ha patteggiato una condanna a due mesi e 20 giorni di reclusione e 600 euro di multa, pena sospesa.

Chiede aiuto ai vicini ancora sanguinante: il compagno la maltrattava da anni

Spesso al pronto soccorso per “cadute accidentali”. Una sola volta l’aveva denunciato e aveva poi ritirato la querela per paura

Violenza donne

Si è rivolta a una ditta di Savio per chiedere aiuto presentandosi ferita e ancora sporca di sangue poi è svenuta: l’episodio accaduto nel pomeriggio di ieri, 21 giugno, ha portato alla luce una storia di maltrattamenti e lesioni che durava da anni ai danni di una donna e ha portato all’arresto del 32enne compagno per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.

I lavoratori della ditta che hanno accolto la donna ferita hanno telefonato al 112. Sul posto interveniva la pattuglia che, prestate le cure del caso alla ragazza, accertava che da pochi giorni la donna si era stabilita insieme al compagno in una casa poco distante. In ospedale è stata medicata con una prognosi di 30 giorni ed è risultato che la stessa si era già presentata più volte al pronto soccorso per altre lesioni (soprattutto al collo) e ogni volta le aveva spiegate con cadute accidentali. Alle richieste degli investigatori la donna ha amesso che negli ultimi tre-quattro anni il suo compagno, con cui conviveva da oltre un decennio, la sottoponeva a continue violenze fisiche come pugni, calci e strangolamenti oppure minacce psicologiche e vessazioni. Solo una volta, all’inizio di quest’anno, aveva denunciato l’uomo rimettendo la querela due giorni dopo per timore di ritorsioni contro di lei e contro la sua famiglia. L’uomo, rintracciato sul luogo dell’ultima aggressione, è stato arrestato e portato in carcere.

Processo Cagnoni, il giudice accoglie la costituzione di parte civile del Comune

Oltre all’amministrazione comunale ammesse anche le associazioni Linea Rosa e Unione donne italiane e i familiari della vittima Giulia Ballestri: il medico è accusato dell’omicidio della moglie

Il procuratore capo Alessandro Mancini e il sostituto Cristina D’Aniello, titolari del fascicolo su Matteo Cagnoni

Il giudice del tribunale di Ravenna ha ammesso la costituzione di parte civile del Comune di Ravenna nel processo a Matteo Cagnoni, accusato dell’omicidio della moglie Giulia Ballestri. Ammesse anche le costituzioni di Linea Rosa e Unione donne italiane, associazioni attive nella lotta alla violenza di genere. Come prevedibile è stata accolta anche le costituzione di parte civile dei familiari della vittima e del fratello. Respinta invece quella dell’associazione “Dalla parte di minori”. L’accusato ha voluto essere presente in aula nonostante non fosse richiesto.

Il gup Antonella Guidomei sarà chiamata a decidere il destino processuale del medico, accusato del delitto avvenuta il 16 settembre 2016. Pesanti gli indizi a suo carico ma la difesa, con gli avvocati Giovanni Trombini e Lorenzo Dalaiti, promette battaglia. Di fronte a Cagnoni ci sono in sostanza due strade: l’abbreviato, che in caso di colpevolezza fermerebbe la pena a trent’anni (se dovessero essere riconosciute le aggravanti per l’omicidio) ma se fossero scartate le aggravanti e assolto per l’occultamento di cadavere allora la pena potrebbe essere di vent’anni, o il rito ordinario in Corte d’Assise nel quale rischierebbe però l’ergastolo. Nei casi di omicidio non si patteggia e sembra remota, a fronte del grande numero di indizi, la possibilità di un’archiviazione. La difesa tenterà di smontare l’impianto probatorio raccolto dal procuratore Alessandro Mancini e dal pm titolare del fascicolo, Cristina D’Aniello.

Il Popoli Pop Cult Festival di Bagnara nelle Terre di Zar

Torna la rassegna che riunisce molteplici culture del mondo a Bagnara, quest’anno dedicata all’estremo oriente europeo

Popoli Bagnara
Uno scatto da una delle passate edizioni

Torna il Popoli Pop Cult Festival, l’evento che riunisce molteplici culture del mondo tra le mura del suggestivo borgo di Bagnara di Romagna, dal 29 giugno al 2 luglio, tra concerti, mostre, eventi e gastronomia.

Dopo i 15mila visitatori stimati dagli organizzatori l’anno scorso, quest’anno la rassegna sarà incentrata sul tema delle “Terre di Zar”, le immense terre dall’Europa all’estremo oriente. La formula resta la stessa degli anni scorsi: una full immersion in spettacoli e stand gastronomici interpretati e gestiti da artisti e cuochi originari dei paesi di cui offrono lo spaccato, affiancata da una ricca attività espositiva. Nelle ultime tre edizioni, le nazioni coinvolte sono state oltre 30.

Quest’anno, in onore al filo conduttore scelto, ci saranno due nuovi stand di gastronomia russa e della Georgia, in onore dalla quale sarà allestito anche uno stand dedicato all’universo dei vini. Tra le novità anche le cucine messicana, giapponese e del Bangladesh.

Grande importanza nell’ambito della IX edizione avranno l’estemporanea di pittura, scultura e fotografia, giunta quest’anno alla IV edizione, il concorso gastronomico che premia il piatto più buono del Festival e la seconda edizione del Premio Popoli assegnato lo scorso anno a Maria Vittoria Rava, Presidente dell’omonima Fondazione.

Info e programma sul sito www.popolipopcultfestival.com.

Due scali sulle sponde del porto per togliere treni merci dalla stazione in città

Verrà firmato un protocollo tra Comune, Rfi e Autorità portuale per avviare un gruppo di lavoro che si occuperà di studiare la progettazione del maxi intervento che potrebbe concludersi con l’ampliamento del parco Teodorico

Per sostenere e accompagnare la crescita di traffico merci su rotaia da e per il porto di Ravenna verrà firmato a breve un protocollo tra Comune, Rete ferroviaria italiana (Rfi) e Autorità portuale che permetterà a Rfi di sviluppare le progettazioni finalizzate alla realizzazione di due stazioni merci in destra e sinistra del canale Candiano, in zona portuale, per alleggerire lo scalo merci della stazione in città dove oggi fanno manovra 7.200 treni ogni anno puntando a spostare su ferro il 30 percento delle merci, ora al 13 percento. Una nota diffusa da Palazzo Merlato rende nota l’imminente firma del protocollo.

«Il trasporto merci su ferrovia da e verso l’area portuale di Ravenna – si legge nel testo – mostra un incremento medio ogni anno di circa il 5 percento. Tra il 2000 e il 2015 le tonnellate sono passate da circa 1,7 milioni a circa 3 milioni. Le movimentazioni gravano sullo scalo merci stazione e senza uno sviluppo delle infrastrutture a servizio dell’area portuale, a fronte di un’auspicabile incremento, potrebbero presentarsi difficoltà nelle operazioni di manovra e nell’accesso alla rete principale, con ricadute negative anche sul trasporto passeggeri».

Questo il quadro con cui dovrà confrontarsi il gruppo di lavoro previsto dal protocollo per sviluppare soluzioni secondo le seguenti fasi successive: si partirà con gli interventi sulla dorsale sinistra Candiano per realizzare il passante ferroviario di collegamento fra lo Scalo Candiano e la linea ferroviaria principale (l’intervento consentirà di effettuare le operazioni di manovra nello scalo Candiano, riducendo di circa il 70 percento le attuali operazioni di manovra nello scalo Stazione) e poi gli interventi sulla dorsale destra Candiano con la trasformazione del fascio base in fascio arrivi/partenze, elettrificazione/attrezzaggio tecnologico del binario, eventuale realizzazione della nuova bretella di collegamento diretto con la linea Ravenna-Rimini (l’insieme degli interventi, unitamente ai precedenti, consentirà di eliminare completamente le operazioni di manovra nello scalo merci Stazione). Fase finale della progettazione è la realizzazione di un collegamento fra le due sponde del Candiano mediante una nuova infrastruttura.

«Con questo investimento – ha commentato il sindaco Michele de Pascale – il porto di Ravenna può diventare in Italia il meglio servito dalla rete ferroviaria. Sarà un grande progetto di rigenerazione urbana che permetterà una completa riqualificazione di tutta l’area della stazione, un miglioramento del traffico passeggeri e la restituzione alla città di un’ampia area che potrà prevedere l’ampliamento del Parco di Teodorico e più spazio alla Rocca Brancaleone».

I bimbi della Pasi studiano Space Invader e disegnano un esploratore spaziale

Un progetto nato dalla collaborazione con le maestre insieme all’artista Federico Bocchini. L’astronauta nello spazio con un fedele compagno

murales pasi

Un astronauta con cagnolino al seguito. Questo è l’originale opera di street art realizzato dalla scuola materna Pasi da Federico Bocchini con il prezioso aiuto dei piccoli alunni. Tutto è nato da una mostra a tema visitata lo scorso anno a Bologna che ha entusiasmato i bimbi. Così le maestre hanno contattato l’artista. Il progetto è stato diviso in due parti, racconta Federico: «Ad aprile un’esplorazione urbana alla ricerca di pareti dipinte nel tessuto ravennate (darsena, zona Gulli, ippodromo, zona Teodorico), in cui io ho fatto da cicerone portandoli a scoprire i vari murales e graffiti, spiegandogli le tecniche di esecuzione e la decodificazione delle opere»

A giugno, «dopo aver individuato una parete dell’asilo che si prestasse ad essere dipinta, ho fatto una bozza e ci siamo messi all’opera. I bambini hanno preso parte alla realizzazione della pareet. Non avevo mai avuto modo di lavorare con dei bambini così piccoli ed è stata un’esperienza davvero bella. Sono stati dei collaboratori fantastici: entusiasti, concentratissimi e precisi. »

Il disegno  ha come tema l’esplorazione, rimandando alla ricerca delle pareti dipinte. Le correnti e le tecniche artistiche sono concetti che durante le ore di scuola sono stati ampiamente approfonditi (le maestre hanno programmato un percorso molto dettagliato sull’arte ed i significati delle opere).

Il murales è finito ma manca ancora un’ultima cosa: sulla bandierina rossa piantata sul suolo dall’astronauta verrà poi incollato (o disegnato) uno Space Invader, che verrà realizzato da un paio di bambini assenti durante la realizzazione della parete. Già durante l’anno i bambini avevano studiato le tecniche di produzione degli Invader e ne hanno poi realizzati con le proprie mani a scuola. L’astronauta, in sostanza, proveniente dalla terra assieme al proprio fedele compagno a 4 zampe, pianta sul suolo del pianeta inesplorato una bandierina con uno Space Invader, portando così  gli “alieni terrestri” in giro per lo spazio.

Traghetto ancora fermo in cantiere: solo a fine mese il natante tornerà in servizio

Anche nel prossimo weekend niente corsa doppia tra Marina di Ravenna e Porto Corsini. L’agenzia di mobilità multa Start: circa 700 euro per il ritardo nel comunicare il disagio

Uno dei due traghetti che collegano le sponde del Candiano tra Marina di Ravenna e Porto Corsini

Per il terzo weekend consecutivo, dal 23 al 25 giugno, il collegamento sul canale Candiano tra Marina di Ravenna e Porto Corsini sarà fornito con un solo traghetto e non due come invece sarebbe previsto per i fine settimana estivi per far fronte alla maggiore affluenza turistica. Facile ipotizzare lunghe attese agli imbarchi come si è verificato le settimane scorse sebbene Start, azienda pubblica che fornisce il servizio, sostenga il contrario. Al momento si presume che la piena operatività si possa avere solo a partire dal 30 giugno.

Non sarà in servizio uno dei due natanti perché è scaduto il suo certificato di idoneità alla navigazione: la documentazione, nello specifico, viene rilasciata dopo che l’imbarcazione è sottoposta ad una rigida verifica in cantiere, in parole povere l’equivalente del tagliando per i veicoli stradali. C’è poi una commissione che rilascia il certificato. L’azienda Start non ha completato la manutenzione necessaria entro i termini noti da tempo ma si giustifica parlando di esigenze imprevedibili emerse soltanto quando sono stati fatti gli interventi. Per affrontare i disagi ha aumentato il personale in servizio a terra e a bordo nell’intento di velocizzare le operazioni di imbarco e sbarco. A segnalare il caso erano stati per primi i sindacati, con una nota scritta lo scorso 8 giugno a Start Romagna.

Il caso è approdato anche in consiglio comunale con i question time presentati dalle forze di opposizione (Lpr e Forza Italia) a cui ha risposto l’assessore alla Mobilità, Roberto Fagnani. Che ha lamentato la scarsa tempistica con cui Start ha informato il Comune: «Solamente la mattina di venerdì 16 siamo stati informati, non avendo potuto in alcuno modo approntare una soluzione. Ho subito scritto una lettera per avere spiegazioni facendo presente che la scelta della tempistica per la la manutenzione è stata alquanto discutibile e ora per il Comune si pone un grave danno di immagine». Proprio per la mancata tempestività nella comunicazione è partita la procedura di infrazione da parte dell’Agenzia per la mobilità della Romagna (Amr): le sazioni previste sono di 100 euro per ogni giorno di ritardo nella comunicazione. In totale quindi secondo Fagnani dovrebbe trattarsi di 7-800 euro.

In un giorno le rubano l’auto, la ritrova e subisce un nuovo tentativo di furto

Arrestato in flagranza di reato un campano 44enne, già denunciato tre volte nel 2017. Nel supermercato stava aprendo la portiera con un cacciavite

Furto DautoEra andata a fare la spesa con l’auto che le era stata appena ritrovata dai carabinieri e ha subito un nuovo tentativo di furto, questa volta andato a vuoto. Sfortunata protagonista della giornata una 62enne ravennate, proprietaria di una Fiat Punto. La donna nel pomeriggio di ieri, martedì 20 giugno, aveva denunciato il furto della sua automobile subito in tarda mattinata (alle 11) avvenuto in un supermercato del Cervese. Poco dopo, l’Arma ha ritrovato la macchina restituendogliela e alle 17 circa la donna era tornata con la sua auto per finire di fare la spesa.

La Punto ha attirato di nuovo l’attenzione dei ladri, in questo caso di un 44enne campano che ha tentato di aprire la portiera con un cacciavite. A porre fine al tentativo di furto è stata la gazzella dei carabinieri. I militari, avvisati da un passante, hanno sventato il furto e arrestato il 44enne in flagranza per teentato furto aggravato. A poco è servita la breve fuga prima in bici e poi a piedi nella zona artigianale vicina: il campano è stato fermato in via Malva sud.

Con sé aveva gli attrezzi del mestieri: nel porta oggetti della bici avava  diversi oggetti da scasso. A casa, invece, non è stato trovato nulla. L’uomo, habitué del furto, solo nel 2017 è già stato denunciato tre volte, arrestato una, condannato per patteggiamento una volta e sottoposto ad obbligo di dimora. Il giudice ha convalidato l’arresto in mattinata.

 

Falsifica la ricetta medica e compra oppiacei in farmacia: denunciata

Giovane ravennate si è presentata con una ricetta finta ma la farmacista ha intuito che qualcosa non andava e avvisato il medico e la polizia

FarmaciaHa falsificato la ricetta del medico per coprare un oppiaceo in farmacia. A finire nei guai è stata una 28enne ravennate, denunciata dalla polizia. La donna aveva trovato il modo di ritirare un preparato analgesico oppiaceo regolarmente in vendita nella farmacie. Medicinale per il quale ci vuole una ricetta medica da rinnovare di volta in volta. Il farmaco può infatti determinare uno stato tossico nella persona con rischi particolarmente elevati per la salute.

La donna secondo quanto ricostruito dalla polizia era riuscita a falsificare carta timbri e firme di medici specialisti del Centro di Salute Mentale di Ravenna riuscendo a più riprese a ritirare il farmaco. L’attenzione e lo scrupolo di una farmacista ha permesso di avviare l’indagine in quanto la stessa ha effettuato una verifica personalmente con il medico indicato nella ricetta che le era stata consegnata. Quest’ultimo ne ha disconosciuto la firma ed il timbro.

Gli agenti della Squadra Mobile sono riusciti ad acquisire le ricette falsificate e le immagini dei sistemi di videosorveglianza risalendo cosi alla persona che ha ottenuto il medicinale. Le successive individuazioni fotografiche hanno permesso di raccogliere elementi di prova nei confronti della giovane ravennate indagata per falsità materiale in certificazioni.

L’Accademia resta dov’è: firmato il contratto d’affitto con l’Inps, durata sei anni

La giunta: «Allo stato attuale, e comunque nel breve periodo, non è possibile individuare soluzioni alternative a via delle Industrie». Canone fissato a 122mila euro annui

AccademiaIl Comune non ha intenzione di spostare l’Accademia di Belle Arti in tempi brevi. Prova ne è la decisione di firmare il contratto con l’Inps, proprietaria della sede in via delle Industrie, per la locazione dell’immobile. Come segnalato da Cambierà, nonostante la scuola sia in quella zona dal 1999 non c’era negli ultimi anni nessun contratto in essere a sancire i rapporti tra amministrazione e istituto di previdenza. Il contratto prevede un esborso annuo del Comune di 122.840  euro, ma per l’anno in corso Palazzo Merlato ha ottenuto uno “sconto” perché una parte dei locali (242 metri quadri nel seminterrato) sono inagibili a causa dell’umidità. Finché non saranno ripristinati il canone è fissato a poco più di 116mila euro.

Il contratto avrà durata sei anni e le due parti potranno recedere dando un preavviso di sei mesi. Ciò significa che, in teoria, il Comune potrebbe scegliere una nuova sede per l’Accademia senza preoccuparsi troppo del contratto. Tuttavia alcuni indizi – a partire proprio dalla stipula di un contratto finora mai sottoscritto – fanno pensare che lo spostamento non sia prorità dell’amministrazione. Inoltre nella delibera si legge che «allo stato attuale, e comunque nel breve periodo, non è possibile individuare soluzioni alternative per una diversa collocazione logistica dell’Accademia, anche in relazione alle esigenze connesse ai molteplici programmi didattici della stessa». Infine l’Inps si impegna a portare a termine una serie di lavori manutentivi ad infissi, coperture e quadri elettrici per migliorare lo stato dell’edificio. Dettaglio che fa supporre un’occupazione di lungo termine e non transitoria.

Ma com’è possibile che non ci fosse un contratto? In realtà inizialmente era stato stipulato ma con l’Inpdap. Dal 1999 al 2010 si sono susseguiti diversi contratti, poi l’Inpdap è confluito nell’Inps e, sempre secondo quanto si legge nella delibera, «in seguito alla disdetta dei contratti da parte del Locatore, le parti hanno verificato nel corso del tempo la possibilità predisporre un nuovo contratto di locazione ai sensi della normativa vigente senza tuttavia giungere a formalizzare l’atto». Dal 2011 al 2017 il Comune ha occupato sine titulo  l’immobile ha corrisposto all’Inps un’indennità economica computata sulla base dell’ultimo canone erogato nell’anno 2010 e confermata da apposita Relazione di congruità fornita dalla proprietà. Per l’anno 2017 si pagheranno poco più di 111mila euro. Secondo quanto scriveva CambieRà, ogni anno tra canone di locazione e manutenzione il Comune spende per la sede dell’Accademia circa 180mila euro.

In 1.300 ai Giardini Pubblici per il Grest: giornata di giochi e preghiere

La giornata si è aperta con il saluto del vescovo e una riflessione del seminarista Matteo Papetti. Ha partecipato anche l’assessore Massimo Cameliani. Poi giochi e pranzo al sacco

Grest 2017Sono arrivati ai Giardini Pubblici da moltissime parrocchie della diocesi per una giornata di giochi, incontro e preghiera. In totale 1.300 ragazzi  hanno partecipato ogg, mercoledì 21 giugno, i alla giornata diocesana dei Grest, tradizionale appuntamento di inizio estate che riunisce appunto ragazzi e animatori dei Grest che si svolgono nelle parrocchie in queste settimane.

Grest 2017 SalutiSecondo la nota stampa della diocesi, il Grest registra «numeri in crescita quasi ovunque per quest’esperienza che è ormai diventata un servizio per molte famiglie, anche grazie al fatto che sempre più parrocchie si stanno attrezzando per offrire anche il pasto, durante la giornata, ai ragazzi che frequentano i Grest».

La giornata si è aperta stamattina con i saluti dell’arcivescovo di Ravenna-Cervia  Lorenzo Ghizzoni e, per il Comune, dell’assessore allo Sviluppo Economico Massimo Cameliani. A seguire, una riflessione e una preghiera del seminarista Matteo Papetti, e poi giochi e pranzo al sacco, merenda e alle 15, a Santa Maria in Porto la Messa con l’arcivescovo.

Cinque lavoratori su sei in nero: sospesa l’attività di un ristorante

I carabinieri contestano multe per un totale di undicimila euro. I controlli effettuati insieme ai colleghi di Forlì-Cesena e all’Inps

Impiegava cinque lavoratori in nero su sei, per questo i carabinieri hanno deciso di sospendere l’attività di un ristorante. Il controllo risale allo scorso 12 giugno ed è stato effettuato dai carabinieri in un ristorante lughese. I militari del nucleo Ispettorato del lavoro hanno operato insieme ai colleghi di Forlì-Cesena e all’Inps di Ravenna.

Alla fine dell’attività inspettiva è stato deciso di sospendere l’attività perché è stato appurato che la quasi totalità dei lavoratori non aveva un contratto regolare. Inoltre sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di 11mila euro.

 

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