«Il Pd non capisce che la crisi di giunta è un fallimento locale»

L’ex capogruppo Maestri sull’uscita dalla maggioranza di Sel e Fds
«Una classe politica che non ha più niente da dire e da dare alla città»

«Il sindaco e i vertici del Pd non comprendono quanto ci sia di fallimento locale e solo locale nella scelta di Sel e Fds di uscire da una maggioranza di centro-sinistra che con il secondo mandato del Sindaco ha perso smalto e capacità di incidere concretamente sui problemi della città». L’avvocato Andrea Maestri, ex capogruppo democratico in consiglio comunale e da poco entrato in Parlamento prendendo posto nel gruppo misto e vicino a Pippo Civati, critica duramente la replica di Fabrizio Matteucci alla decisione dei due partiti di sfilarsi dalla coalizione di governo (che conserva ancora la maggioranza con i 19 seggi su 32 di Pri-Idv-Pd): «Ravenna è da oggi laboratorio di un progetto di centro-sinistra alternativo al Partito Democratico, al partito, non ai suoi iscritti e elettori, tanta parte dei quali non può più riconoscersi in un ‘non luogo politico indifferenziato’, dove si pronunciano vuotamente parole di sinistra ma si pratica il potere per il potere».

Per commentare lo strappo, Matteucci parla di grave errore, tatticismo, scelta che ha più a vedere con la politica nazionale che con Ravenna: «Mostra di non avere capito proprio nulla, di negare la necessità di una sincera e pubblica autocritica e di non sapere cogliere la novità politica forte di un simile fatto». Non solo: «La crisi della giunta Matteucci nasce qui, nasce da lontano e guarda lontano. Non capirlo o non volerlo capire è l’ennesima prova del cinismo, dell’arroganza di potere, dell’autoreferenzialità e del declino di una classe politica che non ha più niente da dire e da dare alla nostra città».

L’uscita dalla coalizione di Fds e Sel ha assunto contorni particolari perché il sindaco ha confermato l’incarico alle assessore Valentina Morigi e Giovanna Piaia e l’unica consigliera comunale di Sel (Ilaria Morigi, omonima della collega) intende continuare ad appoggiare la maggioranza.

Sono diversi i temi citati da Sel-Fds su cui si sarebbe consumato la frizione fino a far sentire i due partiti come se fossero di fatto all’opposizione. Maestri nella lettera aperta inviata alla stampa ripercorrere quei temi con il suo punto di vista: «A livello locale, il popolo di sinistra denuncia da tempo l’incapacità dell’Amministrazione di rispondere bene e tempestivamente su tanti temi assai concreti, come il processo di unificazione delle Asl romagnole (operato in modo verticistico, senza coinvolgimento di cittadini e operatori della sanità), le trivellazioni in Adriatico (con una colpevole sudditanza alle industrie estrattive e una ambiguità di fondo sulla salvaguardia ambientale e la subsidenza), il ruolo della scuola pubblica (sempre meno centrale e sempre più periferica rispetto al sistema formativo), la mancanza di forti politiche pubbliche sui beni comuni (acqua e ciclo idrico in primis, con un sostanziale svuotamento dell’esito referendario), il porto e il suo sviluppo (teatro di uno scontro epocale, con un ruolo timido e defilato del primo cittadino), la difesa effettiva della salute e della sicurezza dei lavoratori (convegni e cerimonie a parte), i progetti abortiti o ritardati (Ravenna Capitale europea della cultura, stiamo ancora aspettando il piano B, la riqualificazione del Mercato Coperto), i progetti sbagliati (l’ampliamento dell’Iper a scapito del piccolo commercio, del centro storico, sempre più desertificato e degli esercizi di vicinato anche delle periferie cittadine e del forese), l’incapacità di rinnovare e ricambiare veramente la classe politica (ritagliando ai soliti ex funzionari di partito ogni ruolo significativo e cooptando solo i giovani fedeli e allineati, spegnendo sul nascere ogni capacità dialettica e creativa delle giovani generazioni)».

 

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