Renzi, messaggio a Mdp: «Far perdere il Pd vuol dire far perdere l’Italia»

Il segretario torna alla Festa dell’Unità dopo cinque anni per un pranzo, 400 militanti a tavola. Frecciata al movimento di Vasco Errani e critiche al referendum per la Regione Romagna: «La Lega poi vorrà dividere Ravenna da Forlì e poi Rav da Enna…». Se ne va senza rispondere ai cronisti

IMG 2591

A tavola: l’ex premier Matteo Renzi siede tra l’assessore regionale Andrea Corsini e il segretario provinciale Eleonora Proni

Era ospite per il pranzo della domenica e allora per prima cosa si è informato sul menù: «Qua a Ravenna i cappelletti come li fate ripieni?». È la prima battuta del segretario Pd Matteo Renzi, dopo baci e abbracci di rito a chi lo accoglie ai cancelli, mentre raggiungeva il tavolo nello stand della festa dell’Unità. In tutto trascorrerà due ore nell’area esterna del Pala De Andrè: al netto di un pasto veloce e di un discorso di 20 minuti al microfono, il resto se ne andrà tutto in selfie, autografi e saluti ai volontari delle cucine. I contenuti politici dell’intervento sono presto riassunti: il Jobs Act ha fatto 918mila posti di lavoro mica come il milione solo promesso da Berlusconi, chi se ne è andato dal Pd sappia che far perdere il Pd alle prossime elezioni vorrà dire far pedere l’Italia, i grillini sono campioni di gaffe e ragionare con i leghisti di immigrazione non sarà facile ma gli immigrati vanno aiutati a casa loro per davvero. Le domande dei cronisti, poco prima di rimontare in auto, le dribbla con agilità.

IMG 2593

Matteo Renzi alla festa dell’Unità di Ravenna per la prima volta da segretario: nel 2012 venne in veste di sindaco di Firenze

In arrivo da Pesaro e diretto a Lodi, la tappa ravennate dell’ex premier comincia alle 13.30 quando scende dall’auto in camicia bianca e completo blu, ficca 50 euro nella cassetta delle offerte all’ingresso e saluta la segretaria provinciale Eleonora Proni e il sindaco Michele de Pascale, poi i fedelissimi di casa: l’assessore Roberto Fagnani, la consigliera regionale Manuela Rontini, il senatore Stefano Collina. Un abbraccio anche all’ex sindaco Fabrizio Matteucci: cinque anni fa era sul palco con lui quando venne l’ultima volta alla Festa Pd ravennate. All’epoca era solo l’ambizioso sindaco di Firenze che metteva piede nella roccaforte bersaniana e venne accolto da un diluvio di pioggia e grandine. Matteucci oggi scherza: «Prima di salire sul palco mi andai a prendere un po’ d’acqua anche io per non fare la figura di quello rimasto comodo all’asciutto…». Liquidati i saluti iniziali, tutti pronti per mettersi in marcia verso i cappelletti ma Renzi blocca il torpedone: tappa bagno. «Chiedi e ti sarà dato», scherza De Pascale. Altrettanto fa Renzi, con una battuta chissà quanto politica: «Il cesso è a destra?».

La visita è un bagno di folla, nessun cenno di contestazione. Sold out i posti a tavola: 400 coperti prenotati (menu da 20 o 25 euro) ma in molti sono venuti “già mangiati” per ascoltare il leader piddino già in campagna elettorale per il 2018. Per raggiungere la sedia c’è voluto un certo sforzo per farsi largo tra i tavoli, tra l’anziana che chiede se bacia anche le vecchie, il bambino che vuole salutarlo ma fugge quando quello vuole dargli il 5, la necessità di capire come si scrive il nome di un fan per firmare un libro e il selfie della teenager emozionata. Lui chiama tutti ragazzi, senza troppa rigidità sull’anagrafe. Il militante con i capelli bianchi si fa avanti: «Vengo da Bertinoro». Renzi pronto: «Ah, meno male, pensavo da Bertinotti». Risate.

IMG 2563

Nella tappa ravennate del tour di Matteo Renzi tra le feste dell’Unità non poteva mancare un morso alla piadina romagnola

“Riservato Renzi” recitava il cartello su uno dei tavoli. Ai lati del segretario nazionale, conquistando le posizioni migliori per gli scatti dei fotografi, si siedono il segretario provinciale Proni e l’assessore regionale Andrea Corsini. Di fronte il primo cittadino. Tavolata completata da Paolo Calvano (segretario regionale), Rontini, Collina, Alberto Pagani (deputato), Mirco Bagnari e Gianni Bessi (consiglieri regionali). Poco più in là il tavolo della giunta con gli assessori targati Pd e il repubblicano Eugenio Fusignani. In un’altra tavolata i sindaci della provincia. A sedere si vedono anche il presidente della Cmc Alfredo Fioretti, il presidente dell’Autorità portuale Daniele Rossi e l’amministratore di Micoperi Silvio Bartolotti.

A tavola siede in maniche di camicia per combattere il calore sotto il tendone e liquida in fretta una telefonata con l’abile tecnica Cassano che prevede la mano a conchetta davanti alla bocca per nascondere il labiale. Quando prende la parola comincia con toni da libro Cuore elogiando il significato del pranzo domenicale, quello che si fa in famiglia: «E noi siamo una famiglia allargata». Chiede scusa per aver rovinato la domenica di tutti. Gongola per il bonus cultura ai neodiciotteni: «Sono contento se un giovane si avvicina a un libro e lascia perdere Instagram». Per i grillini solo sfottò: «Bambini, la Sirenetta è una favola della Disney, non credete che sia vera altrimenti da grande diventate parlamentari dei Cinque stelle…».

I contenuti del discorso sono quelli già ricordati. Da Ravenna manda un messaggio agli scissionisti senza mai nominarli: «Quelli che se ne sono andati non hanno perso la nostra amicizia ma devono sapere che la sfida del nostro Paese fra sei mesi non è tra noi e loro ma è per il Pd come unico argine ai populisti di Berlusconi e Salvini da un lato e Grillo dall’altro. Rischiare di far perdere il Pd non è contro il Pd ma è contro l’Italia. Non si scherza sul futuro dei nostri figli». Passando dalla Romagna non spreca l’occasione per un accenno al desiderio della Lega per un referendum che divida Romagna da Emilia: «Attenti, poi vorranno divedere Ravenna da Forlì e poi Rav da Enna».

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CENTRALE LATTE CESENA BILLB LATTE 25 04 – 01 05 24
NATURASI BILLB SEMI CECI FAGIOLI 19 – 28 04 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24