«La Corte dei Conti indaghi sulle spese dell’Ausl per i vaccini al Pala De Andrè»

Il consigliere comunale Ancisi (Lpr) rende pubblici i costi per l’uso degli spazi per tre mesi: 210 mila euro a Ravenna, 90mila a Forlì, 72mila a Rimini

CAMPAGNA VACCINALE PALA DE ANDRE' RAVENNAUn consigliere comunale di opposizione a Ravenna, Alvaro Ancisi di Lpr, chiede che la Corte dei Conti indaghi sul contratto firmato dall’Ausl Romagna per utilizzare il Pala De Andrè di Ravenna come sede per le vaccinazioni anti-Covid. Ancisi sottolinea l’enorme differenza della cifra pagata dalla sanità pubblica per la struttura ravennate se confrontata con analoghi spazi nelle altre due province romagnole con popolazione residente simile: per il trimestre gennaio-marzo 210mila euro a Ravenna, 72mila al Pala Fiera di Rimini, 90mila al Pala Fiera di Forlì (in quest’ultimo caso vanno aggiunti anche 30mila euro una tantum per lavori di adeguamento degli spazi, utili anche per successive proroghe contrattuali).

«Tutti tre i contratti, redatti sullo stesso modello per analoghi bacini di popolazione e firmati da uno stesso dirigente dell’Ausl, rispondono ai requisiti e alle necessità definiti preventivamente dalla Regione: è difficile accettare che la spesa per Ravenna debordi tanto clamorosamente».

Il decano dell’opposizione segnala che la fondazione Villaggio del Fanciullo avrebbe messo a disposizione il suo palazzetto da 1.600 mq chiedendo solo le spese di riscaldamento.

Ancisi aveva già presentato un’interrogazione al sindaco in consiglio comunale. La risposta è arrivata da Tiziano Carradori, dg dell’Ausl: «Si sostiene di avere scelto a scatola chiusa il Pala De André sulla base di indicazioni dell’Unione Europea, connesse alla crisi Covid, secondo cui sarebbe consentito alle amministrazioni pubbliche di “effettuare acquisti anche nel giro di giorni o addirittura di ore, se necessario”. Ciò non legittima però che sia stata evitata la benché minima ricerca di locali meno costosi, altrettanto o anche più adatti allo scopo, attuabile facilmente pubblicando da un giorno all’altro un avviso sui quotidiani locali. Il tempo c’è stato, dato che la nota della Regione è del 17 dicembre con avvio del servizio previsto nei primi giorni di gennaio. Non si trattava affatto di “offerte improbabili”, come scrive l’Ausl. A Forlì sono bastati 900-1.000 metri quadrati, tra ingresso, hall e una sala conferenze, per soddisfare le medesime esigenze richieste dalla Regione. Non di più probabilmente a Rimini, dove è stata affittata la sola hall dell’ingresso alla Fiera sulla via Emilia».

Il consigliere comunale solleva il caso chiedendo che a fine marzo si valuti meglio la situazione: «Il contratto per il De André è rinnovabile di mese in mese, alle stesse condizioni, fino al perdurare del periodo di Emergenza SARS-Cov-2. Se Lista per Ravenna non avesse fatto scoppiare il caso con una vera e propria inchiesta, ogni rinnovo sarebbe stato liscio. Ora il direttore generale dell’Ausl sa come fare affinché lo scandalo giuntogli da Ravenna non si moltiplichi».

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