L’inesistente mobilità alternativa: Ravenna, città a misura di automobile

Alessandro MontanariVenerdì 15 settembre è tornato in vigore l’orario invernale degli autobus, in concomitanza con l’avvio dell’anno scolastico. Il fatto che gli orari del trasporto pubblico locale cambino in funzione delle scuole la dice lunga su chi siano, in gran parte, i fruitori dello stesso. La questione è che Ravenna, nonostante gli slogan, non è una città a misura di pedone, ciclista o utente dei mezzi pubblici. È una città a misura di automobile. Se non hai la macchina non fatichi solo a fare la spesa, ma anche a fruire dei servizi o di attività di svago.

Un esempio su tutti: la linea che taglia Ravenna, fungendo in pratica da metropolitana di città, arriva al CinemaCity. Sarebbe un ottimo servizio, se solo l’ultima corsa non fosse alle 19.44. Proprio così: nell’orario di punta del cinema, il bus non c’è più. La cosa si spiega così: secondo le intenzioni dell’amministrazione i due mega parcheggi serviti da questa linea (oltre a quello del cinema, anche quello del Pala De André) dovrebbero essere “scambiatori”. I ravennati (perché non è un servizio solo per turisti) dovrebbero in altre parole arrivare lì in auto, e andare verso il centro – pagando il biglietto – col minibus. Se conoscete qualcuno che lo fa, scrivete pure alla redazione. Forse ci sarebbero più persone disposte ad andare al cinema con l’autobus, magari con un piccolo incentivo sul biglietto.

Senza timore di smentita, si può dire che il Comune faccia davvero poco per incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico. Dopo le 20 non ci sono in pratica più corse (ne è rimasta una per i lidi alle 20.33), non esiste una linea fissa per il porto industriale, così molti marittimi si trovano a camminare in via Trieste al buio per raggiungere le navi o il centro storico. Chi abita nelle località del forese e ha la sfortuna di non avere una stazione ferroviaria vicina (in pratica tutta la zona attorno alle Ville Unite), se senza macchina è costretto ad aspettare corse che definire “sporadiche” è già un eufemismo. Per chiunque sia cresciuto da ragazzino in questi paesi avere lo scooter a 14 anni, più che un lusso, era una necessità e probabilmente tuttora è così.

In tutto questo la città si bea di slogan tipo “amica della bicicletta”, senza rendersi conto che in quello che è il comune più esteso d’Italia investire sul trasporto pubblico sia un servizio fondamentale. Difficile lamentarsi dei pochi treni, se non ci si cura dei propri pendolari.

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
MAR MOSTRA SALGADO BILLB 15 – 21 04 24
EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
NATURASI BILLB SEMI CECI FAGIOLI 19 – 28 04 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24