«Realizzare l’avvenire è come viaggiare sulla Route 66» Maffei ospite di Confindustria

Nel Festival sui valori d’impresa la presentazione dell’ultimo libro e incontro con l’esperto di comunicazione

La comunicazione è inscindibile dalla vita, è l’elemento cardine di essa. Persiste dove vi è esistenza e non cessa di farlo, nemmeno a causa del silenzio: anche tacere diventa un relazionarsi. “Negli anni Settanta era impossibile vendere la comunicazione’’ afferma Claudio Maffei, oggi uno degli esperti più noti nel campo delle relazioni interpersonali, nonché scrittore. Ha infatti avuto luogo ieri, presso la sede Confindustria Ravenna,  la conferenza sul suo ultimo testo: ‘’il futuro non si prevede, lo si inventa’’, un’opera che vuole incoraggiare la concretizzazione  dei sogni di un domani. Egli paragona la realizzazione di ciò che verrà ad un viaggio sulla maestosa Route 66. Vede l’avvenire costituito da ogni singola parola-chiave scritta nelle pagine del libro, che ne incatena esattamente 66. Ad ognuna di esse  è dedicato un capitolo di riflessione e quasi giocando, l’autore presenta qualche dettaglio estrapolato da quello che viene scelto sul momento. Maffei parla a coloro che si vogliono realizzare e ai giovani, dando loro in modo molto spontaneo e profondo indicazioni per farlo. Affronta il tema dell’ascolto, lo trascina all’interno dell’azienda: capita che un subalterno chieda ad un suo superiore di poter parlare: probabilmente il secondo gli risponderà che non ha tempo. Non solo nel mondo del lavoro, ma in qualsiasi tipo di relazione molte volte ci imponiamo con la parola sugli altri, impedendo così alla loro di giungere a noi.‘’ Il nostro futuro sarà tanto più ricco quanto più sapremo esercitarci nell’arte dell’ascolto’’, scrive nel secondo capitolo. Discute poi di ‘’realtà’’ e ‘’rappresentazione della realtà’’. Dice che la colpa del non capirsi non sta nell’orecchio di chi intende, ma si nasconde tra le parole di chi parla: ‘ la mappa non è il  territorio’. Con ciò si vuole precisare che un’ opinione non può pretendere di essere verità. “Chiudi gli occhi, pensa ad un luogo della tua città. È reale? No. È come lo vedi tu. È una rappresentazione della realtà, ma non la realtà in sé.’’ Dice ad un ragazzo presente in sala. Per questo, spesso non troviamo un punto d’incontro quando parliamo con qualcuno:  vogliamo che gli altri abbiano una nostra stessa ottica  delle cose, ma ciò non è possibile. Indispensabile è poi il sogno, quell’immaginare la vita che si vuole. Nel libro vengono citati gli  ‘”ammazza-sogni’’, quelle persone così pessimiste e scettiche che diranno per invidia o troppo amore  che non ce la si può fare. No, mai permettere a chicchessia di affievolire una nostra fantasiosa certezza.  In PNL si dice: ‘’se c’è qualcuno che può fare questa cosa, allora la puoi fare anche tu’’ afferma Claudio. Paura e insicurezza diventano intimidazioni, sfide da vincere, forse le originarie curve pericolose di quella che veniva soprannominata ‘’Bloody 66’’ prima che la sicurezza venisse maggiormente garantita. Pochi ragazzi erano presenti in sala, ma Maffei parla anche a loro attraverso il libro o di persona nelle scuole. Lo caratterizza l’estrema profondità con cui tratta gli argomenti, approcciandosi ad essi con stupefacente sensibilità, emozionando e lasciando stupito chi lo sa ascoltare. “La nostra guida interiore si manifesta attraverso sogni o fantasie ad occhi aperti, quelle che teniamo segrete’’. Questa è la penultima frase del capitolo numero 57: “Sogno’’.

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