Arriva un nuovo festival di teatro a Ravenna: dal 17 al 20 maggio ecco Polis

La rassegna della compagnia teatrale ErosAnEros inaugura con uno spettacolo di Elio De Capitani con Umberto Orsini e Giovanna Marini. Poi altri tre spettacoli fino al 20 maggio e “atti partecipativi”

POLIS2018 Immagine Di Gianluca Costantini PreviewDal 17 al 20 maggio Ravenna ospita la prima edizione di Polis Teatro Festival, progetto della compagnia teatrale ErosAntEros che ha come protagonista assoluta l’arte dell’attore-performer “come fulcro ardente della relazione con lo spettatore, del teatro con la società”.

Un teatro – scrivono gli organizzatori – «inteso nel suo senso più ampio e accogliente, senza distinzioni tra generi e generazioni, all’insegna della contaminazione non soltanto dei linguaggi, ma anche dei pubblici, per riavvicinare quest’arte viva alla collettività».

Tre le parole chiave attorno alle quali è stata costruita questa prima edizione: attore, musica e poesia.

Giovedì 17 maggio (ore 21) il teatro Alighieri ospita due maestri del mondo teatrale e musicale come Umberto Orsini e Giovanna Marini che, diretti da Elio De Capitani, inaugurano il festival con lo spettacolo La ballata del carcere di Reading di Oscar Wilde. Secondo il regista lo spettacolo si presta a una messinscena in cui «l’attrazione fisica si sublima in canto e il canto sublima la sofferenza in bellezza». Giovanna Marini ha scritto cinque ballate per lo spettacolo, componendo una musica che va dalla musica irlandese fino a Schubert, passando per i Beatles. Umberto Orsini interpreta un Oscar Wilde teso a cogliere solo il lato artistico-estetico e la bellezza dei vers.

Venerdì 18 maggio (ore 21), nella seconda giornata di festival, è la stessa compagnia ErosAntEros, negli spazi raccolti della Biblioteca Classense, Chiostro Grande, a dar voce all’urlo rivoluzionario dei poeti che hanno cantato l’Ottobre rosso, nello spettacolo 1917 CORE. Una lettura-concerto per trasmettere l’essenza dello spettacolo 1917, che ha debuttato alla scorsa edizione di Ravenna Festival, e restituire attraverso la propria ricerca sonora-vocale la «sorpresa e la gioia per l’avvento di un tempo talmente nuovo da lasciare senza fiato». Tre sono gli elementi principali che compongono il lavoro: le parole dei poeti incarnate da Agata Tomsic, le musiche rielaborate da Davide Sacco e le animazioni video di Gianluca Sacco.

Sabato 19 maggio (ore 21), sempre alla Biblioteca Classense, Chiostro Grande, la compagnia ravennate Teatro delle Albe, gruppo storico del teatro di ricerca è in scena con E’ bal, lavoro in cui la materialità impalpabile del dialetto romagnolo di Nevio Spadoni emerge dalle profondità del corpo di Roberto Magnani. Lo spettacolo, che racconta la storia di Ezia, donna emarginata di un paese della campagna romagnola vittima delle dicerie della gente, è partito proprio pensando alla voce della protagonista come a un suono metallico pieno di ruggine, portando alla creazione di tre strumenti, tutti di metallo, che assieme alla tromba di Simone Marzocchi musicano la storia e costituiscono gli elementi scenici.

Domenica 20 maggio (ore 17 – Biblioteca Classense, Sala Muratori) l’ultima giornata di festival è dedicata al rapporto tra teatro e comunità, che è al centro dell’incontro dal titolo Teatro e Polis. Asocialità e nuove forme di socialità: il caso Odin Teatret , a cura del professor Marco De Marinis dell’Università Bologna che parlerà del lavoro della compagnia più longeva del mondo, l’Odin Teatret, raro esempio di ricerca verticale e coinvolgimento orizzontale della comunità.

A seguire alle 18 (Biblioteca Classense, Sala Muratori) la proiezione del film La conquista della differenza di Odin Teatret Film & Odin Teatret Archives. Il film ripercorre la storia dell’Odin Teatret dal 1964 ad oggi, attraverso immagini che ritraggono differenti spettacoli, situazioni di training e baratti realizzati nel corso degli anni.

Tutte le sere verrà chiesto agli spettatori di lasciare in forma anonima i propri commenti dopo la visione degli spettacoli. Inoltre entrambe le serate al chiostro saranno accompagnate da Spectator di Marzia Bondoli Nielsen, “atto fotografico partecipativo in due tempi”, che consiste – spiegano gli organizzatori – «nel fissare in fotografia la traccia in-visibile che lo spettacolo lascia sui volti degli spettatori, ospitandoli all’interno del proprio set fotografico sia prima che dopo lo spettacolo». Entrambe le testimonianze confluiranno all’interno di Parteci-Polis, momento di condivisione e discussione collettiva previsto in chiusura del festival.

Info: http://polisteatrofestival.org e http://erosanteros.org

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