martedì
26 Agosto 2025

L’app Immuni è ufficialmente disponibile. Si partirà dopo una breve sperimentazione

È scaricabile sul negozio digitale di Google e Apple. Traccerà i contatti dei contagiati da Covid-19

Alfiotondelli App Immuni Slider 1080x675L’app Immuni è ufficialmente disponibile sul negozio digitale di Google e di Apple. Potrà essere scaricata gratuitamente da tutti gli italiani sul proprio smartphone. Solo nelle regioni in cui sarà attivo il test, però, l’app sarà collegata al Sistema Sanitario Nazionale, nelle altre invece si dovrà attendere qualche giorno, la chiusura della sperimentazione: si potrà scaricare ma i servizi che offre non saranno accessibili.

«A cominciare saranno da lunedì 8 giugno le Regioni Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia. Dotarsi da adesso dell’app permetterà di risalire ai contatti che possono aver esposto una persona al rischio di contagio. I servizi sanitari regionali potranno gradualmente attivare gli avvisi dell’app». Così una nota congiunta dei ministeri di Salute, Innovazione e della presidenza del Consiglio.

«Più che una sperimentazione si tratterà di un test di pochi giorni, forse una settimana, per provare le funzionalità dell’App”, spiega all’Ansa Pierluigi Lopalco, epidemiologo a capo della task force pugliese per l’emergenza Coronavirus.

L’App Immuni offre la possibilità di tracciare i contatti dei contagiati dal Covid-19, secondo Lopalco uno «strumento utile» perché, in caso di contagio di una persona, «ci aiuterà a rintracciare tutti i suoi contatti, anche quelli sconosciuti che diversamente non riusciremmo a raggiungere».

Una volta installata basterà inserire pochi dati, come il proprio Comune di residenza, e il sistema funzionerà in automatico: saranno gli smartphone sui quali è presente l’App – quando si troveranno a una distanza inferiore a un metro – a scambiarsi dei codici generati automaticamente e in maniera anonima.

Via libera dal Garante per la Privacy. «Sulla base della valutazione d’impatto trasmessa dal ministero – spiega l’Autorità – il trattamento di dati personali effettuato nell’ambito del Sistema può essere considerato proporzionato, essendo state previste misure volte a garantire in misura sufficiente il rispetto dei diritti e le libertà degli interessati, che attenuano i rischi che potrebbero derivare da trattamento». Considerati «la complessità del sistema di allerta e del numero dei soggetti potenzialmente coinvolti», il Garante ha comunque indicato «una serie di misure volte a rafforzare la sicurezza dei dati delle persone che scaricheranno la app. Tali misure potranno essere adottate nell’ambito della sperimentazione», in modo da «garantire che nella fase di attuazione ogni residua criticità sia risolta». (Ansa.it)

Imprese dello street food in crisi: «Siamo sul lastrico, finirà il nostro lockdown?»

Il gruppo Romagna Truck riunisce sei furgoni del cibo di strada: chiedono deroghe e regole nuove per riprendere l’attività dopo cinque mesi di fermo

Romagnaintruck«Sono già cinque mesi che non lavoriamo e non ce la facciamo più, siamo al lastrico. Per noi il lockdown ha avuto un inizio, ma la fine non è ancora stata minimamente presa in considerazione dalle istituzioni governative». È il grido di allarme che arriva dal mondo dello street food, in particolare dal gruppo Romagna Truck che riunisce sei imprenditori tra cui due ravennati (Soul Kitchen di Mamaeli di Cervia e Vino al Vino Street di Ravenna): con i loro furgoni hanno portato cibo di strada e animazione in diversi eventi sul territorio. Mentre ormai ogni settore dell’economia ha le sue nuove regole di ingaggio per la ripresa, per i food truck regna ancora l’incertezza nonostante il cibo di strada fosse ormai diventato il fulcro di molti eventi. Riceviamo e volentieri pubblichiamo una loro lettera in cui esprimo tutte le loro difficoltà.

 

La stagione lavorativa nel nostro settore dura circa nove mesi all’anno, dalla fine dell’inverno a Natale; nei due mesi più freddi gli eventi all’aperto subiscono un arresto e noi ne approfittiamo per fare le manutenzioni dei nostri mezzi, programmare gli eventi, andare a trovare i fornitori per stipulare le nuove condizioni di acquisto e per stare un po’ di più con le nostre famiglie.

Quest’anno però il mese di marzo non ha visto la nostra consueta ripresa lavorativa, ma un arresto totale e drammatico a causa del Coronavirus. All’inizio di marzo tutti gli eventi già in programma fino a settembre sono stati annullati e, ad oggi, non c’è una sola data per eventi futuri.  Per noi il “lockdown” ha avuto un inizio, ma la fine non è ancora stata minimamente presa in considerazione dalle istituzioni governative. Di noi non v’è traccia nei Dpcm, nei decreti, nelle ordinanze. Siamo stati dimenticati da tutti.

In Italia la nostra categoria conta 35.000 partite iva, rappresentiamo altrettante famiglie che vivono di questo perché la maggior parte di noi vede coinvolti in questa attività le mogli, i mariti e i figli. Nel frattempo, oltre a sostentarci senza incassare un euro, dobbiamo anche pagare tasse, ratei, inps e bollette che continuano ad arrivare puntualmente e devono essere saldate.

Intanto ristoranti, bar, negozi, centri commerciali, fabbriche, musei, palestre, centri estetici e moltissime altre attività hanno riaperto, seppur con alcune limitazioni, mentre il nostro settore sta subendo una assurda ed ingiusta discriminazione che ci sta portando al collasso economico e psicologico. Ci rendiamo conto che gli eventi che accolgono migliaia di visitatori per il momento rappresentano ancora un rischio, ma piccoli eventi dove si possa lavorare adottando i protocolli di sicurezza sono assolutamente possibili. 

Chiediamo con urgenza deroghe sui regolamenti comunali delle aree mercatali, permessi temporanei per sostare in aree pubbliche e private senza limiti imposti e bandi nazionali, dove poter somministrare, con la nostra licenza ambulante, nel totale rispetto delle normative vigenti sulla sicurezza e sul distanziamento. Sono già cinque mesi che non lavoriamo e non ce la facciamo più, siamo al lastrico. Chiediamo di essere ascoltati e aiutati prima che molti di noi siano costretti a chiudere l’attività con conseguenze drammatiche. 

Abbiamo bisogno di prospettive certe, immediate e sburocratizzate, non possiamo più continuare ad attendere!

Il gruppo Romagna in Truck è composto da Al Volo (Borghi), Aspasso (Longiano), Big Blue (Cesena), Soul Kitchen di Mamaeli (Cervia), Manicarretto (Rimini), Vino al Vino street (Ravenna).

Treni, «una linea dell’Alta Velocità da Taranto a Trieste, passando per Ravenna»

L’idea del ministro Franceschini rilanciata in una lettera a tutti gli amministratori dei vari territori da Michele de Pascale

Alta Velocità 2Una nuova linea ferroviaria ad Alta velocità da Taranto e Trieste, passando da Ravenna. È il progetto che segue l’idea del ministro Dario Franceschini sullo sviluppo della dorsale Adriatica e che viene ora rilanciato ufficialmente dal sindaco (e presidente della Provincia) di Ravenna Michele de Pascale, in una lettera (firmata anche  come presidente dell’Unione delle Province d’Italia) inviata a tutti i presidenti delle Regioni e delle Province e ai sindaci delle città principali dei territori interessati.

«Una linea – sottolinea De Pascale nella lettera – che oggi rappresenta un grande limite, di portata e di velocità, ma anche una cesura violenta per molte comunità che si stanno ripensando in termini di mobilità leggera e di rigenerazione urbana. Una linea che invece potrebbe cogliere l’occasione storica del cambio di orientamento che sta vivendo l’Unione Europea in termini di sostegno agli investimenti, e rappresentare uno dei grandi progetti infrastrutturali che usufruirà dei nuovi finanziamenti europei annunciati dalla presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen».

Sono tre gli obiettivi che secondo De Pascale verrebbero raggiunti: «rilanciare gli investimenti; migliorare le nostre performance ambientali; rendere più competitivo il nostro Paese». Un progetto che avrebbe un valore aggiunto in ambito portuale (collegando i tre porti dell’Alto Adriatico con gli scali del centro-sud) e «a maggior ragione sul turismo, dove campionesse assolute come Venezia, la riviera romagnola e il Salento potrebbero integrarsi a vicenda».

L’appello di De Pascale è di non lasciare questo progetto solo alle istituzioni centrali, ma di farne «una sfida collettiva delle comunità che si affacciano sul Mare Adriatico, con i loro Comuni, le loro Province e le loro Regioni».

«Ti scrivo – termina la lettera il sindaco di Ravenna, rivolto ai colleghi – per chiedere la tua disponibilità a un’azione comune affinché questo investimento da suggestione diventi concretamente realtà».

Contributi fino a 336 euro a figlio dalla Regione per le rette dei centri estivi

Potranno richiederlo le famiglie con Isee inferiore a 28mila euro. Oltre mezzo milione per il Comune di Ravenna

Centro Estivo Campo Estivo La Piemontesina 01Si avvicina la data di riapertura dei Centri estivi, possibile a partire da lunedì 8 giugno, e nel frattempo la Regione Emilia-Romagna conferma per il terzo anno consecutivo il bonus economico alle famiglie, per sostenere i costi delle rette di frequenza.

La Giunta regionale ha confermato in questi giorni lo stanziamento di 6 milioni di euro, provenienti dal Fondo sociale europeo, per finanziare il progetto di conciliazione dei tempi lavoro-famiglia.

Il contributo che verrà erogato concorre alla copertura della rata di frequenza settimanale del servizio estivo, nel limite di 84 euro a settimana, per un massimo di 4 settimane, (o una durata maggiore nel caso in cui il costo settimanale della retta sia inferiore a 84 euro), fino al raggiungimento dell’importo massimo di euro 336 per figlio.

Obiettivo del progetto è promuovere e sostenere l’accesso da parte delle famiglie a servizi che favoriscono la conciliazione vita-lavoro nel periodo di sospensione estiva delle attività scolastiche ed educative e allo stesso tempo contribuire a qualificare e ampliare le opportunità di apprendimento e integrazione, mediante esperienze utili per bambini e ragazzi.

Destinatari e criteri di assegnazione dei contributi

Come per lo scorso anno, anche nel 2020 i contributi vengono concessi alle famiglie (anche affidatarie) che intendono iscrivere i loro bambini e ragazzi di età compresa tra 3-13 anni alle attività estive e sono composte da entrambi i genitori, o uno solo in caso di famiglie mono genitoriali, occupati e residenti in Emilia-Romagna.

Altro requisito per ottenere il contributo è il limite di reddito Isee annuo entro i 28 mila euro. Possono chiedere il bonus anche le famiglie nelle quali anche un solo genitore sia in cassa integrazione, mobilità, impegnato in compiti di cura oppure disoccupato purché partecipi alle misure di politica attiva del lavoro definite dal Patto di servizio (strumento utilizzato dai centri per l’impiego per formalizzare un accordo con disoccupati ed occupati sul progetto per l’inserimento lavorativo o la partecipazione ad un percorso formativo).

Tempi e modi per chiedere i contributi

A causa dell’emergenza causata dal Coronavirus, è stata disposta la sospensione della “Direttiva regionale per organizzazione e svolgimento dei soggiorni di vacanza socioeducativi in struttura e dei centri estivi” approvata dalla Regione nel 2018, alla quale è subentrato il protocollo regionale per la riapertura in sicurezza dei servizi. Un protocollo al quale i Comuni e Unioni di Comuni, impegnati nel completare l’avvio dei bandi, dovranno attenersi per individuare i Centri estivi pubblici e privati (associazioni, cooperative, parrocchie e altri Enti religiosi).

I soggetti gestori dei Centri estivi oltre ai requisiti richiesti nelle scorse edizioni del progetto (tra tutti, la presenza di un progetto educativo), dovranno inoltre garantire l’accoglienza di tutti i bambini richiedenti, fino ad esaurimento dei posti disponibili, e dei bambini disabili certificati, in accordo con il Comune di residenza, per garantire le appropriate modalità di intervento e di sostegno.

Dopo la chiusura del bando, i Comuni stileranno l’elenco dei Centri – pubblici, gestiti cioè direttamente dal Comune, e privati accreditati – aderenti al progetto. Successivamente i Comuni potranno ricevere le richieste di contributo: i genitori dovranno scegliere uno dei Centri inseriti nell’elenco comunale e la richiesta dovrà essere fatta presentando la dichiarazione Isee. Spettano al Comune l’istruttoria, il controllo dei requisiti e la successiva compilazione della graduatoria delle famiglie individuate come possibili beneficiare del contributo, fino ad esaurimento della disponibilità finanziaria.

Ripartizione delle risorse sul territorio

A livello territoriale, i 6 milioni ripartiti tra i Comuni capofila dei Distretti, in base al numero dei bambini residenti e in età compresa tra 3 e 13 anni (nati dall’1 gennaio 2007 al 31 dicembre 2017), prevedono: per Bologna 1.234.895 euro; Modena 1.000.316 euro; Reggio Emilia 798 mila euro; Parma  605.470 euro; Forlì-Cesena 356 mila euro; Ravenna 508 mila euro; Rimini 456.797 euro; Ferrara 394.604 euro; Piacenza 367mila euro.

I dati del secondo anno di realizzazione del progetto

Nel 2019, secondo anno di realizzazione del progetto, hanno aderito tutti i 38 Distretti della regione e nella seconda annualità i Centri che hanno partecipato al progetto di conciliazione sono aumentati rispetto al 2018: complessivamente 1.292, 125 in più.  I bambini e ragazzi che hanno beneficiato dei contributi regionali sono stati oltre 20.300 (13.040 del 2018).

Covid, doppio zero in provincia: giornata con nessun morto e nessun nuovo contagio

Continua il rallentamento dell’epidemia da coronavirus, anche in regione dove oggi ci sono stati solo 19 nuovi casi

Person In Black Shirt Holding White Plastic Tube 3974140Nessun nuovo contagio e nessun decesso: giugno inizia con una giornata da doppio zero per il Covid-19 in provincia di Ravenna. Nel quotidiano bollettino diffuso dalle autorità per aggiornate sull’andamento della pandemia non ci sono infatti variazioni tra le 12 di oggi, 1 giugno, e ventiquattro ore prima. Variano però le guarigioni: 14 in più.

Alla luce di questo quindi il numero di casi diagnosticati complessivamente in provincia è 1.028 (si intendono persone residenti che hanno avuto la positività accertata da un tampone): considerando che oltre ottocento sono già completamente guariti e 85 sono deceduti, il numero di casi attivi è poco più di un centinaio, di cui buona parte in isolamento domiciliare perché senza sintomi. Sono, infine, 115 le persone in quarantena e sorveglianza attiva in quanto non hanno sintomi ma sono stati a contatto stretto con casi positivi o rientrati in Italia dall’estero.

Numeri incoraggianti anche se si allarga il punto di vista alla dimensione regionale. Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.809 casi di positività, 19 in più rispetto a ieri: di questi nuovi casi, 17 sono asintomatici, esito dell’attività di screening regionale. Le nuove guarigioni sono 104, per un totale di 20.617: oltre il 74% sul totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia. Continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi, che a oggi sono scesi a 3.068 (- 95 da ieri). Si registrano 10 nuovi decessi: 7 donne e 3 uomini. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 4.124. Dei nuovi casi registrati oggi, i 7 decessi nella provincia di Bologna sono riferiti non solo a ieri ma all’ultima settimana, casi per i quali si attendeva l’esito rispetto alla causa di morte da Covid-19. Gli altri 3 riguardano 2 residenti nella provincia di Piacenza e 1 in provincia di Rimini. Nessun decesso in tutte le altre sei province.

Tornano i concerti al Bronson: quello degli Ovo in streaming solo per una sera

Registrato da uno staff professionale, verrà trasmesso il 3 giugno sulla piattaforma Dice

Bronson OvoGli OvO tornano on stage. Accadrà mercoledì 3 giugno alle ore 21, in esclusiva sull’importante piattaforma di streaming Dice.

Gli ormai ravennati d’adozione Bruno Dorella e Stefania Pedretti hanno registrato un live in presa diretta, in un vero e proprio locale (il Bronson di Ravenna, che inaugura così la sua serie di appuntamenti Bronson Lockdown Sessions), con l’ausilio di un autentico staff (dal fonico Alberto Bimbi al videomaker Claudio Stanghellini a luci e regia video).

Gli OvO, costretti a interrompere il tour europeo a supporto del loro ultimo album Miasma a causa della pandemia, sono rimasti fermi per due mesi, senza mai cimentarsi in performance in streaming durante il recente periodo di quarantena. Quello che propongono adesso è un concerto realizzato a livello professionale, trasmesso soltanto nella serata del prossimo 3 giugno.

Come partecipare all’evento online? Prendere un biglietto sull’app è semplice: bisogna scaricare la app DICE gratuitamente e iscriversi. Selezionare l’evento e l’importo da donare tra le opzioni disponibili. Una volta completato l’acquisto (che può anche essere gratuito), verrà inviata una mail di conferma. Verrà poi inviato il link allo streaming quindici minuti prima dell’inizio dell’evento.

«Il duo italiano noise-rock OvO – si legge nella cartella stampa – è al centro delle scene post-rock, industrial-sludge e avant-doom di tutto il mondo da due decenni. La mentalità “da tour”, unita a etica DIY, approccio senza alcuna paura e polverizzanti spettacoli dal vivo, li ha resi impossibili da classificare, ma sempre lì, pronti a materializzarsi nella tua città, come un’onnipresenza spettrale».

«Molte società sportive rischiano l’estinzione, il Comune cercherà di impedirlo»

L’assessore Fagnani (Sport) elenca le misure di sostegno a livello locale: «Contributi alle famiglie tariffe ridotte per l’affitto delle palestre alle squadre, più rimborsi delle utenze, 700mila euro extra per la manutenzione dei nostri impianti in gestione»

94640999 10215038854799671 6275359806899355648 N
L’assessore Roberto Fagnani impegnato in una riunione in videoconferenza durante il periodo di lockdown

«Una stima del Coni dice che il 30-40 percento delle società sportive rischia di scomparire per effetto della crisi economica dovuta all’emergenza sanitaria del coronavirus. Tutte le istituzioni devono fare la propria parte per la sopravvivenza di realtà che hanno un ruolo importante nel tessuto sociale». Da questa considerazione parte la fase 2 per Roberto Fagnani, assessore comunale a Ravenna con delega allo Sport.

Assessore, cosa farà il Comune per evitare la morìa di società?
«Stiamo preparando diverse misure per sostenere la pratica sportiva a tutti i livelli, da quella intesa come strumento per il benessere a quella agonistica. Agiremo per aiutare sia le società che chi fa attività».

Nel 2019 il Comune ha accolto 302 domande su 330 richieste di contributi per l’attività sportiva di ragazzi tra 6 e 18 anni per un totale di 62mila euro erogati. Il bando sarà ripetuto?
«Ci sarà ancora il bando per contributi ai ragazzi di famiglie con Isee fino a 15mila euro, ci stiamo lavorando con l’assessorato al Bilancio. Cerchiamo così di aiutare le persone per cui diventerà più difficile permettersi la retta di una società sportiva. La stessa ragione con cui la Regione ha predisposto dei voucher per chi ha Isee fino a 17mila euro: di questi dovrebbero beneficiarne circa 700 famiglie in provincia».

E per le società cosa avete previsto?
«Ridurremo le tariffe degli affitti delle nostre palestre per gli sport indoor. E abbiamo già dato disponibilità alle palestre private di espandersi in spazi verdi pubblici».

Premiazione Bacchi Assessore Fagnani
La capitana della Teodora, Lucia Bacchi, con l’assessore Roberto Fagnani (foto D. Ricci)

Le società chiedono aiuto per ridurre i costi…
«Abbiamo già deciso di alzare la percentuale delle utenze degli impianti a carico delle nostre casse: oggi è il 20 percento e arriveremo al 30 che è il massimo concesso dal regolamento comunale in vigore. Ma c’è la volontà di andare in consiglio comunale per modificare il testo e alzare quella percentuale».

La gestione e la manutenzione degli impianti sono altre voci di spesa importanti.
«Abbiamo definito un fondo straordinario da 700mila euro per interventi sugli impianti di nostra proprietà per dare più risorse alle società. E poi stiamo pensando alla possibilità di ulteriori finanziamenti agevolati per chi avrà bisogno di risorse».

A proposito di impianti, il lockdown ha fatto saltare la tabella di marcia del nuovo palazzetto?
«Il cantiere era partito da poco e, come tutti i lavori pubblici che non erano di somma urgenza, si è fermato. Tre mesi sono andati persi. L’obiettivo che ci eravamo dati era di essere pronti per la prossima edizione di Omc (la fiera dei petrolieri in programma dal 23 marzo 2021, ndr) e ospitare le prime gare della stagione 2021-22. Al momento resta quello l’obiettivo ma c’è anche un piano B per accogliere comunque l’Omc al Pala De Andrè anche in caso non sia concluso il cantiere. Ci sarà da riorganizzare gli spazi ma è presto per parlarne».

Arrampicata sportiva via del Marchesato
Roberto Fagnani sulle pareti dell’arrampicata sportiva a Marina di Ravenna

Il nuovo impianto dovrà essere la casa di pallavolo e pallacanestro, con tante ambizioni. In questi giorni c’è fermento a proposito di ripescaggi e iscrizioni per queste discipline. In che categoria saranno le squadre della città?
«Ovviamente mi auguro la massima serie possibile. Tutte le società sono al lavoro per riorganizzarsi».

Come ha preso l’intenzione della federazione basket di non tenere in considerazione l’Orasì per una promozione a tavolino in A1?
«Ammetto che ci ha stupito molto. Non perché le altre società scelte non abbiano meriti, ma perché mi sembra che Ravenna ne abbia altrettanti. In campo ha fatto una stagione straordinaria (capolista del suo girone di A2 al momento dell’interruzione, ndr), è ben considerata a livelli federali come dimostra l’assegnazione per ospitare le finali di coppa Italia (al momento previste per settembre dopo lo slittamento da marzo, ndr) e soprattutto non so quante città in Italia in questo momento stiano realizzando un palazzetto da 15 milioni di euro con seimila posti. Mi sembrano che abbia tutte le carte in regola per farsi valere. E lo farà. A metà giugno dovrebbe arrivare la decisione finale».

Nel calcio invece sembra prospettarsi un finale da paura per il Ravenna: tutta la stagione da decidere in 90 minuti.
«La ripartenza del campionato di calcio, in particolare della serie A, è un’ottima notizia, ma che il campionato di serie C possa chiudersi con una partita secca mi lascia molto perplesso. Mi auguro che il consiglio federale possa arrivare ad una soluzione condivisa con i club che, oggettivamente, non hanno le stesse risorse economiche di quelli della massima serie in termini di sponsor e diritti televisivi per poter concludere nella stessa maniera il campionato, assicurando come è giusto situazioni di sicurezza per tutti».

Parlando di impianti sportivi è inevitabile chiederle a che punto è l’iter per la nuova piscina. Ormai è di dominio pubblico l’esistenza di almeno due proposte di privati per realizzare l’impianto con un project financing. A marzo il sindaco ci disse che auspicava di arrivare all’apertura del cantiere entro la fine della legislatura. A che punto siamo?
«A differenza del palazzetto, qui l’iter non si è fermato: in questi mesi è andata avanti l’attività istruttoria degli uffici. Ma di questo non posso dire nulla come impone la normativa sugli appalti. Posso solo dire che il Comune ha acquisito il terreno adiacente all’impianto attuale e questo ci permette di avere gli spazi di manovra per arrivare all’impianto nuovo senza mai interrompere l’attività, come richiesto espressamente dalle società del nuoto che abbiamo tenuto in considerazione. Per i tempi non si possono fare previsioni e non si può nemmeno ipotizzare quale sarà l’esito dell’istruttoria. Nel caso venga accolta una proposta, dovrà essere il consiglio comunale ad approvare l’inserimento nel piano triennale dei lavori pubblici. E a quel punto ci sarà un bando. Ma tutto dipende da cosa uscirà dall’istruttoria».

IMG 4064
Alberto Servidei e Mara La Neve della Ravenna Boxe assieme all’assessore Fagnani

Completiamo il viaggio fra gli impianti facendo tappa allo stadio. Le ultime notizie di stampa dicono che il Bologna costruirà un impianto temporaneo nel capoluogo per rimpiazzare il Dall’Ara durante la ristrutturazione. È quindi tramontata la possibilità che il Benelli diventi il campo di gioco sostitutivo dei rossoblù in serie A?
«Ci sono stati contatti nei mesi scorsi. Da parte della nostra amministrazione e della società Ravenna Calcio c’è disponibilità se c’è un progetto che coinvolge la struttura e la progettazione sportiva della squadra. Nelle ultime settimane non ci sono stati aggiornamenti ma a breve ci risentiremo con il Bologna».

Adesso che l’attività motoria si sta rimettendo in pista, alla polizia locale spetterà anche il compito di fare controlli sul rispetto delle nuove norme definite dai protocolli?
«In questo periodo difficile la città ha dimostrato un comportamento molto valido e chi viene dal mondo sportivo ha una disciplina di fondo significativa. Ma certamente anche su questo fronte potranno essere fatti controlli».

I principali eventi sportivi restano confermati? Ad esempio la maratona di novembre si farà?
«In questo momento è confermata perché novembre è ancora lontano. Ma proprio per questo è difficile fare previsioni».

Il tennista Fognini, numero 11 al mondo, operato alle caviglie alla Domus Nova

Alla clinica di Ravenna l’intervento per mano del dottor Francesco Lijoi

Fognini
Fabio Fognini alla Domus Nova

Il tennista Fabio Fognini, numero 11 al mondo, è stato operato alle caviglie alla Domus Nova di Ravenna, per risolvere un problema di cui soffre da tempo.

Sui social, quello che è considerato tra i migliori tennisti italiani della storia, ha ringraziato tutti i suoi fan per l’affetto e medici e operatori sanitari per la professionalità.

Nell’intervento – per mano del dottor Francesco Lijoi, il primo chirurgo ortopedico italiano ad essersi cimentato nella chirurgia artroscopica della parte posteriore della caviglia – sono state rimosse le calcificazioni dall’articolazione destra ed è stata ripulita la sinistra.

«È stato impressionante vedere i frammenti ossei che mi hanno tolto dai piedi – ha detto Fognini –. Ho fatto la cosa giusta e sono contento, anche se sono un po’ provato dall’operazione».

Il tennista è già stato dimesso e ora lo attendono sei settimane di riabilitazione

Corsini ai greci: «Non siamo untori. Le loro regole uno stimolo a restare in Italia»

L’assessore dell’Emilia-Romagna: «In Grecia non sono bene informati»

Andrea Corsini Emilia Romagna BalneariI greci «non sono ben informati della nostra situazione sanitaria e non accettiamo di essere considerati degli untori». Così all’Ansa l’assessore regionale al Turismo dell’Emilia-Romagna, il ravennate Andrea Corsini.

Corsini commenta la riapertura della Grecia all’arrivo degli italiani ma con test e previsioni di quarantena per chi proviene da alcune regioni tra cui l’Emilia-Romagna. «I turisti italiani viaggeranno in Italia e noi siamo pronti ad accoglierli – dice Corsini –. Se per andare in Grecia queste sono le regole è uno stimolo a trascorrere le vacanze balneari in Italia e la nostra costa è da cinque anni la destinazione estiva più apprezzata dagli italiani».

In particolare, a partire dal 15 giugno i voli internazionali saranno ammessi negli aeroporti greci di Atene e Salonicco ma se l’aereo proviene da uno degli aeroporti dell’elenco delle aree “ad alto rischio” stilato dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (che per l’Italia sono Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto) i passeggeri saranno sottoposti a un test all’arrivo. Se negativo, il passeggero si metterà in auto-quarantena per 7 giorni. Se positivo, la quarantena sarà di 14 giorni.

 

Covid, il bollettino: un solo nuovo contagio in provincia, 31 in tutta la regione

Tra i nuovi casi in Emilia-Romagna, 23 sono asintomatici trovati grazie allo screening

Tamponi CoronavirusDall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.790 casi di positività, 31 in più rispetto a ieri: di questi nuovi casi, 23 sono asintomatici, che derivano dall’attività di screening regionale.
4.109 i tamponi effettuati, che raggiungono così complessivamente quota 325.482, a cui si aggiungono, sempre da ieri, 2.300 test sierologici. Un allargamento dell’azione regionale utile a mappare l’andamento del contagio e a scopo preventivo, scovando il virus fra le persone senza sintomi.
Le nuove guarigioni sono 140, per un totale di 20.513: oltre il 73% sul totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia. Continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi, che a oggi sono scesi a 3.164 (-116 da ieri).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi, 31 maggio sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 2.713 (circa l’86% di quelle malate), -103 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 57 (-8). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid, scesi a 393 (-5).

Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 20.513 (+140): 883 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 19.630 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 7 nuovi decessi: 5 donne, 2 uomini. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 4.114. I nuovi decessi riguardano 1 residente nella provincia di Parma, 1 in provincia di Modena, 3 in provincia di Bologna (nessuno nell’imolese), 2 in quella di Rimini. Nessun decesso tra i residenti nelle province di Piacenza, Reggio Emilia, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e da fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.487 a Piacenza (+10), 3.521 a Parma (+7), 4.948 a Reggio Emilia (+1), 3.916 a Modena (+5), 4.627 a Bologna (+5); 394 le positività registrate a Imola (nessun caso in più), 993 a Ferrara (+1). In Romagna i casi di positività hanno raggiunto quota 4.904 (+2), di cui 1.028 a Ravenna (+1), 943 a Forlì (nessun caso in più), 779 a Cesena (+1), 2.154 a Rimini (nessun caso in più).

Il Presidente Mattarella nomina due nuovi Cavalieri del lavoro in provincia

Si tratta di Guido Ottolenghi della Pir e di Luciano Martini dell’Unigrà

Guido Ottolenghi
Guido Ottolenghi

Sono della provincia di Ravenna i due nuovi Cavalieri del Lavoro nominati in Emilia-Romagna dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella (in totale ne sono stati nominati 25, in occasione delle celebrazioni del 2 giugno).

Si tratta di Luciano Martini (settore industria alimentare), 82 anni, fondatore (nel 1972) dell’Unigrà di Conselice, e di Guido Ottolenghi (settore logistica portuale), 54 anni, amministratore delegato della Pir, al porto di Ravenna, gruppo che ha da poco celebrato i cent’anni.

Luciano Martini
Luciano Martini

Istituita nel 1901, l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro viene conferita ogni anno in occasione della Festa della Repubblica ai cittadini italiani, anche residenti all’estero, che si sono distinti nei settori dell’agricoltura, dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’attività creditizia e assicurativa. Requisiti necessari sono l’aver operato nel proprio settore in via continuativa, e per almeno vent’anni, con autonoma responsabilità, dando un contributo di rilievo allo sviluppo economico e produttivo. Considerate le nuove investiture, dal 1901 a oggi i beneficiari dell’attestazione al merito sono stati 2.822.

Lo sport è ripartito a Porto Fuori. Già più di cento i prenotati per i centri estivi

Al più attrezzato centro sportivo del territorio tutto è tornato (quasi) alla normalità, fatta eccezione per il calcio

Aquae Lanigra
Il presidente Gianluca Lanigra

È ripartita senza troppi scossoni l’attività dell’Aquae, centro sportivo del parco Tre Laghi di Porto Fuori, il più attrezzato del territorio comunale come varietà dell’offerta.

«Già da lunedì (25 maggio, la data di ripartenza dell’attività sportiva secondo la normativa regionale, ndr) abbiamo avuto gente in palestra e ai campi da padel e beach tennis, discipline che ora si possono giocare anche in doppio». Ci racconta il presidente dell’Aquae, Gianluca Lanigra.

In particolare i sette campi da beach tennis (che in singolo si poteva praticare anche prima del 25 maggio) sono andati a ruba in questo periodo in cui i bagni al mare erano chiusi o hanno riaperto con meno spazi. Così come è ripresa in tutta sicurezza l’attività del tennis, con i tre campi di Porto Fuori utilizzati per corsi individuali e ora anche a squadre.

Aquae
Una veduta aerea di una parte del centro Aquae

Le incognite sono invece legate agli sport di squadra, il calcio in particolare, piuttosto diffuso al centro di Porto Fuori. «Stanno proseguendo solo le lezioni individuali e in piccoli gruppi, in attesa di capire se in giugno, come pare, si potrà riprendere a fare partitelle anche a calcio».

Nel frattempo sono comunque oltre cento i bambini che hanno già prenotato i centri estivi a Porto Fuori, come se nulla fosse. «Ovviamente rispetteremo tutte le prescrizioni che prevedono un maggior numero di istruttutori, sulla base anche delle età dei bambini, e un limite di capienza. Ogni settimana potremo ospitare al massimo 120 bambini, gli anni scorsi superavamo anche i 200. Ma abbiamo tanto spazio all’aperto, scaglioneremo gli orari delle merende e posso assicurare che non ci saranno problemi».

Anche la piscina è già stata riaperta, ospitando pure gli atleti delle associazioni che non sono potute tornare ad allenarsi alla piscina comunale (che ha riaperto solo sabato 30). «Abbiamo realizzato entrata e uscita separate, in acqua c’è lo spazio sufficiente per poter rispettare la distanza di 7 metri quadrati, con una capienza complessiva limitata a una settantina di persone, tra vasca e solarium, che per i nostri standard è comunque molto alta».

Ogni atleta, ogni ingresso, viene schedato, per futuri eventuali tracciamenti. «All’ingresso viene misurata la febbre e gli spogliatoi sono a disposizione come sempre, garantendo i distanziamenti».

I titolari stanno disinfettando e montando le strutture gonfiabili per riaprire infine in sicurezza anche il parco acquatico nel lago balneabile, dove nel frattempo prosegue anche il campo pratica golf.

E anche la palestra ha ripreso i propri corsi, che è possibile realizzare anche all’aperto, nel grande parco del centro di Porto Fuori, dove il lockdown, almeno per il momento, sembra essere stata solo una breve parentesi.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi