«La pace si fa insieme o è impossibile» Il vescovo replica all’attacco della Lega

Il deputato Pini aveva definito Ghizzoni «un pericoloso ipocrita» per la marcia organizzata con la comunità islamica

L’annuale marcia della pace che si è svolta il 31 dicembre a Ravenna è stata organizzata dalla diocesi di Ravenna con le altre comunità religiose del territorio ed è partita dalla moschea di via Rossa perché «la pace si fa insieme o è impossibile». Parte da questa considerazione la replica dell’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni al deputato Gianluca Pini (Lega Nord) che lo aveva definito «un pericoloso ipocrita» per l’iniziativa svolta in collaborazione con il modo islamico locale e la visita iniziale al luogo di culto musulmano prima della marcia (vedi articoli correlati).

Dopo la dura critica del leghista la diocesi ha ritenuto opportuno diffondere alcune precisazioni. Che partono dalle parole di Ghizzoni pronunciate all’inizio della marcia di sabato: «Non si costruisce la pace con una sola parte ma solo se tutte le parti si mettono insieme. Se si abbandonano odii e pregiudizi: solo così si creano quei presupposti che permetteranno forse ai nostri figli e nipoti di vedere i frutti della pace che noi oggi non vediamo. Tanto più che proprio durante la marcia della pace è stata esplicita la condanna degli attentati e delle violenze che utilizzano le religioni per altri fini». La nota della diocesi poi ricorda che lo stile dell’iniziativa è stato condiviso non solo dai cattolici ma dalle istituzioni politiche cittadine e dalla prefettura, e dai rappresentanti delle religioni presenti sabato che hanno pregato sul sagrato di San Francesco al termine della marcia.

Il vescovo è convinto che pregare insieme per la pace non significhi perdere o abbandonare la propria identità religiosa cristiana ma valorizzarla: «Da credenti pensiamo di avere una chance in più e una responsabilità maggiore per disinnescare i fondamentalismi che avvelenano le comunità religiose e attirano soprattutto i giovani più in difficoltà, facili prede dei seminatori di odio. Proprio i credenti in Dio, ci siamo detti negli incontri preparatori, hanno l’autorevolezza e le giuste conoscenze delle loro religioni per indirizzare verso i sentieri del dialogo, della conoscenza reciproca, della stima per le diverse identità, della ricerca di somiglianze e complementarietà che fanno crescere la ricerca comune della giustizia sociale, della uguaglianza dei diritti della persona umana, della pace».

E per quanto riguarda la visita iniziale al luogo di culto del centro islamico ravennate, Ghizzoni ricorda che prima di lui «vari pontefici, tra cui Giovanni Paolo II, Francesco e Benedetto XVI hanno visitato importanti moschee».

Infine due ulteriori precisazioni ribadite sempre dalla stessa diocesi. La prima: la tradizionale messa di Ringraziamento non è mai stata annullata ed è stata regolarmente celebrata dall’arcivescovo monsignor Ghizzoni sabato 31 dicembre, dopo la marcia della pace, alle 18.30, in Duomo. La seconda: la Caritas diocesana non ha alcun interesse economico nella gestione dell’accoglienza dei profughi né tanto meno dell’immigrazione illegale e ogni giorno, oltre al personale, più di 40 volontari sono impegnati nell’accoglienza, nella distribuzione di viveri e nel sostegno dei bisognosi della città senza fare distinzioni tra italiani, romagnoli o stranieri.

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