Più fondi alle scuole cattoliche: in consiglio comunale un solo voto contrario

L’unico “no” è arrivato da Ravenna in Comune. Astenuti Sinistra per Ravenna e CambieRà. Tutto il centrodestra sta invece con la maggioranza

AsiliUn solo voto contrario, due astensioni, tutti gli altri favorevoli. Quello che anni fa rappresentava uno dei temi più caldi del consiglio comunale, la convenzione con cui il Comune di Ravenna contribuisce a finanziare le scuole materne cattoliche, è ormai diventato un tema che invece unisce una fetta sempre più ampia di maggioranza e opposizione. La notizia del resto era stata data ancora prima della riunione del consiglio comunale.

Le novità della delibera
E così le 15 scuole, con 41 sezioni di scuola dell’infanzia e 10 sezioni primavera, aderenti alla Fism nel territorio del comune di Ravenna, per un totale di oltre mille posti, vedranno aumentare i fondi ricevuti dal Comune. Il contributo annuo a sezione di scuola dell’infanzia sarà di 14mila euro per gli anni scolastici 2016/2017 e 2017/2018 e di 15mila per l’anno scolastico 2018/2019. Il contributo annuo per le sezioni primavera sarà di 13mila euro e a scuola sarà di 4.500 euro. In tutto il contributo  corrisponde a 820.700 euro per il 2017 e il 2018 e a 861.700 euro per il 2019, per un totale di 2.503.100 euro. Rispetto alla convenzione precedente, si registra un aumento di circa 50mila euro nel contributo nei primi due anni e di 95mila in quello relativo al terzo anno. La convenzione ha validità triennale rinnovabile per ulteriori tre anni. Tra le novità l’impegno delle scuole aderenti ad adottare un regolamento su rette e modalità di pagamento che permetta di richiedere l’abbattimento della retta sulla base dell’Isee. Inoltre, dicono ancora dal Comune, «per sostenere maggiormente le scuole di dimensioni ridotte, riconosciamo un contributo annuo a scuola, e per garantire l’accoglienza di minori con disabilità, trasferiamo in questa convenzione quanto prima era previsto da una convenzione con Asp, cioè un contributo di 8.200 euro annui per ciascun bambino con certificazione per l’integrazione scolastica, tenuto conto di una stima di sei bimbi in questa situazione».

Il dibattito e il voto in consiglio
A difendere la scelta in primis naturalmente il Partito Democratico che in una nota dichiara: «Noi crediamo fortemente nell’integrazione dei servizi tra pubblico e privato a patto che, come avviene, l’amministrazione mantenga il ruolo di guida e vigilanza; nel nostro territorio il sistema integrato tra scuole statali, Fism e Paritarie Comunali pone l’offerta all’avanguardia nazionale». Ma a gioire c’è anche Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna che vota per la prima volta a favore e sottolinea uno degli aspetti cruciali della delibera, il risparmio per le casse del Comune qualora Palazzo Merlato dovesse invece sostenere in toto le spese di altrettante scuole (alle Fism, va ricordato, le famiglie pagano una retta che invece non è rischiesta dalle scuole comunali). «La nuova convenzione – scrive Ancisi – abbatte uno steccato storico: quello che confinava le scuole per l’infanzia non comunali e non statali in una specie di sottoserie parrocchiale, ripiego per le famiglie che non trovavano altro posto per i loro figli». E aggiunge che bisogna  preoccuparsi che non chiudano altre scuole Fism «perché enormi sono le difficoltà a far quadrare i conti».

Va detto che negli ultimi anni sono state chiuse invece sezioni di materne comunali in città. Un dato evidenziato solo da Raffaella Sutter di Ravenna in Comune, unica forza a esprimere un voto contrario, in linea anche con le posizioni di atei e agnostici del circolo Uaar: «Invece di chiudere – commenta Sutter –, i servizi comunali dovrebbero essere ampliati per garantire libertà di scelta alle famiglie». E ancora: «In una città in cui la laicizzazione è diffusa, in cui i matrimoni civili sono il doppio di quelli religiosi, in cui sempre meno sono gli alunni iscritti all’ora di religione, come si può non garantire la possibilità di scegliere ovunque e per tutti una scuola non religiosa?».

Tra le file dell’opposizione si è astenuto il gruppo  CambieRà che in una nota scrive: «Ritenendo comunque molto alta la qualità dell’offerta complessiva del nostro territorio e constatando oggettivamente la situazione di fatto attuale, che non prevede alternativa rispetto a quella adottata a oggi tramite le convenzioni con le scuole paritarie Fism, ma, di contro, non potendo sottovalutare né ignorare il problema economico e restrittivo in cui si ritrovano alcune famiglie, soprattutto del forese, nel momento in cui non possono scegliere tra almeno due opzioni, abbiamo scelto la strada dell’astensione».  Un’astensione anche in maggioranza, di Sinistra per Ravenna che tuttavia rivendica un ruolo: «Per chi, come noi, sta dalla parte della scuola pubblica non è possibile votare a favore di questa delibera che attua il finanziamento delle scuole materne confessionali. Vogliamo però sottolineare gli aspetti positivi che vengono introdotti dai nostri emendamenti». Tra questi in particolare la possibilità per il consiglio comunale di «svolgere controlli più puntuali e frequenti sull’operato e sui risultati raggiunti nelle scuole che la delibera finanzia e l’introduzione di regole più cautelanti nell’individuazione degli operatori che educheranno i bambini delle scuole materne convenzionate». Dal Pri, che in passato ne aveva fatto una bandiera di laicità, è invece arrivato un voto favorevole così spiegato dai due consiglieri Gianantonio Mingozzi e Chiara Francesconi: «Il voto di un partito laico a sostegno delle materne Fism può apparire antitetico rispetto ai principi e agli ideali che fanno parte della nostra storia; ma in questa occasione ci è sembrato giusto anteporre le esigenze di mille famiglie che iscrivono i figli nelle 15 scuole per lo più cattoliche». Favorevoli anche i gruppi di opposizione di centro destra come quello di La Pigna, Lega Nord, Forza Italia, che non ha mancato l’occasione per rilevare come il tema della laicità sia rivolto rivolta soprattutto verso la religione cattolica ma non tanto verso le altre confessioni, mentre Massimiliano Alberghini, unico membro dell’omonimo gruppo, ha espresso un giudizio positivo sull’atto deliberativo che, a suo avviso, è migliorativo del precedente, ritenendo l’approccio ideologico preistorico e un falso problema. Al plauso si aggiungono anche l’alleato Pd Ama Ravenna con Daniele Perini e dal neonato gruppo Mdp composto dalla consigliera Mariella Mantovani (ex Pd).

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