«È gioco autorizzato e non d’azzardo I locali con le slot non sono criminali»

Confesercenti difende chi tiene le macchinette «magari per pagare un barista in più». E sulla formazione: «Utile ma non basta»

«È sbagliato addossare tutti gli oneri, gli obblighi e le responsabilità sull’esercente finale quando il gioco non è d’azzardo, ma è gioco di Stato definito dalle normative tramite un’autorità e un’agenzia dei monopoli. Si rischia di sbagliare interlocutore». A parlare in difesa di baristi ed esercenti che non vogliono o non possono rinunciare a slot e gioco è Giacomo Costantini di Confesercenti, tra i formatori dei corsi previsti dalla Regione per gli esercenti.

«Fare formazione è giusto, ma non ci si illuda che possa risolvere davvero il problema che c’è, esiste e va affrontato, nessuno lo nega. Ma piuttosto che obbligare l’esercente a mettere un cartello con un numero verde a cui nessuno fa caso, perché non si chiede per esempio ai concessionari di programmare i giochi in modo da mandare un messaggio di avvertenza al giocatoreogni cinque minuti, per esempio? O di rallentare il tempo per la giocata?».

Dunque, per Costantini, anche l’idea della vetrofania che premia chi non installa slot (come il Caffè Guidarello, vedi articolo tra i correlati) è sbagliata. «Ma perché bisogna premiare una scelta commerciale legittima al posto di un’altra? Perché criminalizzare chi rispetta la legge e anzi magari è costretto a tenere le slot per contratti spesso capestro e poco normati per pagare magari un barista in più?». Numeri sul reale impatto economico del gioco sulle attività dei suoi affiliati non ne ha, ma si sbilancia a dire che se il gioco venisse totalmente vietato «a rimetterci sarebbe innanzitutto lo Stato e no, nessun bar, se non quelli nati appositamente come sale gioco, chiuderebbe. Forse ci sarebbe una perdita di posti di lavoro».

Idealmente a fianco della battaglia alla ludopatia, Confesercenti critica le ordinanze dei sindaci: «Io capisco, fanno quello che possono, ma se poi per esempio le ordinanze sono in vigore a macchia di leopardo ai giocatori basterà sposarsi di poche centinaia di metri e a soffrire saranno appunto gli esercenti di confine». Il tutto quando, sottolinea Costantini, «sta crescendo il gioco online che non è certo meno pericoloso».

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