Ottanta foto alla Classense: trenta imprese raccontano la loro storia e i cambiamenti del territorio per i 70 anni di Confindustria 

Esposti documenti storici e scatti dagli archivi anche di Reclam Edizioni e Comunicazione. 

La fotografia come portavoce della storia e dei valori sociali: Confindustria a Ravenna si racconta così. II 24 giugno alla biblioteca Classense – nell’ambito del primo festival dedicato dall’associazione di categoria all’industria e ai valori d’impresa – è stata inaugurata la mostra fotografica che rende protagoniste trenta delle imprese associate. Gli scatti vengono dagli archivi di foto e documenti di Reclam Edizioni e Comunicazione, Alma Petroli, Centro Iperbarico, Cosmi, Gama Castelli, Itway, Sapir, Rosetti Marino, Setramar, Tavar, Vinavil, Ferrari, Rana Diving, Agenzia Image, Publimedia Italia, Tcr, Gruppo Ormeggiatori, Versalis, Corpo Piloti, Tozzi, La Petrolifera Italo Rumena, Matitegiovanotte, Micoperi, Mac Port, Cabot Italiana, Polynt, Enel Produzione, Molino Spadoni, Tuttifrutti, Sigma4.

All’apertura dell’esposizione, visitabile fino al 29 giugno, ha preso la parola Giuseppe Rossi, vicepresidente di Confindustria. Ha aperto il sipario partendo con grande entusiasmo da un documento che risale al 1955: l’atto di compravendita firmato dal sindaco di allora, Celso Cicognani (anche direttore dell’associazione Industriali), e dal Presidente di Eni, Enrico Mattei, nel quale il Comune cede il terreno su cui sorgerà lo stabilimento Anic, segnando la città di un epocale cambiamento.

«Negli anni ’50 Ravenna viveva di un’economia prettamente agricola – ha affermato il sindaco in carica Fabrizio Matteucci presente all’inaugurazione –. L’Anic rappresenta una svolta e la città inizia a ospitare un’attività economica anche industriale. Oggi abbiamo una sezione economica più ampia, come si può notare anche dai svariati settori delle aziende associate a Confindustria. Vanno ad esempio da quello chimico a quello del turismo e in questa maniera possediamo un po’ di tutto. Potremmo definirlo come il mosaico della nostra economia, che ci fa crescere più lentamente, ma ci rende più forti davanti alla crisi».

È stato poi il direttore degli Industriali Marco Chimenti a prendere la parola: «Il Festival scaturisce dalla constatazione che c’è bisogno di recuperare verso la società civile il pieno valore sociale dell’impresa. È un’opportunità per le aziende di raccontarsi, in modo che la distanza si accorci». Uno spazio insomma che si fa meno esteso utilizzando la fotografia, l’atto fulmineo che cattura un istante immortalandolo per sempre, per narrare in breve l’evoluzione di trenta aziende.

La mostra è una delle iniziative con cui Confindustria ha scelto di festeggiare il 70esimo anniversario dalla sua fondazione lasciando la parola a chi lavora all’interno delle imprese. Le stesse persone che crederanno nel progresso nei momenti migliori e combatteranno insieme per affrontare quelli di crisi sono forse le medesime raffigurate in alcune fotografie. Ma troviamo anche immagini di luoghi aziendali: foto come quelle soprastanti la targa Setramar ci raccontano la quotidianità di chi frequenta quest’azienda come lavoratore.

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