No alla terza offerta del negoziatore L’operaio licenziato resta sul tetto FOTO

Venti ore in cima alla sede della Lubbers: un autista di 55 anni rivuole il posto. L’azienda offre soldi. Posizionato il cuscino d’aria a terra

Per lasciare il tetto della Lubbers, in via Zanardelli a Ravenna, vuole riavere il suo posto di lavoro come autista per la ditta olandese di logistica che in Italia ha l’unica sede nella zona artigianale Bassette dal 2008: dalla notte tra il 7 e l’8 settembe un 55enne albanese tiene sotto scacco l’azienda e la macchina dei soccorsi minacciando di gettarsi nel vuoto da un altezza di una decina di metri se non otterrà quanto richiesto. Sono ormai più di venti le ore passate in cima al magazzino durante le quali per tre volte un negoziatore arrivato da Bologna è salito con l’autoscala dei pompieri per condurre le trattative per conto dell’azienda ricevendo un secco rifiuto. Dopo il fallimento del terzo tentativo, verso le 19 di martedì si è deciso di posizionare il cuscino d’aria ai piedi del cornicione. Al calare del buio l’uomo era ancora seduto all’angolo dell’edificio.

La macchina dei soccorsi lascia trapelare pochissimi dettagli sulla vicenda e sulle trattative condotte per arrivare alla soluzione. Secondo quanto si apprende tutto ruoterebbe attorno ad alcuni dissidi che vanno avanti da tempo tra l’azienda e il lavoratore, in particolare sembrerebbe attorno alle ore lavorate e ai riposi. Dissidi che avrebbero portato anche ad alcuni scontri più accesi con conseguenti provvedimenti disciplinari poi sfociati nel licenziamento arrivato alla fine di luglio.

La richiesta principale del lavoratore sarebbe la riconquista del posto di lavoro: una professione che amava e dalla quale riusciva ad avere un’entrata economica sufficiente per il tenore di vita della famiglia. L’azienda non intende cedere su questo punto e avrebbe rilanciato con un risarcimento di alcune mensilità, tentando di chiudere una trattativa che possa evitare anche eventuali strascichi in tribunale davanti al giudici del lavoro.

Non è ancora chiaro come l’uomo (sposato con due figli) sia salito lassù. Ad accorgersi della sua presenza sono stati i primi dipendenti arrivati in sede verso le 7.40 e il 55enne era già lassù: il magazzino non ha accessi interni al tetto e nemmeno il magazzino adiacente. L’ipotesi è che possa essere stato aiutato da un amico nottetempo (non ci sono telecamere di videosorveglianza all’esterno).

Sul posto nel corso della spasmodica giornata si sono susseguite varie autorità e rappresentanti delle anime in campo, oltre ovviamente al personale medico del 118 in caso di emergenza, i carabinieri e i vigili del fuoco. I militari hanno chiesto la presenza dei sindacalisti Cgil che avevano preso in carico la vicenda dell’uomo, l’avvocato che segue il lavoratore, la moglie e la figlia, i rappresentanti della Cna che seguono l’azienda per le pratiche burocratiche. Sul posto anche il sindaco Fabrizio Matteucci.

Qualche attimo di tensione in serata verso le 21.30 quando i carabinieri hanno deciso di allontanare ogni presenza nei pressi dello stabilimento tenendo a distanza anche la moglie che ha reagito dimenandosi e urlando per superare il cordone dei militari.

[AGGIORNAMENTO] L’autista è sceso dal tetto poco dopo mezzanotte, vedi articoli correlati.

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