La biblioteca di Morigia, la mostra sull’architetto della tomba di Dante

Alla Classense fino a gennaio

Per rendere omaggio a Dante Alighieri nel 750° anniversario della sua nascita, la Biblioteca Classense e l’Opera di Dante hanno organizzato un’esposizione biografica d’eccezione: “La biblioteca dell’architetto Camillo Morigia. I libri, le incisioni, i disegni all’origine del progetto architettonico del sepolcro dantesco”. La mostra, curata da Claudia Giuliani, Donatino Domini e Alberto Giorgio Cassani, inaugura sabato 12 settembre, alle ore 17.30, alla Sala Muratori della Biblioteca Classense; sarà visitabile gratuitamente fino al 5 gennaio nell’Aula Magna dell’antica biblioteca camaldolese, dal martedì al sabato, dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17, con apertura straordinaria domenica 13 settembre, dalle 14 alle 17, in occasione del 694° annuale della morte del poeta (chiuso lunedì e festivi).

Nato nel lontano 1743, Camillo Morigia fu uno dei più noti e operosi architetti ravennati del secolo dei Lumi. Il suo stile raffinato e allo stesso tempo modesto è ammirabile in diversi luoghi di Ravenna, come le facciate della Chiesa di Santa Maria in Porto e del Palazzo dell’Orologio in Piazza del Popolo, entrambe realizzate secondo i canoni artistici del gusto neoclassico, all’epoca di moda.

Tuttavia, l’opera alla quale l’architetto deve la maggior parte della sua fama è il celebre Sepolcro dantesco: realizzato fra il 1780 e il 1782 su commissione e a spese dell’allora cardinale legato Luigi Valenti Gonzaga, il monumento costituiva in un semplice e nobile tempietto, volto a commemorare il luogo deputato alla sepoltura del sommo poeta, fino ad allora lasciato in uno stato di totale abbandono e deprecato dai turisti sia italiani che stranieri. Secondo il volere del Morigia, all’interno si mantenne l’originaria scultura quattrocentesca di Pietro Lombardo, sotto la quale si trova ancora oggi l’arca sepolcrale, con inciso sul fronte l’epitaffio del poeta Bernardo Canaccio, risalente al 1327. L’atmosfera è riscaldata da una lampada votiva perennemente accesa realizzata dall’artista triestino Giovanni Mayer, il cui olio viene donato ogni anno da Firenze durante la commemorazione della morte del poeta.

La fortuna della Tomba dantesca firmata dal Morigia tramontò nel XIX secolo in contrapposizione all’aumentare del culto del poeta esule: per l’occasione del centenario del 1921, si sentì infatti l’esigenza di rinnovare il tempietto, al quale vennero apportati rimaneggiamenti e modifiche che ne mutarono l’aspetto originario in quello tuttora ammirabile.

Nella mostra allestita alla Classense dedicata al Morigia si potrà nuovamente contemplare la forma primigenia del Sepolcro dantesco così come la volle l’architetto ravennate, riportata alla luce grazie ai disegni progettuali e alle prime immagini a stampa ritraenti uno dei monumenti più amati e visitati della città.
Del percorso espositivo fanno anche parte alcuni dei 1400 volumi della biblioteca morigiana, gli strumenti del mestiere usati dall’architetto stesso e una preziosa collezione di grafica e medaglie: l’ampio patrimonio, donato alla morte del Morigia – nel 1795 – all’antica biblioteca camaldolese, costituisce un’importante documentazione dell’intera storia dell’architettura occidentale.

Dalla biblioteca del Morigia al Sepolcro dantesco, dai suoi studi giovanili alla pratica e al progetto architettonico: la mostra biografica propone un percorso di lettura approfondito, studiato per rendere omaggio da un lato all’anniversario della nascita del poeta Dante Alighieri, dall’altro a una delle più importanti raccolte specialistiche, librarie e non solo, custodite dalla Classense.

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