Spiaggia senza plastica, nel 2020 anche a Ravenna un’ordinanza del Comune?

Stabilimenti e Amministrazione d’accordo nell’avviare un confronto che possa portare a pratiche virtuose. L’assessore: «Penso a eventi per sensibilizzare sul tema»

Plastic Pollution SeaNon c’è nemmeno voluta Greta per scuotere le coscienze su questo tema: da tempo si stanno moltiplicando iniziative e azioni politiche perché la plastica, soprattutto in mare, fa male a tutti. Non solo a chi il mare lo abita, ma anche a chi lo frequenta magari come turista. Dunque, ecco che sono diverse le località che già da quest’anno hanno emanato ordinanze per vietare la plastica in spiaggia, dalla Puglia fino alla vicina Rimini. E a Ravenna cosa si sta muovendo?

«A Rimini – spiega l’assessore al Turismo del Comune di Ravenna, Giacomo Costantini – hanno i chiringuiti (piccoli chioschi, ndr) in mezzo alla spiaggia e hanno vietato loro di usare i bicchieri di plastica. Da noi la situazione è diversa. A breve ci sarà un incontro con Hera e le associazioni di categoria per condividere idee e progetti. Vorrei evitare la demogagia. Per questo l’amministrazione lavora su vari fronti per sensibilizzare tutti sul tema, coinvolgendo naturalmente l’assessorato all’Ambiente e anche quello alle Attività produttive. Ci stiamo ragionando, anche perché noi abbiamo già in vigore un’ordinanza antivetro e le due questioni non devono entrare in contrasto o contraddizione. Sicuramente dobbiamo continuare a lavorare fin da subito per aumentare la differenziata ed evitare la dispersione della plastica in spiaggia, anche se dobbiamo tenere conto che il problema delle plastiche in mare non nasce per forza qui, ma ha a che fare con i fiumi, le navi e altri fattori. Ciò non toglie che sono favorevole a iniziative simboliche forti che facciano riflettere, per esempio penso a una notte d’oro d’ottobre senza plastica  e anche a giornate di aperitivi o “happy hour” in spiaggia concordati e completamente plastic free. Sarà questa una delle proposte che porterò al tavolo».

Un tavolo cui siederà naturalmente Maurizio Rustignoli, presidente della cooperative Spiagge che riunisce oltre duecento stabilimenti balneari e in sintonia con l’Amministrazione. «Noi bagnini viviamo della bellezza e della salute del mare e dell’ambiente e quindi siamo due volte sensibili a questo tema e siamo pronti a iniziare un percorso per arrivare magari a un’ordinanza, ma non in questa stagione. Prima bisogna capire bene anche le condizioni di mercato, i prodotti alternativi alla plastica che possono essere utilizzati e che siano completamente compostabili e che già in parte esistono e molti di noi usano. Ma come eliminare, per esempio, le bottigliette d’acqua? Anche in questo caso ce ne sono di completamente compostabili, ma più costose. O possiamo immaginare di riempire le borracce di alluminio dei clienti? Perché ovviamente c’è anche un elemento di abitudine e sensibilizzazione generale». Il tema dei costi non è secondario, spesso i materiali più ecocompatibili sono anche i più onerosi. «È così, e credo sarà il caso di ragionare se a fronte di una maggiore spesa del gestore che però produrrà meno rifiuti, si possa pensare a una riduzione della tariffa dei rifiuti.  Intanto, da subito possiamo e dobbiamo sicuramente aumentare la differenziata. Tanto abbiamo fatto, ma si può fare di più».

A lanciare per prima l’idea di una spiaggia plastic free anche a Ravenna è stata una forza di maggioranza: Mdp-Articolo 1, la stessa peraltro di cui fa parte proprio l’assessore all’Ambiente Gianadrea Baroncini, che abbiamo interpellato: «Non mi interessa tanto la formula amministrativa ma credo che sulla plastica in spiaggia si possa fare qualcosa che non vada a interferire con programmazioni e attività degli stabilimenti e che consenta di dimostrare quanto, operatori per primi, tutti teniamo alla salvaguardia delle nostre ricchezze naturali ed ambientali. Dai ragazzi del “Friday for future” alla generalità dei fruitori della spiaggia, i tempi sono maturi per fare scelte e progetti coraggiosi anche anticipando gli obblighi di legge che fissano comunque al 2021 passi avanti importanti».

Intanto, come si diceva, sul fronte plastica, al di là delle spiagge, il Comune sta mettendo da tempo in atto politiche di educazione ambientale e riduzione dello scarto. Un aspetto questo non da sottovalutare: un report di Hera dice che su 370 kg di raccolta differenziata pro capite media, a livello di gruppo, la plastica è pari a 28 kg per abitante. I dati della stessa multiutility dicono che nel 2017 in provincia di Ravenna la plastica differenziata è stata 5.968 tonnellate e per il 2018 si stima una crescita fino a 6.500 tonnellate. «Da anni siamo impegnati – conferma Baroncini – in progetti di prevenzione e anche di costruzione di una cultura diffusa in termini di cura del territorio e recupero di rifiuti abbandonati. Nascono così i progetti come “Riciclandino”, “Ambasciatori contro il littering”, “Sprechetti in circolo” in cui sono state impegnate tutte le scuole di Ravenna. Molte delle iniziative che promuoviamo sono sempre più plastic free. Grazie a un bando regionale sulla partecipazione e in supporto a Hera, è in corso un progetto partecipato rivolto esclusivamente agli esercenti che fanno somministrazione per ragionare insieme sulle molte questioni legate a tali attività: penso alla plastica monouso (bicchieri e cannucce), penso alla lotta agli sprechi alimentari, all’incentivazione di una sempre migliore raccolta differenziata e al tema dell’utilizzo di acqua di rete in caraffa e vuoto a rendere. Al termine delle attività usciranno schemi di lavoro e “buone pratiche” da condividere e da utilizzare come base per protocolli volontari e ordinanze».

In un’ottica di riduzione dei rifiuti si può pensare anche la campagna “acqua del Sindaco” sull’ utilizzo nelle scuole di acqua del rubinetto e conseguente abbattimento di plastica da bottigliette. Sul territorio le “Casette dell’acqua” sono 9 e, assicura Baroncini, presto ne arriveranno altre: oltre a tutela della risorsa idrica consentono anche riduzione plastica. Del resto il Comune ha aderito alla campagna “Plastic Free Challenge” del ministero dell’Ambiente che incentiva le amministrazioni ad avere un approcio sostenibile nelle proprie sedi ed attività. E dal 2010, da quanto Palazzo Merlato si fregia del marchio di certificazione ambientale Emas, l’Amministrazione fa particolare attenzione ad acquisti verdi e impatti ambientali. «Sul fronte del recupero – aggiunge l’assessore – oltre all’avvio degli importantissimi progetti di raccolta rifiuti “porta a porta” che coinvolgeranno tutto il forese, collaboriamo a frequenti giornate di pulizie che le molte associazioni attente a questo tema, Legambiente in primis, organizzano durante l’anno con particolare attenzione a spiagge, pinete e argini dei fiumi. In generale siamo attenti anche alle scelte di Comuni vicini e lontani».

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