Cittadini digitali si diventa: laboratori per docenti, studenti e genitori

Due percorsi di formazione e educazione promossi dalle amministrazioni locali a Ravenna e Faenza

La crescita delle tecnologie digitali porta con sé una nuova dimensione etica e sociale – la cittadinanza digitale – che aggiorna e integra ulteriormente i contenuti dell’Educazione civica, coinvolgendo la scuola e innovandone il ruolo chiave nella formazione di futuri cittadini e cittadine. Su questo tema l’assessorato alla Pubblica istruzione e Infanzia del Comune di Ravenna e il servizio Informagiovani della Romagna faentina, con il supporto dell’associazione Psichedigitale e del professore Elvis Mazzoni dell’Università di Bologna esperto di tecnologie digitali, lanciano due percorsi distinti rivolti allo stesso pubblico e con le stesse finalità. Formare studenti, docenti e genitori sull’uso più corretto delle nuove tecnologie.

A Ravenna l’azione culturale, informativa e di sensibilizzazione parte dai nidi d’infanzia alle secondarie di primo grado, per sostenere alunni e alunne, studenti e studentesse, ma anche famiglie e insegnanti, per un uso consapevole delle Rete. Il progetto è articolato in più azioni e progetti.

Con gli istituti comprensivi statali e paritari verrà realizzato un percorso gratuito curato da Arci in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali dell’Università di Urbino. Più di mille studenti e studentesse di 45 classi delle scuole secondarie di primo grado del territorio comunale che hanno aderito, saranno coinvolti in laboratori. Sono previsti incontri anche con le famiglie, creando momenti dialogati, dove fornire conoscenze, esplicitare paure, dubbi sul possesso e l’uso delle tecnologie digitali, vedere quale approccio può essere più utile per entrare in comunicazione con figli e figlie adolescenti e trovare terreni di negoziazione.

Il secondo progetto è in collaborazione con il dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna e si rivolge a studenti, studentesse e genitori in particolare di due istituti comprensivi, Damiano e San Pietro in Vincoli, e costituirà un ambito di ricerca e innovazione. Gli grazie interventi formativi saranno portati avanti su temi strategici: protezione dei dati personali, la Carta dei diritti in internet, protezione dell’immagine e diritto d’autore in rete, la legge sul cyber-bullismo, fake news. Seguiranno laboratori partecipati finalizzati alla stesura di una bozza di regolamento scolastico per l’uso critico delle tecnologie.

Infine i gruppi Whatsapp dei genitori, strumento utile ma non privo di criticità. Nell’ambito del programma dell’Agenda digitale locale il Comune insieme alla cooperativa sociale Villaggio Globale, già a partire dal 2017, hanno scelto di collaborare con i genitori e gli insegnanti delle scuole dell’infanzia che utilizzano questi strumenti, per stabilire insieme i suggerimenti utili a un migliore utilizzo. Il progetto è stato esteso anche ai nidi comunali e, da quest’anno, sperimentalmente a due scuole primarie, Randi e San Pietro in Vincoli. Il progetto prevede la formazione di moderatori delle chat di sezione e la stesura di vademecum d’uso per sostenere la comunicazione e la collaborazione scuola-famiglia e fra famiglie.

A Faenza invece è in programma un ciclo di lezioni e laboratori tra febbraio e marzo con il coinvolgimento di venticinque classi prime e otto terze della scuola secondaria di primo grado (scuole medie) della Romagna Faentina, per un totale di 813 alunni. Si tratta di un’offerta formativa qualificata resa possibile grazie al finanziamento della Regione Emilia-Romagna per le Politiche Giovanili. I temi cruciali sono il cyberbullismo, la promozione di un utilizzo consapevole dei linguaggi digitali, il riconoscimento delle fake news, la promozione di una digital reputation consapevole, la prevenzione sui temi legati a comportamenti devianti nell’utilizzo dei linguaggi digitali. Lo scopo è rendere ragazze e ragazzi più forti e responsabili nel loro agire attraverso il web, sia dal punto di vista sociale che culturale nell’era dei social.

La proposta progettuale e la metodologia di lavoro, messe a punto e condivise direttamente con gli Istituti Comprensivi, prevede una presentazione al corpo docenti, tre incontri di due ore in classe, tre ore, sempre all’interno della propria classe, in cui ragazzi e le ragazze si attivano come “peer educators” (educatori alla pari) per proporre le attività progettate e, infine, due ore di incontro serale assieme ai genitori di sensibilizzazione sul tema e restituzione del percorso svolto con i ragazzi.

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