giovedì
04 Settembre 2025

I “disobbedienti” di Faenza: lezioni in presenza all’aperto tutti i giorni al liceo

Continua la protesta dopo l’ulteriore rinvio deciso dalla Regione Emilia-Romagna

Priorita Scuola FaenzaDopo l’annuncio del rinvio dell’apertura delle scuole superiori in presenza anche in Emilia-Romagna, riprendono le mobilitazioni in diverse città italiane, tra cui Faenza, dove è attivo un comitato locale di “Priorità alla scuola”, l’organizzazione che sta organizzando le proteste contro la Didattica a Distanza.

«Non si può tenere aperto tutto, mentre la scuola resta sempre chiusa – si legge in una nota –, da ormai un anno. Il comitato “Priorità alla Scuola” chiede che la scuola sia finanziata perché possa avere più spazi, più personale, per riaprire le infermerie, per fare uno screening sanitario regolare della comunità scolastica, per inserire, come categoria prioritaria, il personale scolastico ad alto rischio nella fase 1 dell’agenda vaccinale».

A Faenza l’appuntamento è tutti i giorni dall’11 al 23 gennaio, dalle ore 8 alle 12.45, con lezioni in presenza all’aperto (e comunque anche in Dad per gli allievi che non saranno presenti) dei docenti del Liceo Torricelli Ballardini di Faenza, via Santa Maria dell’Angelo 48. Tra cui la professoressa che nei giorni scorsi ha protestato “occupando” il proprio istituto, dormendoci per una notte.

Domenica, sempre a Faenza, sono scesi in strada anche i genitori, chiedendo il ritorno delle lezioni in presenza.

Covid in provincia: 163 nuovi casi. Nell’ultimo mese una media di 8 morti al giorno

Il totale delle positività si avvicina a 15mila: il 70 percento negli ultimi 60 giorni. In regione 65mila persone vaccinate

Test Sierologici OptSi registrano 163 nuove diagnosi di contagio da coronavirus in provincia di Ravenna oggi, 10 gennaio. Il tasso di positività sui tamponi eseguiti è del 10 percento, in linea con la media dell’ultimo mese (le giornate più basse sono state al 4,7 e le più alte al 22,4). I sintomatici dei casi odierni sono il 55 percento, anche questo un dato che si allinea all’ultimo periodo.

Si chiude così una settimana da 1.139 nuove positività totali, di poco inferiori a quelle tra il 28 dicembre e il 3 gennaio. In totale i casi di Covid in provincia sono 14.619, il primo fu individuato undici mesi fa: è significativo sottolineare che il 70 percento del totale è concentrato negli ultimi sessanta giorni.

Le comunicazioni fornite dalla Regione oggi parlano anche di dieci decessi, tre uomini e sette donne con età comprese fra 52 e 98 anni. Non sono tutte morti arrivate nelle precedenti 24 ore ma resta massiccia la concentrazione nell’ultimo periodo: una media di 8 morti al giorno da trenta giorni a questa parte. Il totale provinciale arriva a 589.

Dato in calo è quello dei ricoverati nei tre reparti di terapia intensiva in provincia di Ravenna: oggi sono 17, il minimo toccato nell’ultimo mese. In questo caso però va ricordato che il numero cala anche in caso di decessi e le statistiche locali parlano di un 50 percento per chi arriva in Rianimazione con il Covid.

Sono state inoltre comunicate 50 guarigioni. Sommando tutte le comunicazioni divulgate dalla Provincia, i guariti sono ormai il 65 percento degli infetti.

La panoramica regionale dice che dall’inizio dell’epidemia da coronavirus in Emilia-Romagna si sono registrati 190.892 casi di positività, 2.193 in più rispetto a ieri, su un totale di 10.206 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è quindi del 21,4%, un dato in linea con gli altri giorni festivi, quando i tamponi vengono effettuati nei casi maggiormente necessari, in presenza di sintomi o situazioni nelle quali l’esito positivo è spesso atteso, e che quindi non si può considerare indicativo di una tendenza.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, in questa prima fase riguardante il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani. Alle 14.30 sono state vaccinate oltre 65.600: più di 4mila le somministrazioni oggi a quell’ora, tendendo presente che le aziende sanitarie proseguono per l’intera giornata, fino a sera.

La situazione dei nuovi contagi odierni per provincia vede Bologna con 446 casi, Modena con 393, Reggio Emilia con 300 casi e a seguire Rimini (248), Ravenna (163), Ferrara (161); Piacenza (144), Cesena (110), e poi Forlì (77), Parma (73) e il circondario di Imola (78).

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 593 in più rispetto a ieri e salgono così a quota 122.647.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 59.908 (+1.542 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 56.966 (+1.519), il 95% del totale dei casi attivi.

Si registrano 58 nuovi decessi: in totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in Emilia-Romagna sono stati 8.337.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 237 ( 3 in meno rispetto a ieri), 2.705 quelli negli altri reparti Covid (+ 26).

Promozione Palio, la Lega accusa: «Dal Comune fondi agli amici». La replica

Il Carroccio critica la tempistica di un solo giorno con cui una determina dirigenziale ha scelto la proposta arrivata da un collaboratore del sindaco Isola in campagna elettorale

Palio NiballoAttorno al Palio del Niballo si sta consumando uno scontro fra Lega e amministrazione comunale a Faenza. Il Carroccio mette in fila le date e accusa il Comune di aver usato la promozione dell’evento per elargire fondi agli amici, nello specifico a uno degli uomini che ha curato la campagna elettorale di Massimo Isola. Gli uffici comunali respingono le accuse con generiche spiegazioni e sorvolano sui dettagli evidenziati dall’opposizione.

Tutto comincia con una nota inviata alla stampa dalla Lega: «Sorprende, ma non tanto, che dopo nemmeno due mesi dall’elezione, il Comune di Faenza abbia affidato direttamente a Tommaso Cappelli, collaboratore del senatore Stefano Collina nonché collaboratore in campagna elettorale di Massimo Isola, il servizio di redazione dei testi, contenuti per le produzioni audio, video e web per un progetto relativo al fondo nazionale per la rievocazione storica. Un impegno di cinquemila euro per l’affidamento della promozione delle manifestazioni del Palio». La Lega trova anomala la tempistica: «L’offerta è stata presentata il 9 novembre 2020 e il giorno successivo è arrivata la determina della dirigente del settore Cultura. Un dubbio ci pervade: che sia una mancia per l’impegno in campagna elettorale? Una determina, quasi frettolosa, in un momento, fra l’altro, dove le manifestazioni sono ferme e non si ha certezza che si possano svolgere».

La replica arriva, a stretto giro di posta, da Benedetta Diamanti, dirigente comunale e coordinatrice organizzativa del Palio: «Il progetto a cui si fa riferimento è stato giudicato il migliore a livello nazionale su 114 progetti presentati nell’ambito del bando nazionale per le rievocazioni storiche promosso dal Ministero per i beni culturali, aggiudicandosi un finanziamento di quasi 68mila euro. Un motivo d’orgoglio per il Comune di Faenza e per tutto il mondo del Palio, un’idea e un lavoro capace di superare manifestazioni più blasonate e di sviluppare attività di valorizzazione del Palio in un anno in cui purtroppo le manifestazioni erano ferme causa il covid e di dare ossigeno economico ai rioni». E anche sulla rapidità dei tempi c’è una spiegazione secondo Diamanti: «Tempi strettissimi di attuazione causa la tempistica definita a livello ministeriale. Le normative consentono, entro piccole soglie economiche, di coinvolgere direttamente nella massima trasparenza realtà associative e alcuni professionisti, già conosciuti per le loro competenze nei diversi ambiti di azione che dovevano essere garantiti. Visto il risultato ottenuto difficile contestare che non sia stata la scelta opportuna».

«Sono cambiati gli orari della farmacia ospedaliera ma l’Ausl non ha informato»

Il consigliere comunale Ancisi (Lpr) segnala il disguido per il servizio di via Missiroli: chiusura anticipata dalle 17 alle 16.30 e diversi pazienti si sono trovati con la porta chiusa senza che ci fossero comunicazioni nei siti istituzionali

Attachment (3)La farmacia dell’ospedale di Ravenna anticipa la chiusura di mezzora ma per dieci giorni non è stata data alcuna comunicazione e diversi pazienti si sono trovati davanti alla porta chiusa. Dal 9 gennaio i nuovi orari corretti sono stati inseriti sul sito dell’Ausl. È la segnalazione che arriva da Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lista per Ravenna.

Il decano dell’opposizione ha presentato un’interrogazione al sindaco perché si interfacci con l’Ausl: «Non si nuove enfatizzare un disguido per quanto spiacevole, anche perché successo in un servizio complesso, gestito al meglio, se mai collocato in un sito sacrificato. Ne traggo spunto per rappresentare la necessità che, specialmente per le attività che attengono alla salute delle persone, si ponga la massima attenzione all’informazione pubblica. Non mancano oggi gli strumenti perché sia tempestiva, celere e capillare, potendo disporre di mezzi e di programmi digitali che costano pochissimo e impegnano minimamente il personale».

La farmacia ospedaliera di via Missiroli viene utilizzata dall’Ausl per la distribuzione diretta gratuita delle prestazioni e dei prodotti farmaceutici destinati al consumo al domicilio, erogati alla dimissione da un ricovero o a seguito di propria visita specialistica limitatamente al primo ciclo terapeutico completo, ai pazienti cronici soggetti a piani terapeutici o presi in carico e ai pazienti in assistenza domiciliare, residenziale o semiresidenziale. Il servizio è rivolto anche alle persone che si trovano in una situazione di forte disagio sociale per i farmaci di fascia C, solitamente a totale carico degli utenti. «L’importanza e l’estensione del servizio sono tali che impegnano il 16 percento dell’intera spesa farmaceutica della Regione Emilia-Romagna».

La Pigna: «Guasto al riscaldamento, piscina comunale chiusa di nuovo»

La lista civica rende nota la comunicazione inviata dal gestore alle società sportive

IMG 5463La piscina comunale di Ravenna sarà chiusa al pubblico per un guasto all’impianto di riscaldamento da oggi, 9 gennaio, al termine dei lavori. Lo rende noto la lista civica Pigna che ha diffuso la nota inviata solamente ieri dal gestore dell’impianto di via Falconieri alle società sportive. Non si fanno stime sulla durata dell’intervento e quindi dell’interruzione del servizio: «Sarà mia cura – scrive il direttore della società Pool 4.0 – tenervi aggiornati sulle tempistiche di risoluzione del problema appena le aziende che interverranno mi comunicheranno i tempi di risoluzione dei problemi». La chiusura attuale arriva a distanza di pochi giorni da un episodio simile per un altro guasto tecnico. E dall’inizio di gennaio la temperatura delle acque sarebbe anche più bassa del normale. Le cattive condizioni della “Gambi” tornano quindi di attualità.

La Pigna ricorda che la società che gestisce attualmente la piscina è stata costituita in tempi recenti: il 49 percento è in mano a chi fino a pochi mesi fa era il direttore commerciale del precedente gestore, il socio di maggioranza è Arco Lavori che circa due anni fa presentò un progetto di rifacimento della piscina. Il progetto ottenne il parere favorevole della giunta comunale che poi fece dietrofront dopo il parere critico espresso dalla Federazione nuoto. In seguito venne annunciato un secondo progetto da parte di altri promotori. Dal Comune non sono state forniti recenti comunicazioni sull’iter.

«La Pool 4.0 – scrive Veronica Verlicchi, consigliera comunale della Pigna – continua a giovare di proroghe per la gestione da parte dell’amministrazione De Pascale, mentre lo stesso Sindaco aveva dichiarato che entro maggio 2019 avrebbe portato in Consiglio comunale una nuova soluzione per la piscina». A R&D dichiaro che avrebbe voluto aprire il cantiere a primavera 2021. Intanto nuotatori e società sportive continuano a subire costanti disagi.

Dubbi su norme anti-Covid, le coop replicano a Cgil: «Servizio essenziale nelle Cra»

Comunicato congiunto delle tre centrali cooperative dopo l’allarme del sindacato partendo dal dato della maggioranza dei nuovi contagi in case per anziani «in strutture rivolte al profitto»

Anziana Deambulatore«Le cooperative sociali svolgono un pubblico servizio essenziale, riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna, finanziato in gran parte con risorse pubbliche, accreditati, convenzionati e quindi controllati dall’ente pubblico». Le centrali Agci, Confcooperative e Legacoop ritengono «offensiva e scorretta la posizione espressa da Cgil» che ha lanciato un allarme per i livelli di sicurezza anti-Covid nelle Cra gestite da coop sociali e privati. La preoccupazione del sindacato parte dal dato: nella seconda ondata la maggior parte dei circa 460 contagi negli ospizi si è verificata in strutture gestite da privati «e orientate al profitto». In merito al dato numerico, la nota congiunta delle centrali cooperative non contiene smentite. Così come non ci sono replico in riferimento al caso di una struttura in cui il personale, secondo la Cgil, era costretto a lavare a casa le divise da lavoro.

L’atteggiamento adottato dalla Funzione Pubblica della Cgil, secondo i rappresentanti delle coop, è contrario allo spirito di collaborazione che dovrebbe animare soprattutto in questo periodo le diverse parti.

«Sin dall’inizio dell’emergenza – si legge nella replica – le cooperative sociali sono state impegnate nel difficoltoso approvvigionamento di Dpi da fornire al personale che operava nei servizi e che hanno sempre garantito nella piena osservanza dei protocolli sanitari, nonostante le difficoltà di reperimento, con costi aggiuntivi considerevoli e che ancora oggi sono in attesa di rimborso. Minare la credibilità di tutto un sistema e delle persone che vi lavorano generalizzando false accuse di carenze e pratiche scorrette è ingiusto e pericoloso».

L’auspicio delle centrali è di avere, anche da parte di Cgil, «un contributo alla collaborazione, che privilegi il dialogo e il confronto e chiediamo altrettanto impegno di tutti i sindacati nel sollecitare gli Enti pubblici circa l’utilizzo di tutti gli strumenti che il Governo e la Regione Emilia Romagna hanno messo a disposizione, riconoscendo al movimento cooperativo un ruolo fondamentale nella gestione dei servizi di welfare a partire dal ristoro tempestivo delle cooperative per i maggiori costi sostenuti per i DPI, al riconoscimento degli aumenti contrattuali e dei costi straordinari di gestione, ai posti lasciati vuoti che generano perdite costanti, a gare d’appalto con basi d’asta congrue e che non premino i ribassi sui prezzi ma la qualità. Tutto nella prospettiva di un sistema di servizi che promuova il lavoro, le condizioni salariali, la sicurezza e la qualità dei servizi».

Guidava contromano, anziano resta un’ora in auto per non consegnare i documenti

Un uomo di 78 anni non si è fermato all’alt sulla via Emilia e poi non voleva abbassare il finestrino: multato e denunciato per resistenza a pubblico ufficiale

Pexels Photo 543605Viaggiava contromano lungo la via Emilia a Faenza e quando la polizia locale lo ha fermato c’è voluta un’ora di trattative per convincerlo ad abbassare il finestrino e consegnare i documenti. Un 78enne di Imola è stato sanzionato per guida contromano e denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. È successo nei primi giorni del 2021 ma l’episodio è stato reso noto solamente oggi, 9 gennaio, dalla polizia locale faentina.

Alcuni automobilisti avevano segnalato la vettura e una pattuglia ha raggiunto l’anziano al volante. Alla vista delle divise, l’uomo ha ignorato l’alt: l’inseguimento si è concluso qualche chilometro dopo. Ma a quel punto c’è voluta una buona dose di pazienza e tanta buona volontà da parte dei vigili per riuscire a convincere l’uomo.

Nei primi otto giorni del 2021 un centinaio di persone e mezzi sono stati controllati nel corso dei servizi messi in campo dal comando della polizia locale dell’Unione della Romagna faentina per garantire la sicurezza urbana. Nel corso di questi controlli, due persone sono state pizzicate al parco Mita in possesso di sostanze stupefacenti. Entrambe sono state segnalate alla Prefettura come assuntori, mentre l’hashish di cui erano in possesso è stato sequestrato. Una persona straniera, controllata in centro, è risultata non essere in regola con i documenti per il soggiorno sul territorio dello Stato italiano. Per lui è partita la segnalazione alla questura di Ravenna per l’avvio delle pratiche per l’espulsione. Uno straniero è stato controllato nell’area sosta dell’ospedale manfredo. L’uomo, risultato recidivo, è stato denunciato.

A Faenza il Comune offre gli spazi della fiera per un punto vaccinazioni

Un sopralluogo dei tecnici ha verificato l’idoneità del centro. Ora si attende la decisione dell’Ausl

137323630 220888139713037 2041217066331836589 OIl Comune di Faenza ha dato disponibilità per l’utilizzo del centro fieristico di via Risorgimento come punto vaccinazioni anti-Covid. Sarebbe il second in provincia dopo il Pala De Andrè di Ravenna. Da un sopralluogo con i medici dell’Ausl è emerso che gli spazi risultano idonei, spetta ora alle autorità sanitarie prendere la decisione.

137322575 220888156379702 4285265144404078267 OIl sindaco Massimo Isola da Facebook fa sapere che una volta avuto l’ok si potrebbe partire in pochi giorni: «Mi auguro per il bene dei faentini e dei residenti nella Romagna faentina che ci venga data questa possibilità per contribuire a vaccinare la più ampia fetta di popolazione nel più breve tempo possibile».

Covid, il vescovo: «Cerchiamo altre cure grazie all’intelligenza che ci ha dato Dio»

Monsignor Ghizzoni ha celebrato in duomo a Ravenna una messa in ricordo di tutte le vittime del coronavirus: in provincia sono state più di 564 nei dieci mesi dall’inizio della pandemia all’8 gennaio

SANTA MESSA PER VITTIME COVID VESCOVO LORENZZO GHIZZONI DUOMO RAVENNA

Pubblichiamo di seguito il testo integrale dell’omelia pronunciata dal vescovo di Ravenna, Lorenzo Ghizzoni, in occasione della messa celebrata in duomo l’8 gennaio in ricordo di tutte le vittime del Covid. Il primo caso di contagio in provincia venne diagnosticato a fine febbraio del 2020: da allora i contagi hanno superato i 14mila casi, di cui 564 sono morti e circa diecimila sono guariti.

Celebriamo una messa per tanti nostri fratelli e sorelle che sono stati colpiti del virus Covid 19 e il loro fisico non ha resistito. Alcuni sono noti a tanti, altri sono conosciuti solo dai parenti e dagli amici più stretti. Vogliamo ricordare tutti e vogliamo celebrare una liturgia di memoria e di raccomandazione al Signore della vita e della risurrezione, soprattutto perché almeno una parte di loro non hanno potuto ricevere né i sacramenti, né un accompagnamento personale da parte dei loro cari nell’ultima ora, né si è potuto decidere il modo del funerale, come avviene nei tempi normali. Per molti è stata una tristezza che si è aggiunta al dolore della perdita e della morte.

Ma il Signore che vede tutto e continua sempre ad amare i suoi figli, siamo sicuri che avrà dato loro la giusta ricompensa per il bene che hanno compiuto in vita, e avrà risposto alle loro preghiere esplicite o mute degli ultimi giorni, con un amore ancora più intenso, vista la sofferenza che hanno dovuto sopportare a causa della malattia. Ricordiamo tanti passi del Vangelo dove Gesù si avvicina con un amore preferenziale ai malati, con vera compassione, e di fronte alla loro preghiera o a un atto di fede, risponde sempre, con una guarigione del corpo e soprattutto dell’anima, perché la sua missione è liberare l’umanità da tutto il male, ma specialmente dai mali del cuore e dello spirito. “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò riposo” (Mt 11,28).

SANTA MESSA PER VITTIME COVID VESCOVO LORENZZO GHIZZONI DUOMO RAVENNAChi più è nella sofferenza, più è amato dal Signore. Stare vicino ai sofferenti e curarli, è stare vicino anche a Lui, che si è sempre identificato con loro: “Quello che avrete fatto a uno dei miei fratelli più piccoli lo avrete fatto a me”. (Mt 25) La cura verso il malato, il carcerato, lo straniero, verso i poveri di ogni tipo, dice il Vangelo di Matteo nel racconto del giudizio finale, sarà il metro su cui saremo giudicati tutti, credenti e non credenti, perché lì si vede se abbiamo osservato il grande comandamento dell’amore del prossimo, quello che li riassume tutti.

Lo abbiamo sentito proclamare nella prima lettura stasera: carissimi amiamoci gli uni gli altri perché l’amore è da Dio. Chi ama conosce Dio, cioè mentre ama sta facendo l’esperienza di Dio. Perché Dio si rivela e si fa conoscere mentre noi ci lasciamo amare e amiamo gli altri, che diventano così nostri fratelli e sorelle, chiunque essi siano, vicini o lontani. Non è una conoscenza intellettuale, ma esperienziale, attiva.

SANTA MESSA PER VITTIME COVID VESCOVO LORENZZO GHIZZONI DUOMO RAVENNA

Qui ha la sua radice anche ogni impresa o attività umana di cura. Il prendersi cura dell’altro ha generato nella storia innumerevoli “istituti a sollievo dell’umanità sofferente: ospedali, ricoveri per i poveri, orfanotrofi e brefotrofi, ospizi, ecc.” come ci ha ricordato Papa Francesco nel messaggio della giornata mondiale per la pace, il 1 gennaio. Quindi la risposta di cura che oggi è data dalle strutture ospedaliere e socio–assistenziali, dai laboratori di ricerca, ed è di fatto sostenuta da tante persone che hanno messo la loro professionalità e competenza, il loro lavoro quotidiano, la loro pazienza, la loro capacità di compassione, a servizio della vita degli altri, la dobbiamo vedere come una vera opera di Dio in mezzo a noi. So bene che diversi operatori sanitari e scienziati si rifanno solo ai valori umani ed etici per motivare il loro impegno, ma noi leggiamo nella loro opera, comunque, una ispirazione profonda che viene dalla bontà del Signore e dal suo amore per ciascuno dei suoi figli, sia per l’ammalato che per chi si prende cura di lui.

Perciò in questa celebrazione mentre raccomandiamo al Signore chi ci ha lasciato, vogliamo chiedere anche per tutto il mondo sanitario e chi è ad esso collegato, fino al volontariato e all’assistenza religiosa, che ci sia data ancora forza interiore per continuare a lottare, a sperare nonostante tutto e a ricercare con l’intelligenza che Dio ci ha dato, altri rimedi, altre cure, altre pratiche di prevenzione e di protezione dei più deboli.

L’assessore taglia il nastro e inaugura Fish Market, la pescheria del Portolano

In centro a Ravenna il nuovo investimento dei titolari della trattoria di pesce. Gli auguri di Cameliani che apprezza il coraggio degli imprenditori

Con il taglio del nastro dell’assessore comunale Massimo Cameliani è partita ufficialmente stamani, 9 gennaio, l’avventura di Fish Market, la nuova pescheria aperta a Ravenna dai titolari della vicina trattoria Portolano.

Cameliani ha visitato il negozio in via Cattaneo portando gli auguri dell’amministrazione comunale e apprezzando soprattutto il coraggio imprenditoriale di chi si lancia in una nuova apertura in piena crisi da Covid: «Lei è tosta», ha detto l’assessore indicando Elena Grilli, titolare insieme a Davide Saragoni. Nei giorni scorsi l’avevamo intervistata e ci aveva raccontato come gestiranno la pescheria e cosa si potrà trovare.

Se il buongiorno si vede dal mattino, gli auspici sono buoni: appena tagliato il nastro si è avvicinato il primo cliente in cerca di pesce fresco per il risotto del pranzo.

Attacco Cgil: «Le Cra più colpite dal Covid sono gestite da coop sociali o privati»

Secondo i dati forniti dal sindacato, in provincia di Ravenna nella seconda ondata circa 460 positività nelle strutture per anziani: «Una gestione che vuole il profitto può dare sicurezza?». Segnalato il caso di una struttura dove il personale doveva lavare la propria divisa

Covid Casa Di RiposoNella seconda ondata della pandemia di Sars-Cov-2 nelle case di riposo per anziani in provincia di Ravenna si sono registrati circa 460 casi di positività (circa 280 ospiti e il resto tra il personale) e nella quasi totalità si tratta di strutture gestite dalla cooperazione sociale, da privati o strutture non accreditate. Lo rende noto la Cgil di Ravenna. La Funzione Pubblica del sindaco esprime grande preoccupazione per lo scenario: «È compatibile una gestione finalizzata al profitto con l’assistenza, la salute e sicurezza di ospiti e personale?».

Il sindacato cita il caso estremo di una struttura in cui i dipendenti erano obbligati a lavare i propri indumenti da lavoro a casa e si vedevano consegnare una mascherina chirurgica per turni di 6 ore. «Non è possibile che, ancora oggi, una struttura per anziani non sia dotata di un servizio professionale di lavanderia e dia risposte approssimative al sindacato quando chiede chiarimenti in merito a protocolli covid e gestione dell’emergenza. Troppo spesso succede che le mascherine chirurgiche siano centellinate o date solo su richiesta, che le mascherine Ffp2 non siano fornite, assieme a visiere e camici idonei».

La Cgil ritiene che non sia solo un problema di allentamento nell’applicazione di protocolli e norme, ma vi sia una questione di fondo nel modello organizzativo: «Il numero di focolai e l’ampio raggio di persone coinvolte fra operatori sanitari, infermieri, oss, fisioterapisti, responsabili delle attività assistenziali e utenti, ci convince ogni giorno di più della necessità di ripensare il modello organizzativo del lavoro, coniugandolo positivamente con le necessità di anziani e dipendenti. Serve un modello che garantisca la sicurezza e la salute a ospiti e lavoratori. Queste gestioni non hanno il presupposto per isolare e gestire il contagio. Una volta che il virus entra in struttura, il sistema implode trasmettendo il virus, con conseguenze a volte letali, a ospiti, personale e loro familiari».

La responsabile Fp socio-sanitario Sara Massaroli e il segretario generale Fp-Cgil Alberto Mazzoni si rivolgono agli interlocutori – Distretto Sanitario, Dipartimento di sanità pubblica, Asp, centrali cooperative e loro associate – per creare le condizioni indispensabili per invertire questo trend in ogni singola realtà. «Chiediamo alle cooperative virtuose, con le quali sono costanti gli incontri di aggiornamento e coinvolgimento nei protocolli covid e di informazione sulle situazioni di focolai, di essere da esempio. Chiediamo a tutti i gestori privati e pubblici la massima collaborazione per garantire screening e tamponi con cadenza almeno quindicinale, perché è sotto gli occhi di tutti che tamponi eseguiti ogni 30/40 giorni siano quanto meno tardivi e insufficienti».

Ristrutturata la casa colonica del podere Pantaleone: sarà centro visite e didattico

Conclusi i lavori di edilizia costati mezzo milione di euro, è in corso l’allestimento degli ambienti. Inaugurazione prevista entro l’estate

Centro Visite Pantaleone 1Si sono conclusi i lavori di ristrutturazione della vecchia casa colonica del podere Pantaleone a Bagnacavallo, importante e originale area di riequilibrio ecologico dal 2006 classificata come sito di importanza comunitaria (Sic). La vecchia casa colonica dei Pavlêna (la famiglia Pirazzoli, proprietaria dell’abitazione poi acquistata dal Comune di Bagnacavallo nel 1988 assieme ai terreni) sarà il nuovo centro visite del podere e una delle sedi operative del Ceas della Bassa Romagna. Si prevede che l’inaugurazione possa avvenire prima dell’estate 2021.

Il progetto di ristrutturazione, curato dall’architetta Maura Cantagalli di Faenza, è stato realizzato dalla ditta Safer di Lugo. L’importo totale dell’intervento è stato di 490mila euro, 300mila dei quali ottenuti grazie a un finanziamento europeo veicolato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso il Gal Delta2000.

Trasloco4Il nuovo centro avrà una funzione fondamentale nel rapporto con la didattica scolastica e sarà una preziosa base d’informazione per gli eventi turistico-culturali-ambientali. Strutturato su due piani e dotato di tutti i necessari servizi, al piano terra vi è una saletta accoglienza e una grande sala didattica per proiezioni, laboratori e conferenze, mentre al piano superiore vi sono due salette ad uso ufficio e archivio e una sala espositiva.

Sono appena iniziati i lavori di allestimento e le relative operazioni di trasloco di arredi e materiali che si trovano nella sezione naturalistica “Pietro Bubani” del Centro Culturale Le Cappuccine. Trasloco e allestimento proseguiranno in questi primi mesi del 2021. Nell’edificio troveranno inoltre spazio alcune associazioni del territorio.

Trasloco2«Lo scopo principale dell’operazione che sta per concludersi – ricorda l’assessora all’Ambiente Caterina Corzani – è quello di avere un collegamento diretto e immediato tra “educazione ambientale” e “progetto reale di riequilibrio ecologico”. Scolaresche e visitatori potranno godere dell’esposizione didattica della Sezione Naturalistica all’interno di un’area protetta, con fauna e flora autoctoni nella loro manifestazione naturale. Natura, informazione ed educazione ambientale e alla sostenibilità potranno quindi distribuirsi negli appuntamenti di visita senza soluzione di continuità e restituire ai fruitori una più ampia consapevolezza del rispetto ecologico».

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