martedì
30 Dicembre 2025

Chiude lo storico pub Barnum. Al suo posto si “allarga” il ristorante Alchimia

In darsena a Ravenna: resterà aperto tutti i giorni dal mattino fino alle 3 di notte

Barnum Ravenna Facebook
Il bancone del Barnum

Ha chiuso dopo oltre 15 anni di attività il Barnum, storico pub-birreria a due passi dal canale Candiano, in darsena a Ravenna. Un locale con una clientela di nicchia affezionata, che ne aveva sempre apprezzato l’atmosfera intima, quasi da jazz club, abbinata a una proposta enogastronomica attenta alla qualità, grazie in particolare alla preparazione del titolare, Giorgio Minzi.

Il 30 dicembre è stato l’ultimo giorno di apertura. Dai primi di gennaio partiranno invece i lavori che faranno tornare il locale agli anni novanta, quando (in particolare dal 1996 al 2002) si presentava come un unico pub (il Buddy’s) con due ingressi, uno su via Magazzini Posteriori (quello del Barnum) e uno su via Magazzini Anteriori, quello dell’attuale ristorante-pizzeria Alchimia, quello noto anche per aver lanciato il servizio di motonave sul canale Candiano. E che ora quindi finirà con l’inglobare lo stesso (ormai ex) Barnum.

Barnum EsternoA confermarlo è il proprietario, nonché titolare di Alchimia (e, ai tempi, del Buddy’s), Franco Gardini. «Tornerà a essere un locale unico, con l’area del Barnum che manterrà un’atmosfera da birreria, rispetto a quella più da ristorante di Alchimia. Il tutto con una caratteristica importante: il locale avrà la cucina aperta tutti i giorni, sette su sette, dalle 10.30 fino alle 3 di notte».

Apertura prevista del ristorante-pizzeria-birreria Alchimia, in versione extralarge, già entro il mese di gennaio.

Si schianta contro un albero sulla Reale: muore un automobilista di 61 anni

La tragedia vicino ad Alfonsine. La vittima era di Portomaggiore, nel Ferrarese

Un uomo di 61 anni è morto la mattina dell’ultimo giorno dell’anno a Taglio Corelli, sulla “Reale”.

La vittima – di Portomaggiore, nel Ferrarese – si è schiantata contro un albero dopo essere uscita di strada, alla guida della sua auto, poco dopo le 6.30 del mattino.

Stava procedendo da Ferrara in direzione Alfonsine e l’incidente è avvenuto poco prima la deviazione per la variante, probabilmente anche a causa del ghiaccio.

Sul posto due mezzi del 118, ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Si è reso necessario anche l’intervento dei vigili del fuoco.

Disagi per il traffico.

Contributi all’editoria: oltre 2,2 milioni nel 2018 al Corriere Romagna

Altri 230mila euro invece sono arrivati dallo Stato per il settimanale Setteserequi

Ci sono anche due giornali locali tra quelli che nel 2018 hanno ricevuto contributi pubblici. Gli elenchi sono stati diffusi nei giorni scorsi dal Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della presidenza del Consiglio dei ministri.

In tutto, nel 2018, sono stati erogati poco meno di 60 milioni di euro, in calo rispetto ai 67 milioni del 2017 e soprattutto – come sottolinea in un articolo sul tema Il Post – rispetto ai finanziamenti di dieci anni fa, quando furono versati dallo Stato quasi 200 milioni di euro ai giornali.

Per quanto riguarda i giornali locali, nel 2018 la Cooperativa Editoriale Giornali Associati ha ricevuto oltre 2,2 milioni di euro per la pubblicazione del Corriere Romagna, uno dei due quotidiani diffusi nella provincia di Ravenna (ma il contributo serve a sostenere anche le edizioni nelle altre due province romagnole). Il Carlino, invece, come tutti i grandi gruppi, usufruisce invece dei contributi indiretti alla stampa, per esempio gli sconti sull’acquisto della carta.

A ricevere i contributi diretti è invece Setteserequi, che nel 2018 ha potuto contare su oltre 230mila euro incassati dalla società cooperativa Media Romagna, finita in passato anche al centro di una polemica politica in quanto presieduta da Manuel Poletti, figlio dell’allora ministro Giuliano.

Il finanziamento diretto all’editoria – ricorda sempre Il Post – ha lo scopo “di sostenere il pluralismo dell’informazione aiutando in particolare le piccole testate locali, quelle delle minoranze linguistiche e quelle indipendenti, come in teoria dovrebbero essere quelle edite da cooperative di giornalisti”.

Dal 7 gennaio costerà un euro in più entrare nei monumenti della diocesi di Ravenna

Il biglietto cumulativo sale a 10,50 euro. «I prezzi erano fermi dal 2011»

Ravenna Basilica San VitaleDal 7 gennaio per entrare nei monumenti della diocesi a Ravenna si pagherà un euro in più, da 9.50 a 10.50 euro per il biglietto cumulativo, valido per entrare alla basilica di San Vitale, mausoleo di Galla Placidia, museo Arcivescovile, battistero Neoniano e basilica di Sant’Apollinare Nuovo.

La novità è pubblicizzata da alcune settimane sul sito dell’Opera di Religione, che sottolinea come i prezzi non subivano variazioni dal 2011.

L’aumento di prezzo è giustificato oggi (31 dicembre) sulle pagine del Carlino Ravenna dalla stessa diocesi, che sottolinea come siano aumentati i costi in vista dell’imminente apertura della biglietteria on line, sottolineando anche il recente restyling del museo arcivescovile.

La parola al vocalist: «Sono un artista. E non vorrei più dire “su le mani”»

Intervista semiseria al lughese Danny Pee: «Oggi Instagram ha sostituito i locali…»

Dannypee
Il vocalist Danny Pee

Danny Pasi, 38 anni lughese, in arte Danny Pee, è uno dei vocalist più noti della zona, di stanza in particolare al celebre Pineta di Milano Marittima.

Lo abbiamo contattato per un’intervista semi-seria, per capire meglio come funziona quello che è diventato un vero e proprio mestiere.

Quando hai iniziato a fare il vocalist?
«Nel 2002».
Perché?
«Volevo fare qualcosa di diverso».
È il tuo lavoro o un hobby?
«È il mio lavoro e resta il mio hobby preferito».
Cos’hai scritto sulla carta d’identità alla voce professione?
«Artista».
Cosa fa un vocalist?
«Parla, canta, carica e a volte fa casino».
Perché è importante?
«È importante perché crea un legame tra il pubblico e la musica con entusiasmo».
Che rapporto c’è con il deejay?
«Dipende dal dj e a volte anche dal vocalist».
Che rapporto hai con il pubblico?
«Dipende dal pubblico! Scherzi a parte, il vocalist deve essere bravo a crearlo, questo rapporto».
Alle ragazze (o ai ragazzi) piace il vocalist?
«Fino al 2015 sì, dai. Adesso guardano prima il dj».
Lo dici “su le mani”?
«Cerco due punti strategici a serata per dirlo, ma vorrei arrivare a zero».
Qual è il tuo cavallo di battaglia invece?
«Fammi vedere chi seiiiiii!».
La richiesta più strana?
«“Puoi fare gli auguri alla mia amica che è single e cornuta?”».
La serata che ricordi?
«Le ricordo tutte con piacere peró l’Aperishow nel Padovano davanti a 10mila persone con Mauro Ferrucci e Tommy Vee è stata un’emozione grande e per me indimenticabile».
Vip da discoteca che hai conosciuto?
«In questi anni ne ho presentati e conosciuti tanti, da Marco Bocci a Nicolas Vaporidis, da Cesare Cremonini a Bobo Vieri».
In quali locali lavori?
«Lavoro un po’ in tutta Italia, da Lignano Sabbiadoro (Charlie) a Milano Marittima (Pineta), da Palermo (Country) a Milano (Shed)».
E in quale locale ti piacerebbe invece lavorare?
«Fuori dall’Italia: Ibiza, Mykonos, Londra… Mi piacerebbe portare il vocalist anche all’estero».
Quanto si può guadagnare in una serata?
«Stai sempre a pensare ai soldi…».
Non ti sei stancato di andare in discoteca?
«No, perché mi piace la musica e quell’aria di entusiasmo che si respira».
Come è cambiato il “pubblico” da quando hai iniziato?
«Anni fa tutti cercavano di mettersi in mostra nei locali, oggi invece usano Instagram».
E i giovani?
«I giovani d’oggi sono piu esigenti, grazie all’evoluzione di internet ora vedono festival e grandi party a portata di mano quindi si aspettano anche nella loro zona serate sempre al top».

I dieci articoli più letti del 2019 su Ravennaedintorni.it

Da Diletta Leotta al ristorante Al Portico. I nostri lettori sono aumentati del 30 percento

Un modo per ripercorrere questo 2019 di Ravenna e dintorni è anche quello di dare un’occhiata agli articoli più letti del nostro quotidiano on line, che di anno in anno continua a crescere grazie anche ai nostri lettori, quest’anno aumentati di circa il 30 percento rispetto al 2018.

Vlcsnap 00022L’articolo più letto dell’anno, in realtà, con la nostra provincia c’entra solo grazie al cantante faentino di fama ormai mondiale Alessandro Ristori e alla sua serata in compagnia di Diletta Leotta, tra i personaggi dell’anno in Italia, con milioni di follower sui social (da qui, e dalle foto del suo vestito, le migliaia e migliaia e migliaia di clic anche sul nostro articolo).

A seguire due dei casi di cronaca nera che più hanno scosso la comunità e che hanno visto morire due giovani madri: una in un frontale sulla Ravegnana e l’altra vittima dell’ennesimo femminicidio.

In quarta posizione un “Bombolone”, il nostro breve commento sui fatti del momento, quello sulla morte del bambino al parco acquatico di Mirabilandia, in cui invitavamo a smettere di fare polemica sui social, almeno nel giorno del suo funerale.

Ecco poi due articoli “social”: la fotogallery dal set del videoclip di Renato Zero e il video del cinghiale avvistato in spiaggia.

In settima posizione le sempre apprezzatissime Frecce Tricolori, davanti a un caso recentissimo, quello della chiusura della galleria d’arte contemporanea in Darsena.

A chiudere la top-ten del 2019 di ravennaedintorni.it la “Bonas” ravennate finita in tv e la vicenda che ha coinvolto, tra gli altri, anche il ristorante Al Portico.

Sequestrati tre quintali di pesce “scaduto” pronti per essere venduti all’ingrosso

Blitz della capitaneria di porto in un distributore in provincia di Ravenna

Fotolia 39533483 SlSi è conclusa ieri, 30 dicembre, l’operazione complessa “Mercato globale”,  promossa in tutta Italia dal comando generale del corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera. In quindici giorni a ridosso delle festività natalizie, dove si registra una maggiore compravendita di prodotti ittici, tutti i comandi della regione hanno svolto un’intensa attività di polizia marittima, sotto il coordinamento dell’8°Centro Controllo Area Pesca ubicato nella Direzione Marittima di Ravenna.

È stato così sviluppato un serrato programma di controlli e ispezioni mirate, sia in mare che in porto e nell’entroterra, volto a prevenire e reprimere gli illeciti sulla pesca e sulla commercializzazione del pescato. In particolare, l’operazione ha focalizzato l’attenzione sulla commercializzazione all’ingrosso ed al dettaglio del prodotto ittico con particolare riguardo al comparto dei grossisti, della grande distribuzione e dei ristoranti etnici.

Dal centro controllo pesca di Ravenna, sono stati programmati controlli da Goro a Cattolica lungo l’intera fascia costiera regionale oltre che nell’entroterra: “221 le verifiche eseguite – si legge in una nota della Capitaneria – per 290 controlli tra punti di sbarco, centri di distribuzione all’ingrosso, vettori di trasporto su strada e ristorazione, mediamente sono stati 20 i militari impiegati giornalmente nell’attività di controllo, 10 le autovetture d’istituto anche civetta e 5 le motovedette in mare”.

I risultati, messi in evidenza dalla Capitaneria: “72 le sanzioni amministrative elevate, per un ammontare di circa 110.000 euro, 1 tonnellata e 3 quintali di specie ittiche varie sottoposte a sequestro, nonché quasi due chilometri di reti abusive recuperate a mare e sequestrate, poiché non adeguatamente segnalate e soggette pertanto a confisca ai fini della distruzione, inoltre un ristorante asiatico è stato segnalato all’autorità sanitaria locale per irregolarità nel piano di autocontrollo alimentare”.

Particolarmente significative sono state alcune attività svolte durante l’intero periodo dell’operazione, tra cui, in provincia di Ravenna, un sequestro di oltre 3 quintali di prodotto ittico scaduto rinvenuto presso un distributore all’ingrosso.

Si presentano i candidati ravennati dell’M5s per il consiglio regionale

Si vota il 26 gennaio. Lombardi: «Agli slogan rispondiamo sempre con gli argomenti di chi conosce davvero le esigenze territoriali»

FB IMG 1577710897484Si sono presentati stamani, 30 dicembre, i candidati del Movimento 5 Stelle alle elezioni regionali del 26 gennaio 2020 in Emilia-Romagna per la circoscrizione della provincia di Ravenna. Giancarlo Schiano, Cinzia Pasi, Igor Gallonetto e Mariarosa Capirossi «daranno il massimo insieme a tutti gli altri candidati e a Simone Benini per portare la voce dei cittadini dentro le istituzioni regionali – commenta Alessio Lombardi, amministratore di Call to Action Ravenna -. Abbiamo un programma fatto di azioni concrete e di buon senso, per dare le risposte che i nostri territori aspettano da tempo. Agli slogan rispondiamo sempre con gli argomenti di chi conosce davvero le esigenze territoriali grazie al continuo confronto con le comunità, non solo in campagna elettorale».

Sosta in piazza Costa, già deciso che si pagherà? Il sindaco: «È solo una ipotesi»

Su Facebook circola una tabella ufficiale divulgata ai cittadini dagli uffici comunali in cui sembra definitiva l’introduzione delle righe blu e Medri interviene: «Non doveva uscire quel documento perché crea fraintendimenti. Quella è una proposta, la decisione arriverà da un processo partecipativo»

Le righe dei parcheggi in piazza Andrea Costa a Cervia verranno dipinte, almeno una parte, di blu prima dell’estate 2020? Il sindaco Massimo Medri dice che nessuna decisione definitiva è stata ancora presa e questa arriverà con un processo partecipativo ma gli uffici comunali distribuiscono ai cittadini tabelle che lasciano pochi margini di incertezza sull’introduzione della sosta a pagamento in quello spazio. È la contraddizione che emerge oggi, 30 dicembre, tra le comunicazioni del primo cittadino alla stampa e quanto pubblicato da una comune cittadina in un post su Facebook dopo essere stata in municipio per un abbonamento annuale di parcheggio. Contraddizione solo apparente, spiega Medri. Raggiunto telefonicamente, il sindaco chiarisce lo scenario: «Quelle tabelle non dovevano essere divulgate perché creano fraintendimenti, è stato un errore iniziare a distribuirle. Si tratta solo di una ipotesi di partenza per la revisione della sosta ma non è la decisione definitiva e mi rendo conto che leggendole invece possono sembrare qualcosa di programmato e deciso. Non è così. Lo ribadisco: la decisione definitiva uscirà da una discussione con la cittadinanza».

La questione “Piazza Costa a pagamento” tiene banco nella cronaca cittadina cervese da quando è partita una raccolta firme che si oppone alla trasformazione degli stalli da bianchi a blu. Medri, tramite l’ufficio stampa, ha divulgato stamani una precisazione che riportiamo integralmente: «Nessuna decisione è stata presa; ci sono alcune ipotesi di lavoro per affrontare alcune criticità emerse sia dai residenti che dai commercianti. Come per altre zone della città eventuali proposta di riorganizzazione saranno sottoposte a un processo partecipativo che coinvolgerà gli organi rappresentativi  della città  (Consigli di Zona) e le rappresentanze economiche. Quindi c’è ampio spazio per un confronto sereno e costruttivo che approdi ad una soluzione in grado di risolvere i problemi che comunque esistono e sono stati sollevati da più parti. La discussione che dovrà svilupparsi nella città sarà anche collegata ad un sistema più generale della sosta che riguarderà l’inserimento di nuovi spazi in grado di ampliare e diversificare l’offerta pubblica».

Ma «l’ampio spazio per un confronto sereno e costruttivo» di cui parla Medri è parso invece inesistente quando oggi stesso hanno cominciato a circolare su Facebook, sul gruppo “Sei di Cervia se”, le due pagine consegnate da personale del Comune a una cittadina. Nella legenda delle pagine si legge: “Evidenziate in giallo le vie in cui è stata modificata/adottata la nuova sosta a pagamento. La tariffazione verrà applicata dal momento in cui saranno terminati i lavori di segnaletica orizzontale e verticale”. E tra le righe in giallo c’è piazza Costa (con pagamento dalle 8 a mezzanotte tutto l’anno). Insomma, come interpretarla diversamente? Infatti la diffusione delle immagine sul social network ha scatenato i commenti di molti che hanno interpretato tutto come già definitivo.

Come confermato dallo stesso Medri, la giunta ha ovviamente una sua ipotesi di partenza. E la si trova anche in un documento ufficiale non smentito. La deliberazione della giunta comunale di Cervia nella riunione del 10 dicembre ha per oggetto le modifiche di tariffe e perimetri della sosta a pagamento a Cervia e Milano Marittima: ai 4.035 stalli attuali se ne vogliono aggiungere 1.172 e nella dettagliata planimetria allegata figura anche piazza Costa con 260 posti da mettere a pagamento. «Mi pare normale che la discussione debba partire da una ipotesi e che a fare questa ipotesi sia la giunta – conclude Medri – ma credo molto nella democrazia partecipata che può intervenire sulle scelte degli amministratori. Faccio l’esempio di viale Milazzo: il progetto definitivo che andremo a realizzare è ben diverso da quello iniziale proposto dal Comune perché il dibattito ha permesso di accogliere alcune istanze. Per la sosta potrebbe accadere lo stesso: dopo l’Epifania cominceremo la discussione in città».

Capanno Garibaldi, sopralluogo del Comune: «Il ponticello pedonale non è pericoloso»

Tecnici e assessore hanno ispezionato il manufatto sul canale Staggi dopo le segnalazioni di ferri scoperti: «La struttura portante non è intaccata, serve manutenzione ma non c’è rischio crollo». Il 31 dicembre la fiaccolata si potrà fare

Il ponticello pedonale che supera il canale degli Staggi e conduce al Capanno Garibaldi nella pialassa Baiona di Ravenna ha bisogno di manutenzione ma non è a rischio crollo. È l’esito del sopralluogo svolto nella mattinata odierna, 30 dicembre, dai tecnici del Comune e dall’assessore ai Lavori pubblici Roberto Fagnani. L’ispezione visiva è stata effettuata dopo l’allarme lanciato dall’associazione Italia Nostra con alcune fotografie che documentano ferri scoperti nella parte inferiore. Alla luce di quanto accertato oggi, non ci saranno impedimenti per la tradizionale fiaccolata che ogni anno a San Silvestro raggiunge il capanno per un brindisi.

«Abbiamo voluto fare un controllo per scrupolo dopo la segnalazione dai cittadini – ha commentato Fagnani – ma la situazione di quel manufatto era già nota e monitorata dal Comune. Il ponte ha bisogno di interventi per il recupero e saranno fatti ma non c’è un pericolo imminente di un cedimento perché la struttura portante non è danneggiata. Quando i cittadini fanno segnalazioni significa che hanno a cuore i beni comuni, mi auguro sempre che vengano fatte senza creare allarmismo e magari seguendo i canali ufficiali per queste comunicazioni».

L’ingegnere Valerio Binzoni, dipendente del servizio Strade e Lavori pubblici di Palazzo Merlato, approfondisce la questione dal punto di vista più tecnico: «I ferri nella parte inferiore sono esposti perché il laterizio è scoppiato a causa dell’umidità ma il laterizio non è un elemento portante, serve proprio per coprire i ferri e ridurre la corrosione. Rispetto alle foto fatte lo scorso luglio la situazione che abbiamo trovato oggi non sembra peggiorata. Ovviamente servirà un intervento proprio per proteggere quei ferri dall’esposizione alla corrosione ma la soletta di circa 15 cm in cemento armato è ancora in buone condizioni».

L’intervento di ripristino, ancora da impostare sia nei modi che nei tempi, partirà con l’intenzione di intervenire sull’opera esistente, già dotata di autorizzazioni vista la posizione all’interno dell’area ambientale. Se riparare il vecchio dovesse costare di più che costruire un nuovo ponte allora verranno fatte valutazioni diverse.

Sardine: il Mei di Faenza con Malavoglia prova a lanciare la canzone inno dei raduni

Il Meeting degli Indipendenti ha prodotto “6000 (siamo una voce)” per cantarla al raduno del 19 gennaio a Bologna

Da Faenza, per la precisione dall’universo musicale noto a livello nazionale come Meeting degli Indipendenti (Mei), arriva il tentativo di cavalcare l’onda delle Sardine creando un inno per i raduni di piazza nati per ostacolare l’esposizione mediatica di Matteo Salvini nella campagna elettorale per le Regionali in Emilia-Romagna del 26 gennaio. L’inno si chiama “6000 (siamo una voce)” di MaLaVoglia prodotto dal Mei, da un’idea di Giordano Sangiorgi. L’obiettivo è di cantare il pezzo in piazza VIII Agosto il 19 gennaio a Bologna insieme a nomi importanti della musica italiana. «In piazza – scrivono dal Mei – abbiamo riscoperto la voglia di cantare tutti insieme. Perché la musica ci fa stringere, ci fa emozionare, ci offre la certezza che l’unione pacifica dei corpi e delle voci potrà davvero cambiare la storia». Caratteristica ricorrente dei ritrovi delle sardini è stata infatti quella di cantare in coro canzoni di varia provenienza.

Un estratto del testo: «In questi giorni di politici né carne né pesce tutti cambiano partiti come cambiano scarpe. Papà Mameli ci voleva desti, un po’ in ritardo, ma adesso siamo svegli! Siamo Sardine e siamo tante. Siamo formiche col passo d’elefante. Siamo l’Italia che si sta svegliando. Guarda le piazze: stiamo arrivando». Il brano è stato realizzato da Malavoglia con il musicista Francesco Tripi e con Marco Mori.

Delitto alla cava: dopo 4 anni il killer del vigilante non ha ancora un nome

Nella notte tra il 29 e il 30 dicembre 2015 a Savio una fucilata uccideva il metronotte Salvatore Chianese, 42 anni: il secondo omicidio in pochi mesi tutt’ora senza un colpevole. Negli ultimi cinquant’anni sono 16 i casi irrisolti in provincia. Nei mesi scorsi la svolta per un rapimento finito in tragedia nel 1987

A un certo punto si è pensato fosse stata opera di “Igor il Russo” poi anche quella pista è stata archiviata e così l’omicidio del 42enne metronotte Salvatore Chianese è ancora senza un colpevole a distanza di quattro anni. La guardia giurata fu freddata con una fucilata calibro 12 alla nuca nella notte tra il 29 e il 30 dicembre del 2015 mentre stava aprendo la sbarra per entrare alla cava Manzona di Savio per un controllo nel turno di servizio.

L’omicidio di Chianese arrivò appena tre mesi dopo un altro delitto che allo stesso modo è ancora in cerca di responsabili. Il 12 settembre 2015 sulla spiaggia di Casalborsetti il venditore ambulante senegalese Mor Seye, 46 anni, si prendeva cinque colpi di pistola alla schiena e si accasciava su un pattino dove era seduto mentre mangiava un frutto.

Se si parla di delitti irrisolti, i cosiddetti cold case, va ricordato che nei mesi scorsi è arrivata una svolta per una vicenda del 1987: il ritrovamento del cadavere del 21enne Pier Paolo Minguzzi, sequestrato da dieci giorni. La procura ha riaperto il fascicolo e riesumato la salma e intende processare tre persone, già coinvolte in una vicenda simile.

Allo stato dei fatti restano quindi 16 omicidi irrisolti in provincia di Ravenna dal 1970. Quindici sono stati messi in fila con dovizia di particolari dai cronisti Nevio Galeati e Carlo Raggi nel libro Delitti imperfetti (Pagine edizioni) pubblicato nel 2015, gli ultimi due sono successivi all’uscita del libro.

Luigi Bezzi morì nel 1998 che aveva 70 anni ma chi lo uccise non si è mai saputo: ammazzato con tre colpi di pistola mentre era a pesca sull’argine del canale Destra Reno a Mandriole una mattina di fine agosto. Quello di Ragù, soprannome con cui tutti lo conoscevano a Sant’Alberto dove viveva, è rimasto un mistero e già allora le cronache locali misero in luce alcuni grossolani errori degli investigatori.

Nel 1998 in cui morì Bezzi altri due casi senza soluzione. A settembre a lato della superstrada E45 venne trovato lo scheletro di Mariana Rusu, 19enne moldava che aveva chiuso con la prostituzione per sposare un italiano e i night della riviera erano il suo massimo palcoscenico per esibirsi come ballerina. La giovane era scomparsa da tre mesi e quando ritrovarono i suoi resti nemmeno si riuscì a stabilire la causa di morte.

A febbraio 1998 invece a perdere la vita fu Brigitte Fugger, 31enne albanese con passaporto austriaco venuta a Ravenna per prostituirsi, mettere da parte qualche soldo e tornare a Graz. Il cadavere venne ritrovato in un fosso della cava Manzona, la stessa dove è morto il vigilante a fine dicembre 2015. Massacrata di botte e uccisa da una coltellata: lama da 18 cm ritrovata nel campo adiacente.

Il 1997 fu segnato da tre omicidi in due episodi distinti che però sembrano avere più di un punto in comune. A maggio scena da farwest a Punta Marina: due sicari armati di revolver entrano nel pub Hostaria del Blues e fanno fuoco lasciando a terra due cadaveri, il 26enne piastrellista Arben Kurani e il 27enne muratore Agim Lala. Quattro mesi dopo morì anche Amedeo Rosetti, 38enne ravennate di professione buttafuori che aveva parlato con i due albanesi dieci minuti prima della sparatoria: lo ammazzano a Cannuzzo di Cervia.

In un appartamento di Lido di Savio a maggio 1996 i carabinieri chiamati dalla padrona di casa trovano una scena raccapricciante: la 34enne Iolanda Castillo, prostituta di Santo Domingo che si definisce “Dea dell’amore” negli annunci sulle riviste, è supina sul letto con due coltelli piantati nel petto e un paio di slip da uomo in bocca. Il Dna recuperato da un preservativo non può essere comparato con alcun sospetto.

Manca ancora il nome del killer di Maria Vichi: nel 1995 aveva 70 anni e faceva la tabaccaia a San Marco: colpita alla testa, forse facendola sbattere contro il bancone, per rapinarla di poche centinaia di migliaia di lire.

Nell’omicidio irrisolto di luglio 1990 a perdere la vita fu una guardia giurata. Il colpevole non si è mai trovato: Costantino Frizziero di 27 anni morì davanti a una banca a Pinarella di Cervia ucciso da quattro malviventi intenzionati a rapinare l’istituto di credito. La Beretta calibro 9 abbandonata dall’omicida non aiutò le indagini.

Ancora una prostituta, e ancora giovanissima, la vittima dell’omicidio scoperto a agosto 1987 a Faenza: la 20enne forlivese Antonella Ghetti. Una dozzina di coltellate.

Il corpo senza vita di Angela Crugliano, una 54enne prostituta, viene ritrovato nelle campagne lungo via Guiccioli a dicembre 1985: strangolata.

A maggio del 1985 la vittima è l’egiziano Sadek Hassanin: il marittimo muore a 32 anni in ospedale dopo cinque giorni di agonia per la coltellata presa a Punta Marina.

Aveva invece 78 anni Rosina Gaiani quando perse la vita a settembre 1984 a Faenza. Ferita alla testa sul pianerottolo di casa, morì in ospedale: le indagini ipotizzarono uno scippo finito male.
Nel 1970 nel mese di giugno il 44enne tabaccaio Gino Triossi esce in bicicletta per andare al cinema alla Sala Italia di via Cairoli a vedere il film vietato ai minori di 18 anni “Così dolce, così perversa“. Lo trovarono il pomeriggio seguente nell’aia di una casa colonica abbandonata a San Marco con la testa fracassata a martellate.

 

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